NFT Art Giovanni Motta esplora il mondo post-apocalittico di Lost Paradise con opere uniche e immersive

Lost Paradise: un viaggio immersivo nel mondo post-apocalittico di Giovanni Motta
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Giovanni Motta offre con Lost Paradise un’esperienza immersiva che trascende la semplice esposizione artistica, immergendo il visitatore in un contesto post-apocalittico profondamente evocativo. La mostra, ospitata presso l’ASSAB ONE di Milano, presenta 15 sagome di JonnyBoy, figure in legno dipinte a mano, ognuna rappresentante un frammento di umanità sopravvissuta alla rovina globale. Questi personaggi sono accompagnati da simboli, oggetti e posture uniche che riflettono temi di forza, ironia e speranza, delineando un racconto visivo che unisce pittura e scenografia teatrale in un’installazione totalizzante.
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Al centro della scenografia si erge una gabbia simbolica che racchiude i “Furbi”, i responsabili della distruzione ambientale e sociale, riconoscibili dalle maschere a specchio. Questa scelta rappresenta una riflessione critica sul cinismo e l’opportunismo come cause della decadenza, senza cadere nella retorica dell’accusa, ma invitando a una profonda introspezione. La gabbia diventa così uno specchio per il pubblico, un monito sul fragile confine tra chi è dentro e chi fuori dall’abisso della distruzione.
Il linguaggio visivo di Motta si nutre di un mix di riferimenti culturali: dal pop all’estetica manga, fino a influenze dalle distopie cinematografiche contemporanee, conferendo all’opera un’impronta estetica ipercontemporanea che cattura e sfida lo spettatore. Lost Paradise si configura come un viaggio esperienziale nel tempo e nello spazio, dove ogni elemento scenico concorre a raccontare la persistente resilienza della gioventù come ultimo baluardo di ribellione e speranza in un mondo in disfacimento.
JonnyBoy e il bambino interiore: simboli e significati nelle opere NFT
JonnyBoy, figura cardine nell’universo artistico di Giovanni Motta, incarna il bambino interiore che persiste immutato dentro ciascun individuo, rappresentando un viaggio simbolico verso una dimensione emotiva e spirituale primordiale e pura. Questa entità funge da ponte tra passato e presente, rievocando un’innocenza perduta e un’energia creativa che si oppone al caos e alla distruzione circostante. L’opera assume così una valenza metaforica, dove JonnyBoy diventa l’ultimo custode della speranza e della tenacia dell’anima umana, sopravvivendo nel deserto di un mondo post-apocalittico.
Per Motta, la presenza di JonnyBoy non è semplicemente un soggetto artistico, ma un rito di passaggio inverso: un invito a riscoprire l’essenza autentica di sé prima che il «rumore del mondo» la soffochi. Ogni sagoma di JonnyBoy nella mostra non solo narra una storia individuale ma esplora anche la resilienza dell’infanzia interiore, che rifiuta la capitolazione di fronte alle macerie sociali e culturali accumulate.
La figura è quindi polarizzante: da un lato riflette un’età di vulnerabilità e purezza, dall’altro incarna la resistenza e la continuità della vita oltre le distruzioni provocate dagli «adulti», simbolo di un sistema autodistruttivo. Questa dialettica è centrale nelle opere NFT di Motta, che attraverso un linguaggio visivo ironico e toccante, invita lo spettatore ad una profonda identificazione e a una riflessione sul proprio percorso esistenziale.
Esperienze immersive e crypto art: dalle installazioni milanesi a Londra
Giovanni Motta consolida il suo ruolo di protagonista nell’ambito della crypto art attraverso installazioni immersive che hanno saputo conquistare città internazionali come Milano e Londra. Dopo il successo di Lost Paradise all’ASSAB ONE, l’artista ha proposto a Londra, nel maggio 2023, un’altra esperienza suggestiva dal titolo Like tears in rain. Questa mostra ha rappresentato un approfondito momento di riflessione sull’esistenza umana e sul trascorrere del tempo, immergendo il pubblico in un’atmosfera contemplativa sulla metafora della vita e della morte.
L’opera londinese ha spostato l’attenzione sul concetto di transitorietà, invitando lo spettatore a meditare sul significato della mortalità e sull’inesorabile passaggio che unisce l’essere umano a dimensioni temporali più ampie. Anche in questo contesto, JonnyBoy si configura come simbolo di innocenza e di memoria, evocando ricordi di infanzia e la gioia ingenua della giovinezza come elementi capaci di opporsi all’oblio.
Le installazioni di Motta si caratterizzano per un coinvolgimento multisensoriale che va oltre la semplice osservazione, consentendo a chi partecipa di vivere un’esperienza emotiva e intellettuale profonda. La fusione di pittura, narrazione visiva e scenografia consente di concretizzare in ambienti stimolanti i temi della sopravvivenza, della memoria e della rinascita, rendendo così le sue opere autentici catalizzatori di riflessione culturale e personale.
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