Il ruolo dell’avvocato conciliatore
In presenza di un conflitto i metodi per risolverlo possono essere tre: il metodo coercitivo, il metodo valutativo, il metodo conciliativo
In presenza di un conflitto i metodi per risolverlo possono essere tre: il metodo coercitivo che prevede semplicemente e direttamente il sopravvento del più forte; il metodo valutativo con il quale l’individuazione del più forte non viene lasciata allo scontro diretto fra le parti ma viene delegata a un terzo capo tribù, capo villaggio, giudice o arbitro che applicando delle norme accettate dalla collettività o il suo senso di giustizia decide chi è il più forte; il metodo conciliativo con il quale le parti risolvono il conflitto trovando un accordo.
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I METODI PER RISOLVERE I CONFLITTI
Il metodo coercitivo non è accettato dalla società civile. Il metodo valutativo è quello a cui si ricorre prevalentemente, ogni volta che si instaura una procedura giudiziaria od arbitrale. Il metodo conciliativo è sicuramente il più evoluto, tuttavia per molto tempo è stato considerato meno efficiente del valutativo. Il progressivo aumento delle procedure di Conciliazione , prima negli Stati Uniti d’America, poi in Europa in particolare in Inghilterra e nell’ultimo decennio in Italia, dimostra tuttavia che, quando se ne capiscono i meccanismi, il metodo conciliativo può rivelarsi più efficiente del metodo valutativo perché più veloce, meno caro e più efficace.
CHE COSA E’ LA CONCILIAZIONE
Che cosa è la Conciliazione? E’ un procedimento informale nell’ambito del quale le parti ed i loro consulenti si incontrano con un Conciliatore (figura professionale specifica) per esaminare i diversi aspetti di una controversia (economici, relazionali, emotivi) e trovare una soluzione. Il procedimento si struttura in una serie di incontri collegiali e di colloqui separati del Conciliatore con le parti ed i loro consulenti. Gli incontri hanno lo scopo di fare esaminare a ciascuna delle parti le cause della controversia, le loro aspettative, i possibili sbocchi della lite, le possibili soluzioni. Perché questi colloqui non si riducano ad inutili sfoghi personali e ad uno scambio di richieste reciproche è essenziale che il Conciliatore sia un professionista specializzato nelle tecniche di Conciliazione, con una buona conoscenza anche giuridica dei rapporti oggetto della controversia, in grado di valutare gli argomenti personali e tecnici portati al tavolo della discussione dalle parti e dai loro consulenti, e quindi con la capacità di portare i protagonisti da un ragionamento individuale in termini di conflitto ad un ragionamento comune in termini di accordo.
CHI DECIDE IN CONCILIAZIONE
In Conciliazione non c’è un terzo che valuta e decide, pertanto non sono necessarie le restrizioni procedurali che si riscontrano nei procedimenti di tipo decisorio, tese ad assicurare che l’arbitro o il giudice possano fare una giusta valutazione, che vi sia certezza sulle pretese e i diritti che si vogliono fare valere, che ambedue le parti abbiano pari opportunità, che vengano raccolte le prove.
L’esito positivo della Conciliazione dipende dalla capacità delle parti di trovare soluzioni nuove, pertanto la struttura data a questo procedimento vuole agevolare scambio e comunicazione e non crea limiti né agli argomenti che possono essere svolti dalle parti per giustificare la loro posizione, né alle possibili soluzioni, né ai tempi e modi del procedimento che possono essere liberamente concordati tra parti e Conciliatore.
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Tre sono le caratteristiche essenziali: la partecipazione diretta delle parti, e quindi non solo degli avvocati, ma dei gestori dell’impresa perché si è alla ricerca di una soluzione che non sia guidata prevalentemente da una valutazione giuridica del conflitto, ma piuttosto consideri delle soluzioni rispondenti ad esigenze commerciali e pratiche ed è quindi necessario che gli stessi soggetti che hanno vissuto il conflitto riesaminino le circostanze che ne sono state la causa, riflettano sulle conseguenze di un contenzioso e si adoperino per trovare una soluzione alternativa; la volontarietà perché ci può essere Conciliazione solo se le parti sono disposte ad adoperarsi per trovare una soluzione amichevole le trattative; la riservatezza che in Conciliazione, non opera solo verso l’esterno rendendo riservata l’esistenza del procedimento e quanto si svolge durante il procedimento, ma anche all’interno del procedimento: non viene redatto un verbale che registra quanto emerge durante l’incontro, quanto emerge durante la Conciliazione non può essere usato in futuri procedimenti, il Conciliatore può sentire le parti separatamente, quanto viene detto dalle parti al Conciliatore durante i colloqui privati può essere riferito solo con il consenso della parte.
Come si avvia una Conciliazione? Facendo domanda all’organismo di Conciliazione prescelto o determinato per contratto dalle parti. Gli Organismi di Conciliazione riconosciuti sono registrati presso il Ministero della Giustizia
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