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Rottamazione cartelle esattoriali con rate sospendibili ultime novità e guida completa 2024

  • Redazione Assodigitale
  • 16 Maggio 2025
Rottamazione cartelle esattoriali con rate sospendibili ultime novità e guida completa 2024

novità sulla sospensione delle rate nella rottamazione cartelle

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La rottamazione delle cartelle esattoriali sta evolvendo, introducendo importanti novità che riguardano la possibilità di sospendere temporaneamente le rate previste dal piano di pagamento. Questa modifica rappresenta una significativa svolta rispetto all’approccio tradizionale, che prevedeva la decadenza automatica dal beneficio alla prima rata non saldata entro i termini di legge. Oggi, infatti, grazie all’interpretazione di alcune pronunce giudiziarie, è possibile richiedere la sospensione cautelare di una o più rate, a condizione che vengano dimostrate circostanze straordinarie, come lo stato di crisi aziendale, che impediscono momentaneamente di rispettare le scadenze.

Indice dei Contenuti:
  • Rottamazione cartelle esattoriali con rate sospendibili ultime novità e guida completa 2024
  • novità sulla sospensione delle rate nella rottamazione cartelle
  • implicazioni della decadenza e tutela dei contribuenti in crisi
  • procedure e condizioni per richiedere la sospensione delle rate


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Un caso emblematico è quello deciso dal Tribunale di Napoli il 17 gennaio 2025, che ha autorizzato la sospensione della rata per 60 giorni a favore di un’impresa in difficoltà finanziaria, bloccando così l’automatismo della decadenza. Prima di questa sentenza, il tribunale di Vasto aveva già avanzato un orientamento simile, consolidando un filone giurisprudenziale a favore dei contribuenti in crisi.

Questa nuova interpretazione permette di superare la rigidità della normativa originaria, riconoscendo la possibilità di un differimento del pagamento senza perdere i benefici della rottamazione. Di fatto, la scadenza della rata, pur restando un termine perentorio, può essere sospesa in presenza di un processo di composizione negoziata della crisi, come previsto dagli strumenti di diritto fallimentare e di gestione delle difficoltà aziendali.

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I contribuenti che affrontano difficoltà temporanee dispongono, quindi, di un’importante tutela aggiuntiva che consente loro di evitare la perdita dei vantaggi fiscali e di mantenere attivo il piano di rientro, senza subire immediatamente le conseguenze più gravi come l’addebito integrale degli interessi e delle sanzioni originarie.

implicazioni della decadenza e tutela dei contribuenti in crisi

La decadenza dal beneficio della rottamazione costituisce una misura di estrema gravità per i contribuenti, con conseguenze immediate e rilevanti. In caso di mancato pagamento di una rata, anche se oltre i cinque giorni di tolleranza, si determina la perdita automatica delle agevolazioni concesse, inclusa l’eliminazione di sanzioni e interessi di mora. Di fatto, l’importo dovuto ritorna all’ammontare originario, compromettendo ogni beneficio economico precedentemente ottenuto e causando un aggravio consistente del debito.

Per i contribuenti in crisi, tale decadenza può innescare un effetto a cascata di forte impatto finanziario e operativo. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione può infatti avviare immediatamente azioni di recupero forzoso, quali pignoramenti o sequestri, compromettendo la continuità aziendale o la stabilità patrimoniale del contribuente. Questo scenario sottolinea l’importanza di soluzioni di tutela efficaci in presenza di difficoltà temporanee.

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È proprio in questo contesto che si inserisce la recente giurisprudenza favorevole alla sospensione delle rate, che tutela chi si trova a fronteggiare problemi di liquidità o crisi aziendali certificate. La sospensione evita la perdita immediata del beneficio e consente di negoziare un differimento temporaneo del pagamento senza subire il drastico effetto della decadenza.

In sostanza, questa nuova impostazione giurisprudenziale riconosce il principio che l’esigenza di tutela del contribuente in difficoltà deve prevalere rispetto a una rigidità normativa che rischia di vanificare ogni sforzo di rientro. La sospensione delle rate, tuttavia, non rappresenta un’automatica deroga; è subordinata alla verifica dello stato di crisi e all’autorizzazione del tribunale competente, garantendo così equilibrio tra diritti del fisco e tutela dei contribuenti.

Questa evoluzione normativa e giurisprudenziale fornisce uno strumento di maggiore equità nella gestione delle procedure di riscossione, offrendo una via di continuità nel pagamento senza pregiudicare l’accesso a strumenti di composizione della crisi previsti dalla legge.

procedure e condizioni per richiedere la sospensione delle rate

La richiesta di sospensione delle rate della rottamazione richiede il rispetto di precise procedure e condizioni normative. In primo luogo, l’istanza deve essere indirizzata al tribunale competente, ovvero quello incaricato della gestione della crisi d’impresa, che valuta la sussistenza di uno stato di difficoltà economica temporaneo e giustificato. La sospensione non si applica in modo automatico, ma necessita di una prova rigorosa dell’incapacità contingente di adempiere al pagamento, spesso documentata attraverso un piano di composizione negoziata della crisi o altra procedura concorsuale riconosciuta.

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Il contribuente o la società devono quindi depositare un’istanza motivata, accompagnata da documentazione comprovante la situazione finanziaria e l’impossibilità temporanea di onorare la rata entro i termini. Il tribunale, nel valutare la richiesta, può concedere una sospensione cautelare anche per un periodo definito, come avvenuto nelle recenti pronunce di Napoli e Vasto, garantendo così il blocco temporaneo degli effetti della decadenza e preservando i benefici della rottamazione.

È fondamentale rispettare i limiti rigorosi di legge sui termini di pagamento, poiché la scadenza resta un termine perentorio, con tolleranza massima di 5 giorni lavorativi. La sospensione opera quindi come strumento eccezionale e temporaneo, finalizzato a evitare effetti finanziari irreversibili e consentire al contribuente di riorganizzare la propria posizione debitoria. Senza tale autorizzazione, il ritardo oltre la soglia consentita comporta la perdita immediata del piano agevolato e il ritorno al debito iniziale, senza possibilità di ravvedimento.

In definitiva, l’adozione di questa procedura richiede competenza tecnica e un’attenta presentazione della situazione finanziaria, nonché il supporto di professionisti esperti in diritto fallimentare e tributario, al fine di massimizzare le possibilità di accoglimento dell’istanza e favorire la continuità aziendale senza incorrere nelle conseguenze drammatiche della decadenza.

 


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