Il “caro bollette” non è più sostenibile. Cosa si può fare?
Nella Manovra di Bilancio vengono stanziati 3,8 miliardi per fare fronte all’innalzamento dei costi di gas ed elettricità. Nel primo trimestre del 2022 si è registrato un aumento del costo dell’energia elettrica per le famiglie del 55% e del 41,8% per quella del gas.
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Chiediamo il parere di Alessia Potecchi, Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD di Milano Metropolitana: “Lo stanziamento di 3,8 miliardi è una misura importante ma non ancora sufficiente: sulla questione del caro bollette il PD sta chiedendo insistentemente al governo un ulteriore stanziamento di risorse per aiutare le famiglie e le imprese a reggere un’ondata di aumenti che rischia di rallentare la ripresa economica e sociale”.
Quali sono le novità?
“Il Premier Draghi ha annunciato novità importanti contro il caro bollette e un intervento di ampia portata, la cifra non è decisa ma si parla di un Decreto fra i 5 i 7 miliardi, senza deficit ma finanziato con le risorse disponibili a bilancio. Il PD su questa questione ha messo in campo delle proposte concrete: lo stop ad aumenti per famiglie e imprese, l’aumento della produzione nazionale di gas, l’aumento della produzione di energie rinnovabili e aiutare le famiglie a ridurre i consumi tramite l’efficientamento energetico. L’obiettivo è insomma quello di rendere il Paese più autosufficiente sul fronte energia, soprattutto in una situazione di emergenza aggravata anche dalla crisi ucraina. Si intende agire su più questioni, innanzitutto i bonus sociali destinati alle famiglie a basso reddito, incrementando il contributo oppure allargando la platea dei destinatari elevando il tetto ISEE previsto che attualmente è di 8.265 euro, raddoppiare la produzione di gas nazionale rafforzando la capacità estrattiva dei giacimenti attivi, mettere in campo nuove semplificazioni per dare maggiore slancio alle rinnovabili incentivando uffici e scuole ad andare in questa direzione. Il nostro paese è quello che in Europa fa più fatica su queste problematiche perché è quello che dipende di più dalle importazioni, per citare qualche dato, su 70 miliardi di metri cubi consumati lo scorso anno ne sono stati prodotti in loco solo il 5% una cifra molto bassa.”
D’accordo, ma abbiamo le risorse?
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“Le risorse per concretizzare questi progetti sono reperibili su due fronti: i proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 che si stimano in oltre tre miliardi e mezzo, tenendo conto che un miliardo e duecento milioni sono già stati utilizzati nel Decreto Sostegni e la tassa temporanea sugli extra profitti dei produttori di energia. Nel decreto che arriverà in CDM a breve potrebbero entrare anche alcune misure atte a correggere la norma relativa al Superbonus che limita ad una sola volta la cessione dei crediti e anche qui si sta cercando di sbloccare la situazione relativa ad un provvedimento importantissimo per investimenti ed edilizia. Dobbiamo essere impegnati per aiutare cittadini, comuni ed imprese a fare fronte a questa questione nel più breve tempo possibili e ad attuare il PNRR in tutte le sue parti per mantenere la tempistica degli impegni e dei progetti che sono stati presentati a fronte dell’erogazione delle risorse destinate al nostro paese. Il Piano è la vera opportunità per il nostro paese non solo per recuperare quello che abbiamo perso a causa della pandemia ma rappresenta la chiave di volta per lasciarci alle spalle venti anni di stagnazione, questa è la vera sfida che noi dobbiamo cogliere, cioè porre il nostro paese su un percorso di crescita molto più sostenuto rispetto al passato e molto più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale come ci chiede l’Europa”.
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