Presentato ‘Resto al Sud’ programma per sostenere le Startup del Sud Italia
Resto al Sud è la possibilità che lo Stato dà ai giovani di inventare e consolidare un lavoro a casa propria. Non ho ancora conosciuto nessuno dei 123.000 cittadini meridionali, un quarto dei quali sono laureati, che sia stato contento di lasciare la propria comunità per andare a cercare fortuna in un altro luogo del mondo.
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Se Resto al Sud terminasse oggi avremmo trovato un lavoro a centomila meridionali. Noi pensiamo che sia possibile accrescere ulteriormente questi numeri, anche perché la dotazione è molto abbondante.
Inoltre, è la prima volta, che il cittadino che si è inventato un lavoro ottiene il 100% di quello che gli serve per diventare imprenditore”.
Lo ha detto l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, concludendo il seminario “Resto al Sud, i nuovi incentivi a sostegno della nascita di nuove attività imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno” che si è svolto nell’aula magna dell’Università di Palermo.
All’incontro hanno partecipato il rettore Fabrizio Micari, l’assessore regionale Gaetano Armao, il responsabile Occupazione, Incentivi e Innovazione di Invitalia, Vincenzo Durante, e il presidente della commissione regionale Abi Sicilia, Salvatore Malandrino.
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“Mi rivolgo direttamente ai ragazzi… Sì perché oggi i nostri interlocutori sono la parte sociale più direttamente impegnata nella costruzione del futuro. Chi vi ha preceduto, e lo ha certificato proprio ieri l’ultimo rapporto dalla SVIMEZ, ha lasciato il Sud in una condizione devastante.
Per un errore nelle politiche di sviluppo degli ultimi 20 anni, lo Stato, piuttosto che investire ha invece disinvestito nell’area del Mezzogiorno, commettendo l’errore più grave…
Non puntare sulle nuove generazioni e sulla loro capacità di creare famiglia, impresa e futuro.”. Così Gaetano Armao, Vicepresidente ed Assessore all’Economia della Regione Siciliana.
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“Il dato che emerge è molto preoccupante, ma dobbiamo muoverci. – ha continuato Armao nel suo intervento – Al Sud mancano circa 70 miliardi di investimento, i due miliardi di ‘Resto al sud’ non possono che essere l’inizio di una strategia più ampia, è quindi fondamentale usare bene questa misura.
Partiamo dalle competenze, nelle imprese come nel settore pubblico, serve una grande campagna di reclutamento dei giovani, in particolar modo nella Pubblica Amministrazione, senza la quale gli apparati pubblici siciliani sono destinata ad implodere.
I giovani devono restare al Sud, in special modo in Sicilia, per far crescere le imprese, ma c’è bisogno di una seria politica infrastrutturale.
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Colgo l’occasione per ribadirlo, non servirebbe a niente finanziare un’impresa, anche con i fondi di “Resto al Sud”, se poi le si impedirebbero gli spostamenti aerei, dato il costo attualmente proibitivo dei biglietti aerei dagli aeroporti siciliani alle mete business italiane, europee ed internazionali.
E’ scandaloso che un giovane startupper siciliano debba spendere oltre 500 euro per spostarsi per lavoro, quando i suoi competitor si muovono con meno di un terzo di quella cifra. Senza parlare poi del danno che queste esose tariffe aeree provocano al Turismo, parte fondamentale del PIL regionale.
Ci vuole una spinta collettiva, per il Sud. Ed in questo il Governo regionale sta facendo il massimo possibile per fornire gli strumenti digitali. La Sicilia è oggi la prima regione in Italia per infrastruttura digitale, con una copertura in Banda Ultra Larga del 90% suo del territorio.
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E’ un lavoro sotterraneo, con cavi in fibra ottica che passano nel sottosuolo, che porterà nel 2022 la Sicilia ad essere l’area più infrastutturata d’Europa. Palermo meglio di Londra.
Utilizzare meglio i fondi europei, è oggi una necessità, siamo passati in un anno dallo 0,79 al 17,79 di spesa certificata, bisogna però spenderli bene per superare il divario tra la Sicilia e le regioni del Nord e soprattutto per recuperare il vantaggio competitivo.
Vi stimolo a spingere di più sull’ICT, guardare al digitale è fondamentale nel presente ma ancora di più per il futuro della nostra Isola.
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Con la legge di bilancio, proporremo “Resto in Sicilia”, offrendo fiscalità di sviluppo mediante l’abbattimento del gettito che incassa la Regione per le imprese che passeranno l’esame di “Resto al Sud”, con lo scopo di unire un vantaggio fiscale a quello finanziario.
L’idea è quella di esentare, attraverso la fiscalità di sviluppo, una quota parte di IVA, Ires e Irpef per un tot di anni alle startup, consentendone la crescita.”. Conclude così il suo intervento il Vicepresidente della Regione Siciliana.
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