Intelligenza Artificiale sceglie partiti tradizionali in esperimento svizzero innovativo e sorprendente

Opinioni dell’IA sui progetti urbani a Zurigo
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ChatGPT e il modello Llama 2 sono stati coinvolti in un esperimento condotto dall’ETH Zurich per valutare le loro preferenze riguardo a progetti di sviluppo urbano nella città di Zurigo, evitando domande politiche dirette che avrebbero portato risposte evasive. In particolare, l’IA ha espresso giudizi su iniziative come la pedonalizzazione di Langstrasse, la creazione di un festival multiculturale in Sechseläutenplatz e un evento dedicato ai bambini nel Leutschenpark. Questi progetti sono stati selezionati per verificare quali proposte l’intelligenza artificiale ritiene possano migliorare la qualità della vita cittadina.
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Al fine di confrontare le preferenze della macchina con quelle umane, i ricercatori hanno messo a confronto le scelte dei modelli IA con quelle di 180 partecipanti in un esperimento analogo. Le modalità di selezione includevano attribuzioni di punteggi ai singoli progetti, votazioni multiple e l’adozione della procedura di voto preferenziale (ranked choice). Questo approccio ha permesso di valutare con precisione il comportamento decisionale dell’intelligenza artificiale in un contesto di partecipazione civica reale e articolata.
Confronto tra comportamento elettorale umano e dell’IA
L’analisi condotta dall’ETH Zurich ha evidenziato differenze sostanziali tra le decisioni prese dall’intelligenza artificiale e quelle dei partecipanti umani. Mentre i modelli di IA tendevano a selezionare tipicamente un numero fisso di progetti, spesso quattro o cinque, le persone manifestavano un ampio spettro di preferenze, scegliendo variamente da uno a molti progetti, riflettendo così una maggiore eterogeneità nelle opinioni.
Questo dato sottolinea come le IA dimostrino un comportamento più uniforme e standardizzato, che potrebbe essere riconducibile a una limitata capacità di diversificare i giudizi in risposta a fattori contestuali o soggettivi, evidenziando la presenza di un bias WEIRD (Western, Educated, Industrialised, Rich, Democratic). Parallelamente, si è osservato che l’ordine in cui venivano presentati i progetti influenzava le scelte dell’IA, segnalando limiti nella sua autonomia decisionale e potenziali distorsioni che – se applicate agli elettori umani – sarebbero problematiche.
Interessante è stato anche il fatto che l’IA mostrasse una predilezione per progetti meno costosi, in netto contrasto con i votanti umani, spesso meno sensibili ai costi. Questa maggiore propensione al rispetto del budget indica una differenza qualitativa nei criteri di valutazione tra IA e umani, suggerendo che i modelli artificiali possano integrare un approccio più razionale, almeno in termini di sostenibilità economica delle scelte.
Implicazioni per la democrazia e prospettive future
L’adozione crescente di sistemi di intelligenza artificiale nelle dinamiche democratiche solleva questioni fondamentali riguardo all’integrazione tra tecnologia e processo decisionale collettivo. Lo studio condotto all’ETH Zurich indica chiaramente come l’IA possa rappresentare un valido supporto nel migliorare la qualità delle scelte, soprattutto in contesti come i referendum svizzeri, dove la razionalità e l’analisi delle informazioni giocano un ruolo centrale. Tuttavia, la responsabilità rimane sempre in capo agli esseri umani, motivo per cui i ricercatori sottolineano l’importanza di un approccio “human-in-the-loop”, in cui l’IA funge da strumento di sintesi e approfondimento, senza sostituire l’agenzia decisionale dell’elettore.
Dal punto di vista tecnico e etico, emerge la necessità di sviluppare linee guida precise e trasparenti per la gestione dei dati personali, considerato che l’efficacia degli agenti digitali dipende dalla capacità di rappresentare fedelmente le preferenze individuali senza compromettere la privacy degli utenti. I dati demografici e le opinioni raccolte tramite sondaggi possono essere utilizzati per creare “gemelli digitali” degli elettori, ma questo implica una discussione pubblica approfondita sui limiti tra utilità e tutela della riservatezza.
Inoltre, la sperimentazione svizzera evidenzia l’opportunità di impiegare l’IA per aumentare la partecipazione elettorale, specialmente nelle votazioni locali, spesso caratterizzate da un’alta astensione dovuta a carenza di informazioni. Strumenti digitali che presentino sintetiche spiegazioni e chiarimenti su questioni complesse potrebbero contribuire a una cittadinanza più attiva e consapevole, rafforzando così la qualità democratica complessiva.
Nonostante le potenzialità, è cruciale riconoscere i limiti attuali dei modelli di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, la cui affidabilità è condizionata dalla qualità e veridicità dei dati di addestramento. Perciò, approcci mirati e specializzati, dotati di banche dati rigorosamente controllate e aggiornate, risultano preferibili soprattutto quando si tratta di supportare decisioni elettorali e politiche.
La combinazione tra modelli intelligenti e istituzioni democratiche potrebbe portare a una progressiva trasformazione degli strumenti deliberativi, passando da un supporto informativo a una partecipazione più attiva attraverso agenti digitali capaci di analizzare, argomentare e proporre soluzioni. Si tratta di un’evoluzione che richiede un equilibrio tra innovazione tecnologica e salvaguardia dei principi democratici fondamentali.
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