Come garantirsi il diritto alla privacy, Google pronta a dare battaglia in tribunale

Negli Stati Uniti, Google si appresta a combattere una battaglia all’ultimo sangue per garantirsi l’archivio dati che ha raccolto a mezzo WiFi con le auto di Street View.
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Se in Italia il colosso di Mountain View si è rassegnato a pagare una super multa da 1 milione di euro per non essersi piegata per tempo ai voleri del garante della Privacy, negli Usa, la Big G ritiene di giocare in casa e grida ai quattro venti che il suo non è affatto un atto di intercettazione illegale.
La partita, quindi, sarà decisa dalla Corte Suprema degli Stati Uniti dopo che la corte d’appello di San Francisco si è espressa contro Google in quanto insieme alla raccolta degli indirizzi MAC dei router WiFi, utile ad una più accurata geolocalizzazione, la Big G non avrebbe dovuto tra il 2008 e il 2010 archiviare i frammenti di dati che fluivano sulle reti wireless non cifrate.
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Sta di fatto che Google spera ancora di farla franca davanti alla Corte Suprema in quanto sottolinea che la raccolta di questi dati è stata interrotta già da anni e, in ogni caso, di non averli mai utilizzati.
Se poi le reti WiFi non protette dai loro gestori non sono da trattare come ordinarie comunicazioni radio, (le quali, in America, non coperte dalla legge che protegge dalle intercettazioni in quanto chiunque può scegliere di attingervi), è un’altra storia.
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