Renzi: “La Digital Tax in Italia a partire dal 2017”
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“I grandi player dell’economia digitale e mondiale, che per me sono dei miti, perché Apple è bellissima e Google è bellissima – ha dichiarato Renzi – hanno un sistema che gli permette di non pagare le tasse nei luoghi dove fanno business.
Stiamo aspettando da due anni che ci sia una legge europea e attenderemo anche tutto il primo semestre del 2016, ma dal 2017 immaginiamo una Digital Tax che vada a far pagare le tasse nei luoghi dove fanno business. Non si arriverà a cifre straordinarie e non basteranno a risollevare l’economia, ma la Digital Tax è una questione di giustizia”
Difficile capire quale soluzione vorrà adottare il Governo, anche perché Renzi parla di una soluzione tutta nuova: viene in mente la proposta di legge presentata qualche mese fa alla Camera dai deputati di Scelta Civica Giuseppe Quintarelli e Giulio Cesare Sottanelli, che prevede una ritenuta alla fonte del 25% sulle transizioni digitali e il recupero di circa 2/3 miliardi sulla base di 11 miliardi di imponibile.
L’Italia ha provato più volte a introdurre una sorta di regolamentazione fiscale per multinazionali come Amazon e Apple, ma tutte le volte le proposte sono state respinte in quanto il tema sarebbe da affrontare a livello europeo: il deputato del PD Francesco Boccia aveva ad esempio presentato un emendamento alla legge di Stabilità per la reintroduzione dell’obbligo di partita iva per chi vende servizi pubblicitari in Italia, emendamento poi respinto.
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Ora, Europa o non Europa, la Digital Tax si farà, anche se uno dei grossi bersagli europei ha pensato bene di adeguarsi prima di essere colpita.
Amazon, più volte al centro di indagini per questioni legate proprio all’elusione fiscale, dal 1 maggio 2015 ha infatti aperto partita iva italiana e ha iniziato a pagare tutte le tasse sui beni venduti tramite i suoi store di e-commerce, emettendo regolare fattura italiana.
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