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30 giugno Criptovalute e Fisco: l’Italia tra regole nuove, rischi e soluzioni digitali

  • Direzione Editoriale
  • 13 Giugno 2025
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Il 30 giugno 2025 sarà una data spartiacque per oltre 1,6 milioni di italiani coinvolti nel mondo delle criptovalute. Una scadenza fiscale da non sottovalutare, che rappresenta il primo vero banco di prova dell’apparato normativo introdotto con la Legge 197/2022 e i successivi chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate. Anche chi ha effettuato una sola operazione o detiene pochi euro in Bitcoin è tenuto a compilare i quadri RW (per l’indicazione del possesso di asset esteri) e RT (per il calcolo delle plusvalenze).

Indice dei Contenuti:
  • 30 giugno Criptovalute e Fisco: l’Italia tra regole nuove, rischi e soluzioni digitali
  • L’obbligo fiscale vale per tutti: anche chi ha solo pochi euro in Bitcoin
  • Un calendario fiscale serrato e una compliance sempre più digitale


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È l’effetto di una normativa che sta spostando il focus del Fisco non solo sui grandi trader, ma anche su utenti retail e piccoli investitori.

Il quadro regolatorio è chiaro: va dichiarato tutto, anche staking, airdrop gratuiti, transazioni tra wallet personali e perfino importi irrisori. Una svolta che comporta obblighi puntuali e sanzioni rilevanti. Chi omette la dichiarazione nel quadro RW rischia una multa tra il 3% e il 15% dell’importo non dichiarato, raddoppiata se le criptovalute sono su exchange esteri non monitorati.
Le sanzioni sulle plusvalenze evase arrivano fino al 180% dell’imposta dovuta, più gli interessi. E il criterio di calcolo previsto, il metodo LIFO (Last In, First Out), rischia di aumentare l’imponibile in caso di forte volatilità.

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«Il tema non riguarda solo i trader professionisti, ma un pubblico sempre più ampio di cittadini che si stanno avvicinando agli asset digitali, spesso senza avere strumenti adeguati per gestirli in modo corretto», spiega Federico Pacilli, CEO di Xbooks.

Con il software CryptoBooks, Pacilli ha costruito una risposta concreta a queste esigenze, offrendo una piattaforma SaaS italiana in grado di automatizzare il tracciamento delle operazioni in criptovalute, calcolare le imposte e generare i report fiscali necessari alla dichiarazione.

L’obbligo fiscale vale per tutti: anche chi ha solo pochi euro in Bitcoin

In un ecosistema ancora giovane e in rapida trasformazione, la normativa fiscale sulle criptovalute si sta strutturando per includere ogni livello di esposizione. Non servono portafogli milionari o attività di trading intensivo per rientrare negli obblighi dichiarativi: la sola detenzione di criptovalute al 31 dicembre, anche in wallet personali, rende necessario l’inserimento nel quadro RW. Se poi si sono realizzate plusvalenze tramite vendita, swap o conversione in valute fiat o stablecoin, va compilato anche il quadro RT.

Il carico fiscale, poi, può estendersi a chi supera i 6.000 euro di giacenza media annua, soglia oltre la quale scatta l’imposta patrimoniale (IC). In questo scenario, le implicazioni per chi ignora le regole possono essere gravi: oltre alle sanzioni economiche, si configura il rischio di accertamenti retroattivi, anche su annualità precedenti.

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CryptoBooks, in questo contesto, si posiziona come uno strumento di semplificazione fiscale: supporta la generazione dei documenti necessari per il commercialista o per la compilazione diretta della dichiarazione. In Italia e Spagna ha già gestito oltre 20 milioni di transazioni per più di 5.000 utenti, e sono già operative le fasi di espansione in Portogallo, Germania e Regno Unito.

«Con CryptoBooks vogliamo contribuire a diffondere cultura fiscale, semplificando un processo complesso e offrendo una soluzione concreta per garantire trasparenza e conformità», continua Pacilli. L’obiettivo è ambizioso: normalizzare la fiscalità crypto, rendendola accessibile anche ai non esperti, in linea con le recenti direttive europee come MiCA e DAC8, che nei prossimi anni imporranno standard comuni a tutti i Paesi membri.

Un calendario fiscale serrato e una compliance sempre più digitale

Il 2025 rappresenta un anno chiave per la fiscalità degli asset digitali in Italia. Oltre alla scadenza del 30 giugno, il calendario fiscale prevede numerosi appuntamenti strategici:

  • 30 aprile: apertura della dichiarazione precompilata
  • 30 settembre: scadenza per l’invio del modello 730/2025
  • 31 ottobre: termine per il modello Redditi PF
  • 30 novembre: pagamento della seconda rata IC

In questo scenario, la consapevolezza del contribuente e l’accesso a strumenti affidabili diventano essenziali. Non a caso, CryptoBooks ha già elaborato oltre 55.000 dichiarativi precompilati, offrendo ai contribuenti e ai consulenti fiscali una guida digitale per navigare tra wallet, tassi di cambio, movimenti tra exchange e asset diversificati.

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Sul fronte normativo, la Legge 197/2022 ha tracciato un primo perimetro per la tassazione delle criptovalute. Tra le novità recepite dalla piattaforma figurano anche la franchigia di 2.000 euro sulle plusvalenze fino al 2024 e le interpretazioni più recenti dell’Agenzia delle Entrate, che chiariscono quando un’operazione può considerarsi fiscalmente rilevante.

In questo contesto, la figura di Federico Pacilli rappresenta un esempio di imprenditoria digitale capace di interpretare tempestivamente le esigenze del mercato. Laureato in Banca e Mercati Finanziari all’Università La Sapienza di Roma, ha fondato Xbooks, società specializzata nel software fiscale per investimenti e asset digitali, dopo esperienze con startup come BaasBox e GiroCredito. Oggi, come CEO, guida uno dei progetti italiani più promettenti nell’ambito della digital tax compliance, portando innovazione e chiarezza in un settore spesso opaco e poco normato.

Il prossimo 30 giugno segnerà più di una scadenza: sarà un banco di prova per la capacità degli italiani di affrontare la finanza digitale con maturità e rigore, ma anche per testare l’efficacia di un ecosistema di soluzioni, strumenti e cultura costruito attorno alla trasparenza. Il messaggio è chiaro: non basta “possedere” cripto, bisogna saperle dichiarare.


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