30 anni, tanti auguri Super Mario!
Super Mario, eterno come Topolino e immutabile come Biancaneve, indenne allo scorrere del tempo e capace perfino di tornare indietro alle origini, infischiandosene della grafica ad alta definizione e dei mondi vasti e infiniti dei videogame di nuova concezione.
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La serie di avventure più nota a lui dedicata, Super Mario Bros., compie 30 anni, non pochi per un videogame, così come non sono poche le circa 300 milioni di copie vendute dal 13 settembre del 1985 grazie ai diciotto capitoli di Super Mario, che diventano diciannove con Super Mario Maker, recentemente uscito per Wii U; se poi aggiungiamo gli altri titoli dove compare, pensate a Mario Kart, si arriva a mezzo miliardo di copie, nulla nel mondo dei giochi elettronici ha mai venduto tanto.
Super Mario, personaggio della Nintendo, è nato in realtà un po’ prima, quando doveva salvare una principessa da uno scimmione in Donkey Kong del 1981, ma a quel tempo non aveva un nome.
Lo ottenne due anni più tardi quando uscì Mario Bros., che poi divenne Super Mario Bros. nel 1985 per la prima console da casa della multinazionale di Kyoto, il Nintendo Entertainment System (Nes).
La persona che ha creato Mario, Shigeru Miyamoto, sembra anche lui immune al passare degli anni: classe 1952, è uno dei più importanti game designer al mondo: “Quando nacque, in Donkey Kong, lo chiamavamo Jumpman o Mr. Video, noi mandavamo i videogame in America alla nostra filiale che li conservava in un magazzino che era di proprietà di un signore di nome Mario.
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Lo staff giapponese che lavorava alla Nintendo America iniziò a chiamare Mario il personaggio di Donkey Kong e la cosa fu contagiosa. E a noi piacque. Poi venne naturale chiamare il fratello Luigi. Luigi infatti è anche una parola giapponese che significa ‘simile’. Luigi è come Mario, solo che è vestito in verde. Qualcuno in seguito sostenne che avevo fatto questa scelta pensando a Luigi Colani, il designer, perché il padre si chiamava Mario. Ma si tratta solo di una diceria”.
Super Mario e Miyamoto hanno visto il business dell’intrattenimento digitale mutare e trasformarsi a ondate successive marchiate Sega, Sony, Microsoft, fino all’uragano delle app scatenato da Apple prima e Google poi.
“Come sarà Mario fra altri trent’anni? Difficile dirlo, non so nemmeno se sarò ancora qui”, conclude Miyamoto, “Ma certo, immagino che lui ci sarà ancora come c’è ancora Topolino. Credo che supererà il confine dei media digitali, esistendo in tante altre forme, iniziando dai parchi a tema. Insomma, è ancora molto giovane Mario e ha tante cose da fare davanti a sé”.
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