IL CORONA VIRUS SEGUE UNA LOGICA matematica
R0, il parametro fondamentale
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Quando abbiamo di fronte una malattia infettiva, si descrive la sua contagiosità tramite il fattore R0, detto numero di riproduzione di base. R0 misura quanti individui, in media, ciascun infetto può contagiare in una comunità completamente suscettibile alla malattia. In termini matematici, R0 è un dato statistico-descrittivo e, attenzione, assolutamente non deterministico. Infatti, se ad esempio per una data malattia R0=2R0=2, significa che in media un infetto contagia 2 persone, a loro volta i due individui ne contagiano 4, e così via, dando via ad una legge di contagio esponenziale.
R0 “numero di riproduzione di base” è il parametro di riferimento in un’epidemia che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione completamente suscettibile cioè mai venuta a contatto con il nuovo patogeno emergente: misura la potenziale trasmissibilità di una malattia infettiva.
Quindi, come dicevamo, se una malattia infettiva ha un R0 = circa 2, significa che in media un singolo malato infetterà due persone. Quanto maggiore è il valore di R0 e tanto più elevato è il rischio di diffusione dell’epidemia. Se invece il valore di R0 fosse inferiore ad 1 ciò significa che l’epidemia è in via di riduzione.
Il coronavirus
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Inizialmente il R0 del coronavirus era stimato tra 1,4 e 3,8 nelle aree colpite. Una stima più precisa, ma non confermata, attualmente è di 2,5.
In particolare, come sta avvenendo in alcune località italiane, in Cina e in altri Paesi, anche le misure di allontanamento sociale (ad es. la sospensione di aggregazioni pubbliche e del trasporto) e la riduzione della trasmissione per contatto (ad es. mediante l’uso di misure di protezione personale da parte degli operatori sanitari) comporterebbero riduzioni del numero di riproduzione di base.
Ovviamente R0<1R0<1, è l’obiettivo da raggiungere rapidamente: il virus è destinato a scomparire col passare del tempo, poiché ciascun contagiato, in media, non riesce a infettare nemmeno una persona.
R0 e mortalità del virus sono collegati? Assolutamente no!
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Non vi è alcun legame statistico tra la letalità del virus e la contagiosità. Come si calcola la letalità, dunque? Banalmente, basta dividere il numero dei morti per il numero di contagiati. Il problema reale è che le stime dei contagiati nel mondo sono decisamente inattendibili. Ciò dipende dal fatto che vi sono tantissimi contagiati, soprattutto nella zona di Wuhan, che magari hanno contratto il virus con lievi sintomi e quindi rappresentano casi non registrati nel grande database del CoVid-19. Considerando circa 80 mila contagiati in tutto il mondo, la mortalità del Coronavirus si attesta intorno al 2%, ma se è vero che i contagiati sono molto più di quelli registrati, probabilmente la mortalità scenderebbe di più della metà.
La mortalità non preoccupa molto gli esperti: il problema è che in diversi casi il Coronavirus richiede il ricovero, ma i posti in terapia intensiva scarseggiano anche nelle strutture meglio preparate a queste situazioni di emergenza. Il che comporta danni ingenti al sistema sanitario ed economico nazionale e mondiale.
Pierfrancesco Majorino parla con Maria Rita Gismondo, direttrice Microbiologia clinica
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“Sono giorni complicati e difficili. Giorni “sospesi”. Facciamo i conti con minacce globali e insicurezze locali.” Dichiara Pierfrancesco Majorino, eurodeputato per il Partito Democratico, Assessore alle Politiche sociali e Cultura della salute del Comune di Milano. “Di questo e altro ho parlato, in una chiacchierata molto informale, ricavata in un suo ritaglio di tempo, con una persona che conosco da anni perché incontrata nelle “strade” del sociale milanese: Maria Rita Gismondo, direttrice Microbiologia clinica, virologia e diagnostica bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano. Qui la conversazione. E qui anche l’intervento che ho pubblicato il 26 febbraio su La Repubblica nel quale affronto l’aspetto dei rischi per l’economia.”
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