Case chiuse riaperte proposta controversa per legalizzazione e regolamentazione in Italia oggi

Mercato e normativa attuale della prostituzione in Italia
Il mercato della prostituzione in Italia rappresenta un settore vasto e complesso, che genera un giro d’affari stimato oltre i 4,7 miliardi di euro nel 2025, con una crescita annua del 4%. Tale realtà, in gran parte sommersa e non tracciata ufficialmente, coinvolge migliaia di persone, spesso giovani straniere, esposte a rischi significativi quali sfruttamento e violenza. L’attuale quadro normativo è regolato dalla legge Merlin, in vigore da 67 anni, che ha vietato lo sfruttamento e la gestione delle cosiddette “case chiuse”. Nonostante ciò, la prostituzione continua a esistere in forme non regolamentate, alimentando mercati illegali e pericolose dinamiche di tratta. Inoltre, la diffusione di piattaforme online non istituzionalizzate aggravano la situazione, mettendo a repentaglio la sicurezza e la privacy delle persone coinvolte, nonché la trasparenza delle attività.
Indice dei Contenuti:
La normativa vigente proibisce ogni forma di sfruttamento e di organizzazione della prostituzione in strutture dedicate, generando un contesto in cui l’attività è esercitata clandestinamente e soggetta a controlli limitati. Tale situazione rende difficoltosa la protezione delle lavoratrici e dei lavoratori, incrementando l’incidenza di abusi e violenze. Inoltre, il mancato riconoscimento giuridico espone chi esercita senza autorizzazione a sanzioni penali e amministrative, ma non è riuscito a porre un freno al fenomeno. Il dibattito si concentra oggi sulla necessità di intervenire con nuove misure che sappiano contemperare sicurezza, libertà di scelta e tutela delle persone coinvolte.
Proposte e requisiti per le nuove case chiuse
La proposta di riapertura delle case chiuse si fonda su un principio innovativo: riconoscere l’esercizio della prostituzione come un’attività legale e libera, purché esercitata senza coercizioni di alcun tipo. Il disegno di legge presentato prevede che tali strutture siano gestite da soggetti regolamentati, quali società di capitali, cooperative o ditte individuali, con obbligo di comunicazione alle autorità competenti di dati come codici Ateco e numero massimo di clienti. Le case chiuse saranno sottoposte a rigidi controlli sanitari e dovranno rispettare standard igienico-sanitari stabiliti dal Ministero della Salute.
È espressamente vietata l’attività di prostituzione in luoghi pubblici o nelle vicinanze di strutture sensibili, mentre alberghi e affittacamere a ore potranno continuare il loro servizio previa autorizzazione specifica. L’assenza di autorizzazione nell’offerta di prestazioni sessuali comporterà sanzioni penali severe: arresti fino a un anno e confisca dei proventi, mentre la gestione abusiva potrà essere punita con pene detentive da 2 a 4 anni e ammende elevate, fino a 100.000 euro.
Inoltre, è prevista l’introduzione di alcuni criteri specifici per chi potrà esercitare in queste strutture. L’età minima è fissata a 21 anni, con un limite massimo a 65, senza distinzione di genere. La formazione professionale sarà obbligatoria e comprenderà competenze in igiene, sicurezza, primo soccorso e psicologia della clientela. Disposizioni fiscali e previdenziali accompagnano il quadro normativo: ogni lavoratore dovrà dotarsi di partita Iva, iscrizione al sistema pensionistico e una polizza assicurativa a tutela personale.
Misure contro lo sfruttamento e regolamentazione delle piattaforme online
La nuova normativa mira a colpire con rigore lo sfruttamento sessuale, con pene severe per chi impone la prostituzione approfittando di condizioni di vulnerabilità. Il testo prevede reclusioni da 6 a 12 anni e multe fino a 400.000 euro per coloro che esercitano forme di costrizione fisica, psicologica o economica, così come per i gestori di reti di tratta di esseri umani a fini di sfruttamento sessuale.
In parallelo, la legge abbraccia un approccio innovativo al controllo delle attività online, considerato il crescente ricorso a piattaforme digitali per la pubblicizzazione e l’organizzazione dei servizi sessuali. Le pagine web dedicate all’escort dovranno obbligatoriamente registrarsi presso le autorità, sottostando a un regime fiscale e di trasparenza volto a ridurre il lavoro irregolare e illegale. Inoltre, è prevista la tutela della privacy con il diritto all’oblio per chi decide di terminare l’attività, imponendo la cancellazione dei dati personali su richiesta o al raggiungimento dell’età limite stabilita.
Queste misure rappresentano un tentativo concreto di contrastare l’illegalità diffusa e di garantire un contesto più sicuro e regolamentato, riducendo l’abusivismo e offrendo strumenti di protezione efficaci alle lavoratrici e ai lavoratori del settore.
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