La manovrina del governo aiuta l’equity crowdfunding
A fine aprile il governo ha approvato il decreto legge soprannominato “manovrina” che consente a tutte le PMI e non solo alle startup innovative la possibilità di offrire quote al pubblico e di attribuire alle quote diritti diversi. Inoltre, consente anche a tutte le PMI di offrire quote di partecipazione (“stock option”) a dipendenti, collaboratori e prestatori d’opera e di servizi. In pratica ovunque ricorrevano nelle norme precedenti le parole: ‘star-up innovative’ e ‘start-up innovativa’, oggi sono sostituite da: “PMI”.
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Due grandi vantaggi: in primo luogo le PMI non dovranno più sottostare alla norma che impedisce alle srl di differenziare i diritti associati alle quote, visto che a fronte di una partecipazione minima al capitale (è il caso degli azionisti che partecipano alle campagne di equity crowdfunding) l’imprenditore di solito non vorrebbe assegnare anche il diritto di voto in assemblea. Poi è prevista una deroga pure all’articolo che vieta operazioni su quote di srl nell’ambito di piani di incentivazione che prevedano l’assegnazione di quote a dipendenti, collaboratori o membri del Cda, prestatori di opera e servizi anche professionali.
Si tratta di un passo avanti definitivo nella diffusione dell’equity crowdfunding in Italia, in quanto, finalmente, tutto il meglio dell’imprenditorialità italiana potrà accedere ad una forma alternativa di finanziamento privato. Dall’altra parte, è anche una grande opportunità per chi investe i propri risparmi che, quindi, potranno essere devoluti anche a imprese italiane non necessariamente “innovative” in senso tecnologico, ma sicuramente di eccellenza. Imprese che operano in settori quali per esempio il turismo, il design, la moda, la ristrutturazione immobiliare, la preservazione e messa a reddito dei beni culturali, la ristorazione e la produzione alimentare, potranno raccogliere presso il pubblico i fondi necessario il proprio sviluppo in Italia e all’estero.
La notizia è stata diffusa da AIEC (l’associazione equity crowdfunding) e da BeBeez.it. Ecco le parole dell’avv. Alessandro Lerro riportate sul sito di AIEC: “L’intervento normativo costituisce il coronamento degli sforzi che abbiamo profuso con l’Associazione Equity Crowdfunding e con Fabio Allegreni di Crowd Advisors per estendere l’uso di questo strumento a tutte le PMI, a prescindere dai profili di innovatività. Questi saranno premiali per gli investitori, attribuendo loro vantaggi fiscali anche a fronte dei maggiori rischi che caratterizzano l’innovazione. In aggiunta, sarà possibile per tutti investire on-line anche in imprese tradizionali, più stabili e meno rischiose; penso al settore immobiliare, al food, al fashion, all’energia, che sono da anni pilastri della nostra economia. Peraltro, nel secondo caso gli incentivi non vengono meno del tutto poiché si potrà comunque inserire l’investimento in un PIR”.
Dobbiamo ricordare, peraltro, che questa estensione lascia comunque inalterate alcune prerogative di startup e PMI innovative, tra le quali:
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- la detrazione dalle imposte del 30% dell’investimento
- l’esenzione fiscale per il “work for equity” (solo per le startup)
- l’accesso ai fondi di garanzia
Fonte: ActionNews Agenzia di stampa – Per approfondimenti Beebez e Equitycrowdfundingitalia
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