Se l’ideatore di Facebook critica Facebook e lo teme

Lo ha creato e ora si dissocia. Sean Parker è il fondatore di Napster ed è stato membro del team che ha dato vita a Facebook. Ora però ne prende le distanze e anzi non nasconde di temere anche i suoi effetti.
Facebook fa paura
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Le sue parole sono quasi un campanello d’allarme. Facebook e gli altri social media “approfittano delle vulnerabilità della psicologia umana” con un meccanismo che crea dipendenza, “Dio solo sa cosa sta facendo alla mente dei bimbi“.
L’ex presidente di Facebook, che ha fondato e dirige il Parker Institute for Cancer Immunotherapy, in un evento pubblico ha detto di considerarsi un ‘obiettore di coscienza’ dei social media. E ha rivelato che cosa c’è dietro ai social e gli effetti che hanno nel nostro cervello.
Effetti di Facebook sul cervello
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“Il processo creativo dietro queste applicazioni, a partire da Facebook, è stato ‘come posso consumare più tempo e attenzione possibile?’ E questo voleva dire cercare il modo di dare una piccola dose di dopamina ogni tanto, ad esempio un ‘like’ alla tua foto o al tuo post. E questo porta a produrre più contributi, che danno più interazioni e commenti. E’ un ‘loop’ di validazione sociale, esattamente quello che un ‘hacker’ come me cerca perché si sta sfruttando una vulnerabilità della psicologia umana”.
Facebook ci rende vulnerabili
Insomma i social ci rendono vulnerabili, ci spogliano delle nostre certezze per renderci più fragili. E Parker fa un mea culpa. Due sono gli effetti del social. Il primo è che produce un effetto di “illusione storica”, cioè sembra che sia passato molto più tempo da quando ci siano iscritti. Il secondo aspetto riguarda l’aspetto mutevole di Facebook. Non è lo stesso di quando è nato ma è cambiato anche rispetto a qualche mese fa.
E’ come se ci sfuggisse di mano e quindi al momento è prematuro capire realmente gli effetti sui di noi e sul nostro cervello. Di studi ce ne sono diversi ma siamo ancora nella fase di test.
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