Dal contante al cashless. La Svezia avanti a tutti. Un chip nella mano.
“Stiamo andando verso una società in cui il contante sarà sempre meno utilizzato e la Svezia è l’unico Paese dove la domanda di cash è in discesa, mentre in altri tale indice risulta piuttosto stabile” dichiarava già nel maggio 2016 Björn Segendorf, adviser e researcher al Financial Stability Department della Sveriges Riksbank, la Banca centrale di Svezia, nel delineare le sfide future per la creazione di una cashless society durante il convegno “Towards a Cashless Society?” tenutosi presso la residenza dell’ambasciatore svedese in Italia, Robert Rydberg.
Non sprecare soldi comprando pubblicità programmatica ma investi su contenuti eterni. ==> LEGGI QUI perchè.
Il rapporto, sul quale si basava l’economista per le sue affermazioni, era stato realizzato da The European House – Ambrosetti: riaggiornato nell’aprile 2017, confermava sostanzialmente le stesse posizioni, ribadendo l’obiettivo di “rafforzare il dialogo e le relazioni tra gli attori dell’industria dei pagamenti, la comunità imprenditoriale ed industriale e quella istituzionale e produrre conoscenza e proposte per promuovere la cashless society e opportunità di crescita e di modernizzazione del sistema-Paese”.
SVEZIA CASO UNICO
Il caso della Svezia è veramente unico. La dematerializzazione del contante è una realtà consolidata in Svezia dove solo un quinto degli svedesi paga in cash durante gli acquisti nei negozi. L’utilizzo delle tessere di pagamento è di 300 transazioni pro-capite l’anno contro le 37 per persona in Italia. E c’è di più … nelle chiese le offerte si raccolgono con il Pos.
Il report evidenza che il 26% dei commercianti svedesi interpellati potrebbe continuare ad accettare contanti fino al 2020, un altro quarto fino al 2025 per finire con un terzo dopo il 2030. Non si parla solo di passi da gigante verso un’economia cashless, qui si parla ormai di fantascienza. Tremila cittadini svedesi si sono fatti impiantare sotto la pelle della mano un chip Nfc per pagare contactless il biglietto del treno e altre spese ricorrenti, di importi per ora limitati. Ma questa sperimentazione sta procedendo rapidamente verso ulteriori utilizzi.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
ITALIA FANALINO DI CODA
L’Italia, come si può immaginare, è uno dei fanalini di coda in questa transizione dal contante al cashless. Il contante in circolazione continua ad aumentare (+6,9% nel periodo 2014-2015) e, in termini di peso del circolante sull’economia (cash intensity), il nostro Paese risulta – su 131 economie mappate – la seconda peggiore nell’UE e la venticinquesima peggiore al mondo (11,2% rispetto al 9,7% dell’Eurozona).
I FATTORI ACCELERATORI
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.
In questo contesto, è importante valorizzare i fattori acceleratori che possono agire da volano per la diffusione dell’uso dei pagamenti digitali. Infatti alcuni elementi contribuiscono a creare una maggiore abitudine all’uso delle soluzioni di pagamento elettronico da parte dei cittadini, tra cui forme di gamification come il meccanismo della “lotteria degli scontrini” proposto dalla Community Cashless Society nel 2016 e su cui il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Entrate stanno lavorando per l’avvio della sperimentazione della “lotteria dei corrispettivi” ai fini dell’emersione del sommerso.
I pagamenti elettronici rendono infatti l’evasione e la frode fiscale più difficili: in tal senso, la tracciabilità permessa dall’acquisizione tempestiva dei dati delle transazioni commerciali, soprattutto se concluse mediante pagamenti elettronici, permette controlli più efficaci e tempestivi da parte dell’amministrazione finanziaria.
Non buttare via soldi per comprare contenuti effimeri sui social media. ==> LEGGI QUI perchè.