Pedali e pedaliere: scegli l’effetto migliore per il tuo sound
Sei un bassista alla ricerca di suoni nuovi? Sei un chitarrista che desidera ricreare il sound dei suoi artisti preferiti? Allora sei nel posto giusto: tutto quello che ti serve sono pedali e pedaliere.
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Spesso, in ambito musicale, ci si chiede cosa sia necessario fare per dare alla propria musica il giusto spessore. Primo fattore di cui tenere obbligatoriamente conto è, ovviamente, la musica stessa. E quindi lezioni, tutorial, letture e tutto quello che può aiutarti per affinare la tua tecnica.
Tuttavia lo studio e il perfezionamento non sono gli unici mezzi sufficienti spesso. L’interpretazione, per esempio, è essenziale se desideri la buona riuscita di un pezzo. A tale sfera appartiene certamente l’atteggiamento con cui affronti i brani, ma non solo prettamente a livello di padroneggiamento dello strumento.
Per riuscire a rendere le mille sfumature che possono appartenere al brano che stai eseguendo è anche necessario dare al tuo strumento le risorse giuste. E tali mezzi, fondamentali, permettono di creare i suoni che cerchi, potenziarli e renderli ottimali.
Ammettiamo che tu sia un chitarrista, ormai esperto o comunque dotato di una buona base. Hai la tua chitarra elettrica in mano e desideri affrontare al meglio il genere di musica a cui fai riferimento. Se stai affrontando un brano di musica alternative rock, per esempio, sicuramente non vorrai i suoni del metal core, nè quelli dell’hard rock.
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E poi, ammettiamo una cosa: quanti musicisti e, magari anche te, aborriscono alcuni generi musicali bollandoli come “eresie”? Ora, spero che questo non sia il tuo caso e sicuramente neanche il mio. Ma “razzismo musicale” a parte, a nessuno, neanche a noi musicisti con una mentalità aperta al mondo del suono, piace ottenere gli effetti sbagliati.
Ogni pezzo ha una sua coerenza e un suo genere di appartenenza e quindi anche la riuscita, qualità e carattere del suono sono fondamentali.
Torniamo all’esempio dell’alternative rock. Essendo io una cantante aperta alla sperimentazione, ho partecipato spesso a band di questo genere (Freddie Mercury non me ne voglia, rimane sempre il numero uno). Ricordo che il problema principale era proprio la chitarra. Il nostro meschino chitarrista, sprovvisto degli effetti necessari, non riusciva a ricreare le atmosfere e il sound che stavamo cercando. E quindi pezzi di artisti come Muse, Paramore, Greenday e chi più ne ha più ne metta, ne uscivano svuotati, “insipidi”.
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Ci servivano effetti corposi quanto a distorsioni per esempio, che sono forse la base dei brani appartenenti all’alternative. Per non parlare di tutto quello che ci sarebbe servito per ricreare al meglio le sonorità dei Muse.
Vi lascio immaginare che fine abbia fatto quella mia vecchia (sottolineo vecchia) band.
Questa guida è stata creata per impedire altri simili “disastri” (scusate la drammaticità, ma la musica è una questione seria).
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Quindi, che tu sia un chitarrista, un bassista o un tastierista, qui troverai i modi migliori per realizzare il sound che stai cercando. Non accontentarti di un suono anonimo, banale e poco pertinente. Con i giusti pedali e pedaliere riuscirai a fare un ottimo lavoro (e non correrai il rischio di perdere rovinosamente la tua band…o, almeno, non per motivi di effetti!)
Pedaliere per strumenti elettrici
Prima di entrare nel vivo delle pedaliere, partiamo da questa premessa fondamentale: le possibilità che hai da chitarrista per personalizzare il tuo suono sono infininte. Va bene, forse non in senso letterale, ma insomma sono veramente innumerevoli.
Questa è una delle principali attrazioni per giovani che desiderano approcciarsi a tale strumento a corda: chi di noi non ha mai desiderato riuscire a tirare fuori dalla propria chitarra l’energia di Slash o la poesia di Santana?
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Per non parlare delle delusioni che possono colpire il suddetto giovane aspirante chitarrista: innanzitutto deve avere la pazienza di impegnarsi nello studio della tecnica base dello strumento prima di poter pensare a degli effetti. Una volta ottenuto un livello sufficiente di padronanza della chitarra, arriva finalmente il momento di vero divertimento.
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Ma da dove iniziare? Se sei anche tu parte di quei giovani alla ricerca di uno sfruttamento migliore della propria fedele chitarra, leggi il prossimo paragrafo e troverai il modo di farti strada tra i mille effetti possibili: delay, distorsione, wah-wah, tremolo e molti altri.
