Chatbot AI e propaganda russa: dieci esempi sorprendenti da conoscere subito

Dieci chatbot AI influenzati dalla propaganda russa
Recenti indagini hanno rivelato che dieci tra i più noti chatbot AI sono stati in qualche modo compromettersi dalla propaganda russa. Secondo gli esperti di NewsGuard, nel corso del 2024, oltre 3,6 milioni di articoli sono stati pubblicati su una rete di siti web, veicolando notizie false. Questa manipolazione mira a influenzare gli algoritmi di intelligenza artificiale, con la diffusione di fake news che si infiltrano nelle risposte fornite da questi strumenti. Una prova tangibile di tale fenomeno è representata da 15 fake news selezionate da 150 siti sostenitori del Cremlino, analizzate tra aprile 2022 e febbraio 2025. I risultati sono preoccupanti e pongono interrogativi seri sulla credibilità di queste tecnologie nell’era della disinformazione.
Strategie della propaganda russa
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La propaganda russa ha attuato strategie articolate per sfruttare i chatbot AI, mirate a diffondere disinformazione in modo sistematico. Queste strategie includono la creazione di una rete estesa di siti web pro-Cremlino, dove vengono pubblicati articoli manipolati con l’obiettivo di influenzare le opinioni pubbliche globali. Attraverso una produzione massiccia di contenuti artefatti, propagandisti cercano di aumentare la visibilità delle loro false notizie, rendendole integrate nei dataset utilizzati per il training dei modelli di intelligenza artificiale. I chatbot, in quanto strumenti sempre più utilizzati per l’informazione, diventano thus bersagli strategici, poiché le loro risposte possono veicolare direttamente queste fake news agli utenti finendo per legittimare narrazioni false.
Influenza sui chatbot AI
Un’analisi condotta da NewsGuard ha dimostrato che i dieci chatbot AI più utilizzati presentano una significativa vulnerabilità all’influenza della propaganda russa. Questo fenomeno è particolarmente preoccupante, poiché il 33,55% delle risposte fornite da questi chatbot si basa su informazioni false. In uno studio, sono state esaminate 450 risposte da ciascun chatbot rispetto a un campione di 15 domande, identificando ben 92 articoli contenenti disinformazione. Alcuni esempi includono fake news che sostenevano che il Presidente dell’Ucraina avesse bloccato il social network Truth Social, una dichiarazione priva di fondamento poiché la piattaforma non è mai stata disponibile nel paese. L’assidua diffusione di contenuti errati ha portato a un’errata legittimazione di narrazioni infondate. Questo scenario mette in evidenza un rischio reale: i chatbot, concepiti per fornire informazioni affidabili, possono diventare veicoli di disinformazione se non gestiti con attenzione.
Raccomandazioni per gli utenti
È fondamentale che gli utenti comprendano l’importanza di un’accurata verifica delle informazioni fornite dai chatbot AI, soprattutto in un contesto in cui la propaganda russa ha influenzato significativamente il loro output. Prima di accettare qualsiasi risposta come verità, è consigliabile eseguire un confronto cross-referenziale con fonti autorevoli e verificate. Gli utenti dovrebbero avvalersi di strumenti di fact-checking e consultare organi di informazione riconosciuti che operano con standard editoriali elevati. Inoltre, è importante segnalare eventuali contenuti sospetti ai fornitori dei servizi, contribuendo così a migliorare la qualità e la responsabilità delle tecnologie AI. Infine, formarsi una coscienza critica riguardo all’uso delle informazioni e rimanere vigili nei confronti delle fonti potenzialmente manipolate, permette di navigare con maggiore sicurezza nel vasto mare di informazioni a cui veniamo esposti quotidianamente.
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