Lobby crypto spinge per protezioni legali dedicate agli sviluppatori software nella nuova normativa sulle criptovalute

richieste del lobby crypto per protezioni agli sviluppatori
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Le principali associazioni di lobbying del settore criptovalute negli Stati Uniti hanno espresso con fermezza la necessità di includere protezioni specifiche per gli sviluppatori software e i fornitori di infrastrutture tecnologiche all’interno della normativa di regolamentazione del comparto crypto. In una dichiarazione congiunta rilasciata il 5 giugno, organizzazioni come DeFi Education Fund, Coin Center, Solana Policy Institute e altre hanno sottolineato l’urgenza di un emendamento che tuteli gli sviluppatori di piattaforme decentralizzate non-custodial dall’essere erroneamente inquadrati come trasmettitori di denaro, condizione che comporterebbe pesanti oneri regolatori e operativi.
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Il gruppo ha insistito affinché il disegno di legge sulla struttura normativa del mercato crypto includa il Blockchain Regulatory Certainty Act (BRCA), enfatizzando come le figure alla base dello sviluppo software peer-to-peer e delle reti blockchain decentralizzate siano sostanzialmente diverse dalle istituzioni finanziarie tradizionali e non debbano quindi essere soggette allo stesso trattamento legale. Questa posizione nasce dalla volontà di mantenere un ambiente favorevole all’innovazione tecnologica, evitando che requisiti inappropriati soffochino la creatività e l’efficienza di chi opera nel settore.
Neeraj Agrawal, direttore della comunicazione di Coin Center, ha inoltre ribadito l’importanza di vigilare contro potenziali inserimenti normativi che impongano misure di sorveglianza incostituzionali sulle criptovalute, evidenziando la delicatezza e complessità della regolamentazione di un ecosistema in rapida evoluzione. Parallelamente, la stessa lobby ha esortato un’accelerazione nell’approvazione della normativa sulle stablecoin, invitando i legislatori a evitare aggiunte che possano rallentare il processo.
dettagli sul blockchain regulatory certainty act e il clarity act
Il Blockchain Regulatory Certainty Act (BRCA) rappresenta un elemento chiave richiesto dal settore per chiarire lo status legale degli sviluppatori di software e dei fornitori di infrastrutture blockchain. Questo provvedimento mira specificamente a esentare tali soggetti dall’essere classificati come trasmettitori di denaro, categoria soggetta a un regime regolatorio stringente che potrebbe compromettere la libertà operativa e l’innovazione nel campo delle tecnologie decentralizzate. La proposta del BRCA è stata reintrodotta di recente dai Rappresentanti Tom Emmer e Ritchie Torres, che ne sottolineano la necessità di mantenere chiarezza e certezza normativa in un settore altamente dinamico.
Parallelamente, il Digital Asset Market Clarity (CLARITY) Act, presentato alla fine di maggio, si propone di ridefinire in modo più preciso i ruoli della Securities and Exchange Commission (SEC) e della Commodity Futures Trading Commission (CFTC) nella regolamentazione degli asset digitali. Questo disegno di legge intende evitare sovrapposizioni intervenendo con maggiore rigore su alcune categorie di strumenti finanziari digitali, consentendo al contempo una maggiore flessibilità nell’approccio normativo verso le innovazioni tecnologiche.
La richiesta congiunta delle principali organizzazioni del settore è dunque orientata all’inserimento del BRCA all’interno del CLARITY Act, creando un quadro normativo in cui gli sviluppatori di software peer-to-peer non-custodial possano operare senza il timore di inadeguate classificazioni. Tale distinzione è fondamentalmente basata sull’esigenza di preservare le peculiarità delle piattaforme decentralizzate, separandole nettamente dalle istituzioni finanziarie tradizionali, per le quali invece sono necessari meccanismi di controllo più stringenti.
evoluzione delle posizioni governative sulle criptovalute negli stati uniti
Negli Stati Uniti, la percezione istituzionale delle criptovalute ha subito un significativo mutamento nel corso degli ultimi anni. Sotto l’amministrazione Trump, le autorità di regolamentazione hanno iniziato a mostrare segnali di apertura verso un approccio più dialogico e meno punitivo nei confronti del settore. Una testimonianza chiave di questo cambio di rotta è rappresentata dalle dichiarazioni del Presidente della SEC, Paul Atkins, il quale ha annunciato al Senato la fine di un’era caratterizzata da regolamentazioni rigide e coercitive, segnando l’intenzione di adottare un metodo basato sul confronto diretto con gli operatori del mercato prima di emanare normative vincolanti.
Questo nuovo orientamento prelude a una gestione normativa che miri a un equilibrio tra sicurezza degli investitori e sviluppo tecnologico, riconoscendo la complessità e l’innovazione insite nelle tecnologie blockchain. In parallelo, la prossima decisione del Senato statunitense sulla nomina di Brian Quintenz a capo della CFTC assume particolare rilievo: Quintenz, con un patrimonio che include criptovalute per un valore di circa 3,4 milioni di dollari, rappresenta una figura che, per la sua esperienza e conoscenza del settore, potrebbe contribuire a un quadro regolatorio più consapevole e bilanciato.
Questi sviluppi segnalano una crescente consapevolezza istituzionale sul bisogno di regolamentazioni che non penalizzino l’innovazione, ma che anzi ne favoriscano la crescita, integrando misure di tutela appropriate senza ricadere su approcci restrittivi o eccessivamente invasivi. La convergenza tra legislatori e rappresentanti del settore appare quindi imprescindibile per definire un assetto normativo funzionale, capace di sostenere la complessità dei mercati digitali emergenti.
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