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Delay: uno degli effetti più divertenti
Partiamo da quello che io considero forse l’effetto più divertente da dare ai suoni della tua chitarra: il delay. Chi non è mai rimasto sorpreso e soddisfatto quando lo ha scoperto e usato per la prima volta? Provare per credere!
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Una sola parola: Pink Floyd. I pik floyd, geni della scena rock, sperimentatori per eccellenza , sono forse l’esempio migliore da citare. “All we know is just another brick in the wall”, noi sappiamo anche di più: sappiamo, ad esempio, che in quella comne in molte altre loro canzoni l’effetto di delay è sfruttatissimo.
Ma che cos’è il delay? Il delay è definibile una sorta di eco, per usare un’immagine banale ma ben esplicativa. A differenza del riverbero, che offre la possibilità di tardare le note di una quantità di tempo pari a circa 1 secondo, infatti, il delay permette un ritardo anche di una decina di secondi.
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Si tratta, insomma, di uno degli effetti più idonei alla creazione di un sound psichedelico o sognante, come quello dei grandi Pink Floyd.
Inoltre, non è usato solo dai chitarristi: si tratta di un effetto tanto sfruttato e d’impatto, da essere utilizzato anche dai cantanti ad esempio, qualora desiderino non limitarsi a un semplice riverbero e desiderino osare di più.
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Distorsione: uno degli effetti più sfruttati
I cantanti lo sanno bene (e lo dico per esperienza): la distorsione è uno degli “incidenti” più fastidiosi durante la registrazione o esecuzione di un brano. Un volume troppo alto dell’amplificatore di un basso o di una chitarra o, nel caso di un cantante, cantare ad una distanza eccessivamente ravvicinata dal microfono, possono essere fatali.
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Ma qual è la principale e più bella, a mio parere, caratteristica del rock? Senza dubbio quella di privilegiare e anzi enfatizzare tutto ciò che di per sè o all’interno di comuni contesti è definibile bizzarro o addirittura brutto. E quindi il rock ha fatto anche questo: ha preso quello che normalmente si considera un difetto, un incidente nell’esecuzione di un brano, l’ha potenziato e l’ha reso uno degli effetti più sfruttati dal genere, nella maggior parte delle sue sottocategorie.
Ecco allora che nasce il distorsore: un effetto di chitarra che va ad amplificare la resa del suono distorto a causa appunto di un’amplificazione mal regolata e lo rende unop degli evergreen degli appassionati di chiatarra elettrica.
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Wah-wah: la chitarra che “piange”
Frank Zappa dichiarava di essere stato il primo ad utilizzare il wah-wah, un altro degli effeti che ha riscontrato più successo nella storia del rock. Ma (e non me ne voglia mr. Zappa) a titolo d’esempio penso sia giusto citare il grande Kimmy Pge, noto chitarrista dei Led zeppelin, che utilizzava il wah-wah, accostandolo spesso alla tecnica dell’arco del violino.
Anche in questo caso, come per quanto riguarda il delay, la possibilità di ottenere un sound un po’ più psichedelico è evidente: per chiare quest’idea, rimando ancora ai brani dei Led zeppelin.
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Cos’è il wah-wah? Il nome parla da sè: si tratta di un effetto che rende il suon simile a un vagito o un miagolio. Viene, infatti, anche chiamato “cry baby” per evidenziare appunto la sua somiglianza col “pianto di un bambino”. Oggi viene molto sfruttato anche in ambito metal, giusto per sottilinearne il successo.
In ogni caso si tratta di un pedale che sfruttando un filtro a banda stretta gioca con i cambi di frequenza: produce infatti un graduale cambiamento di toni che passano da essere acuti ad alti. Tale processo viene inoltre gestito e regolato a piacere da un potenziometro.
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Chorus: l’ultimo tocco di classe
Per concludere questa breve selezione di effetti per chitarra vorrei proporti il chorus.
Il chorus è un altro effetto prevalentemente usato per la chitarra ma non solo. Ad esempio, anche, il canante lo utilizza come effetto da dare alla voce e quindi al microfono. Ma non solo: viene addirittura utilizzato anche nell’ambito di strumenti da orchestra quale il violino e gli archi ad esempio.
In cosa consiste il chorus? Si tratta di un effetto che permette un mix di più tonalità dello stesso suono contemporaneamente. Mi spiego meglio: tramite questo effetto, ongi suono prodotto verrà reso dal suono stesso e da altre due voci compresenti che andranno ad arricchirlo. Si tratta, insomma, della possibilità di realizzare un’armonizzazione e la simulazione dell’utilizzo di tre diversi suoni, con un solo strumento e un solo reale suono!
Il mixer, infatti, dopo aver ricevuto l’esecuzione di un suono restituisce un coro di più suoni.
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Ora hai alcuni dei migliori e più diffusi effetti da strumento elettrico. Scegli quello che fa per te!
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