Ryanair contro eDreams e Google per la vendita dei suoi voli
Nell’orizzonte del mercato digitale non è semplice spiccare: vince chi è il padrone della piattaforma.
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Dietro a questa parola, sia pure abusata, si cela il significato della causa annunciata oggi e intentata da Ryanair davanti alla Alta Corte irlandese nei confronti di eDreams e Google.
La storia sembra densa di tecnicismi, ma è tutto sommato semplice: Ryanair, che è diventata popolare con i suoi viaggi low cost venduti online, non è contenta del fatto che altre piattaforme vendano i propri biglietti rischiando di confondere i clienti sul soggetto che a tutti gli effetti starebbe vendendo loro il volo.
In particolare, Ryanair lamenta il fatto che eDreams abbia usato un sito web con indirizzo www.ryanair.edreams.com, un dominio considerato «ingannevole» dalla compagnia aerea.
Google, il motore di ricerca che soprattutto in Europa, dove vola la compagnia aerea in questione, ha un enorme potere nell’indirizzare gli utenti che cercano «Ryanair» è accusata di fatto di essere complice di siti come eDreams.
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La vera contesa è sulle percentuali: se un utente cerca su Google un volo Ryanair e compra dal sito della compagnia aerea, il valore del biglietto andrà tutto nelle casse irlandesi governate da Michael O’Leary.
Invece, se l’utente cerca su Google «Ryanair» e compra lo stesso biglietto da eDreams o da altri che hanno comprato uno spazio pubblicitario su Google, Ryanair avrà guadagnato un cliente ma dovrà comunque riconoscere una percentuale alla piattaforma.
La guerra della vendita di biglietti online non è del tutto nuova: pochi mesi fa anche Lufthansa aveva deciso di applicare un costo aggiuntivo di 16 euro a tutti i biglietti non venduti sul sito dell’azienda.
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La battaglia legale che inizierà arriva dopo mesi e mesi di silenziosi scontri tra gli operatori del settore, fino a quando l’11 marzo 2014, Ryanair ha deciso di cambiare la storica strategia: fino ad allora, infatti, i biglietti Ryanair si potevano comprare soltanto sul sito della compagnia.
Poi, per continuare a crescere e riempire le centinaia di aerei ordinati da O’Leary, Ryanair aveva bisogno anche degli utenti delle piattaforme, e ha aperto alle vendite su siti terzi e anche nelle vecchie agenzie di viaggi.
Non si può dire che la notizia di oggi significhi un pentimento rispetto alla strategia «aperta», ma per volare bisogna stare attenti a tutti i fronti.
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