Il Robot Flippy assunto in un fast food in California. Fa hamburger e frigge patatine
I robot sono già qui, tra noi e stanno per diventare i nostri colleghi di lavoro. Con tutte le conseguenze occupazionali del caso. Fanno paura non solo per le loro incredibili capacità ma anche perché stanno piano piano sostituendo l’uomo in molti lavori. L’ultimo caso arriva dalla California. A Pasadena una catena di fast food ha assunto il robot Flippy per cuocere gli hamburger e metterli nei panini da servire.
L’automa, un braccio meccanizzato dotato di intelligenza artificiale è stato sviluppato da Miso Robotics insieme al gruppo Cali, proprietario della catena CaliBurger in California. Ma il caso di questo robot non sarà solo un caso isolato. Una volta finita la sperimentazione Flippy dovrebbe arrivare in altri 50 punti vendita entro i prossimi due anni.
Ma come funziona? Il robot Flippy utilizza fotocamere, sensori e un software di apprendimento automatico per localizzare gli ingredienti in una cucina senza aver bisogno di essere riconfigurato ogni volta.
Il sensore è in grado di seguire la cottura della carne e di segnalare quando è pronto a un collega che si occupa di farcire il panino con le salse e gli altri ingredienti.
Ma il robot Flippy non è solo in grado di cuocere hamburger ma anche di friggere le patatine, tagliare le verdure e impiattare. Per ora è inimmaginabile una cucina gestita solo da robot ma diventa realtà che i robot possano sostituire alcune mansioni fino ad ora gestite solo dall’uomo. Un bel salto di qualità quello che si sta verificando in California che però preoccupa a livello occupazionale.
L’Europarlamento ha chiesto più volte una regolamentazione per la robotica e qualche giorno fa sulla questione era anche intervenuto Bill Gates, il fondatore di Microsoft che aveva lanciato la sua proposta che aveva fatto discutere: “I robot che svolgono lavori umani dovrebbero pagare le tasse”.
Secondo alcune stime otto milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti e 15 milioni in Gran Bretagna sono a rischio per l’automazione. E le occupazioni più in pericolo – affermano i critici – sono quelle meno retribuite. Aumenterebbe quindi maggiormente il divario tra ricchi e poveri.