Analisi di Ebury, fintech specializzata in gestione del rischio di cambio valutario e pagamenti internazionali
Negli ultimi anni, il settore del turismo si è trovato ad affrontare sfide senza precedenti a causa della pandemia globale e delle tensioni geopolitiche tra Russia e Ucraina. L’aumento dei prezzi delle materie prime e dei costi energetici ha ulteriormente complicato la situazione, insieme all’incremento dell’inflazione e alla crisi economica incombente. Tuttavia, nonostante questi anni complessi, sembra che il settore stia gradualmente riacquistando slancio e riprendendo fiato.
Nel 2022, il turismo internazionale ha registrato un significativo incremento con oltre 900 milioni di turisti che hanno viaggiato a livello internazionale, il doppio rispetto all’anno precedente. E le prospettive per il 2023 sembrano altrettanto promettenti: secondo le previsioni di mercato dell’Osservatorio Confturismo, si prevede che tra giugno e settembre saranno circa 28 milioni gli italiani che partiranno per le vacanze, con una spesa media di 300 euro per un weekend e cifre che aumentano a 540 euro per una vacanza di 3-6 giorni e 1250 euro per una vacanza di almeno 7 giorni. Questo si tradurrebbe in un flusso di circa 47 miliardi di euro nell’economia nazionale.
Le restrizioni legate alla pandemia da COVID-19 che si stanno allentando e l’apertura di nuove destinazioni e mercati stanno contribuendo a sostenere il trend positivo. In particolare, l’Asia e il Pacifico emergono come regioni preferite dai viaggiatori, che cercano esperienze culturali straordinarie e tassi di cambio favorevoli. La complessa situazione geopolitica ha influenzato notevolmente i mercati nel corso dell’ultimo anno, con alcune valute che si sono deprezzate rispetto all’euro. Questa svalutazione ha un impatto positivo sul potere d’acquisto dei cittadini italiani che pianificano le proprie vacanze, consentendo loro di beneficiare di tassi di cambio favorevoli in alcune destinazioni esotiche.
Argentina, Egitto e Turchia… e non solo
Secondo Ebury, azienda fintech leader nel settore dei pagamenti internazionali, delle soluzioni di cambio valuta e dei finanziamenti all’importazione per le imprese, alcune delle destinazioni extra-EU più gettonate e convenienti includono l’Argentina, l’Egitto e la Turchia, grazie all’apprezzamento dell’euro rispetto alle rispettive valute locali negli ultimi dodici mesi.
Ad esempio, l’euro si è apprezzato fino al 100,74% rispetto al peso argentino nel corso dell’ultimo anno, offrendo notevoli vantaggi ai turisti italiani in termini di risparmio e potere d’acquisto durante la visita in Argentina. Situazioni simili si sono verificate anche in Egitto, dove l’euro è salito del 65,71% rispetto alla sterlina egiziana, e in Turchia, dove l’euro è aumentato del 30,58% rispetto alla lira turca. Anche lo yen giapponese si è svalutato rispetto all’euro nel corso dell’anno, permettendo ai visitatori di godere di un aumento del 6,02% nel potere d’acquisto in Giappone.
Tuttavia, alcune destinazioni esotiche come gli Emirati Arabi Uniti e gli Stati Uniti, sebbene gettonate, non offrono vantaggi finanziari significativi agli italiani. L’euro ha perso l’11,55% rispetto al dirham degli Emirati Arabi Uniti e circa l’11,65% rispetto al dollaro statunitense. Attualmente, l’euro e il dirham si avvicinano alla parità con il dollaro, con un valore rispettivo di 1.09 e 4.00.
Un’annata record per il turismo italiano
Se l’apertura di nuove destinazioni e l’opportunità di sfruttare tassi di cambio vantaggiosi stanno alimentando l’entusiasmo dei viaggiatori italiani, promettendo esperienze straordinarie e contribuendo all’economia globale, il 2023 si preannuncia come un’annata record per il turismo italiano. Secondo gli scenari dell’Organizzazione mondiale del turismo (UNWTO), gli arrivi internazionali potrebbero raggiungere l’80% dei livelli pre-pandemici. Dopo la Spagna, l’Italia sembra infatti essere la seconda destinazione europea più popolare al mondo per quest’estate.
In particolare, Milano è una delle città italiane che attira un numero elevato di turisti. Secondo l’analisi dell’Ufficio Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, lo scorso anno la città lombarda ha ospitato 3.100.980 di turisti stranieri su un totale di 5.448.849 visitatori. Tra questi, gli Stati Uniti d’America rappresentano la nazionalità con il maggior numero di visitatori a Milano, con 307.492 americani che costituiscono l’11% del totale. Altre nazioni con un notevole incremento di visitatori includono l’Australia (+1.251% rispetto al 2021), il Brasile (+726%), la Nuova Zelanda (+659%), l’Argentina (+602%), il Sudafrica (+588%) e il Messico (+559%). Tuttavia, si è registrata una diminuzione dei visitatori russi.
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