UBS attribuisce a Credit Suisse il ritardo nei target climatici di dieci anni

### Ritardi nei Target Climatici
La recente decisione di UBS di posticipare il suo obiettivo di riduzione delle emissioni a zero netto di un decennio ha sollevato preoccupazioni nel settore bancario e tra gli attivisti per il clima. Questo ritardo, attribuito all’acquisizione di Credit Suisse, segna un cambiamento significativo nella strategia di sostenibilità della banca. Secondo l’ultimo rapporto di sostenibilità dell’istituto, il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni è ora basato su uno scenario globale in cui la temperatura media a lungo termine potrebbe aumentare fino a 2°C rispetto ai livelli pre-industriali. Gli azionisti stanno inoltre considerando la possibilità di abbandonare la precedente promessa di allinearsi a obiettivi più ambiziosi, riflettendo una crescente flessibilità tra le istituzioni finanziarie riguardo alle loro responsabilità ambientali.
### Impatto dell’Acquisizione di Credit Suisse
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Il posticipo dei target di sostenibilità di UBS è strettamente legato alle complessità derivanti dall’assorbimento di Credit Suisse, un’operazione dai risvolti enormi sia economici che strategici. Sergio Ermotti, amministratore delegato della banca, ha chiarito che la necessità di integrare le due realtà bancarie richiede una riorganizzazione delle priorità aziendali, rendendo difficile perseguire simultaneamente obiettivi ambiziosi in materia di sostenibilità. La fusione prevede l’adeguamento di sistemi informatici e la migrazione di clienti, un processo che UBS prevede di completare entro il 2026, implicando risorse significative da dedicare a queste operazioni piuttosto che a iniziative climatiche. Inoltre, Ermotti ha evidenziato la necessità di un approccio contestualizzato e realistico rispetto agli obiettivi climatici, affermando che non è fattibile mantenere gli stessi ritmi e obiettivi in ogni parte del mondo.
### Nuovi Obiettivi di Sostenibilità di UBS
Nel suo ultimo rapporto di sostenibilità, UBS ha apportato modifiche significative ai propri obiettivi climatico-ambientali, influenzate dalla recente acquisizione di Credit Suisse. In particolare, l’istituto ha rimosso una sezione cruciale riguardante l’integrazione di obiettivi ambientali, sociali e di governance nel processo di compensazione. Questo cambiamento è emblematico di un’evoluzione nella strategia della banca, che ora segnala una mancanza di un legame diretto tra le retribuzioni della alta dirigenza e il raggiungimento di specifici obiettivi climatici. Tuttavia, i dirigenti conservano comunque un obiettivo di “ambientale e sostenibilità” come parte della loro valutazione delle performance non finanziarie, che include il supporto alle attività legate all’ambiente dei clienti.
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Inoltre, la banca ha giustificato la revisione dei suoi obiettivi sostenendo di dover tenere conto delle ultime indicazioni normative. Il rinvio nella realizzazione di ambiziosi target climatici sembra riflettere una strategia di adattamento a un contesto normativo in evoluzione, che impone sfide ulteriori nel panorama dei servizi finanziari. Mentre UBS prosegue con l’integrazione di Credit Suisse, il focus immediato sulla migrazione dei clienti e sull’allineamento dei sistemi informatici rischia di limitare le risorse dedicate a iniziative sostenibili, spostando ulteriormente l’orizzonte temporale per i programmi di sostenibilità.
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