Basta Bitcoin … in Estonia nascono gli Estcoins
Basta bitcoin – non sono una moneta legale. Kaspar Korjus, Direttore del programma e-Residency in Estonia, indicato da Forbes Estonia come la prima in classifica delle persone “under 30” nel settore tecnologia e finanza, è molto chiaro nella sua nuova proposta, assolutamente legale.
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Partiamo con una premessa di due anni fa, quando anche in Italia è stata lanciata la e-residency estone. Il programma di e-Residency, forse uno dei più importanti esperimenti governativi del XXI° secolo, iniziato quasi 20 anni fa, dopo che l’Estonia ha deciso di diventare completamente digitalizzata, è ora operativo dappetutto. Qualunque cittadino del mondo, che risponda a minimi requisiti di affidabilità, può richiedere all’Estonia un documento di residente virtuale e un’identità digitale. Si parla di 10 milioni di e-Estoni entro il 2025.
Kaspar Korjus si era chiesto:”L’Estonia ha solo 1,3 milioni di residenti, ma cosa succederebbe se il nostro Paese avesse 10 milioni di abitanti digitali?” Infatti ogni cittadino e ogni e-residente può già da un paio d’anni ottenere un’identità digitale protetta che consente loro di accedere ai servizi pubblici dell’Estonia interamente online. Questo riduce la burocrazia e rende più facile la vita quotidiana, specialmente per gli imprenditori.
“Così ci siamo chiesti: perché fermarci?” prosegue Kaspar Korjus “La nostra infrastruttura digitale può gestire molti più utenti rispetto alla popolazione attuale. Se qualcuno, ovunque, può richiedere un’identità digitale rilasciata dal governo estone, potrebbe anche accedere ai nostri servizi pubblici e al nostro ambiente imprenditoriale e quindi godere di molti dei nostri stessi vantaggi online, soprattutto quando si tratta di avviare e gestire un’azienda, non importa dove ciascuno si trovi nel mondo”. Di conseguenza, l’Estonia è diventata il primo Paese a lanciare il concetto di e-Residency.
Ora si affaccia al panorama internazionale un nuovo aspetto del programma gestito da Kaspar Korjus. L’Estonia potrebbe offrire una sorta di valuta virtuale, gli “Estcoins“, (una sorta di nuovi Bitcoins) ai residenti virtuali. L’offerta pubblica iniziale, invece di chiamarsi IPO, si chiamerà ICO (Initial Coin Offering). È chiaro che esiste un forte interesse per le criptovalute e altre soluzioni basate sulle blockchain. Ma soprattutto per valute legali, che non si prestino ad abusi e riclaggio.
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Proprio come la e-Residency, le criptovalute si sono evolute da un’idea di nicchia a una dimensione sempre più normale della vita moderna per le persone in tutto il mondo, perché offrono vere soluzioni a problemi reali. Molti Paesi hanno iniziato a sperimentare l’introduzione di proprie valute digitali: la Cina ha anche sviluppato una criptatura prototipale, che però è ancora in una fase iniziale e sarà disponibile, secondo il Governo, solo fra una decina d’anni.
Dopotutto, quando si parla di “investire in un Paese”, si intende investire in opportunità legate a quel Paese. Una ICO, sostenuta dal Governo estone, darebbe a più persone la possibilità di investire sul futuro del Paese, oltre ad attirare più competenze e idee per crescere in modo esponenziale.
Come funzionano gli Estcoins?
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“Un ICO all’interno dell’ecosistema di e-Residency creerebbe un forte allineamento incentivante tra i residenti e i fondi raccolti. Si andrebbe oltre l’aspetto economico, rendendo i residenti “e-privati” parte attiva di una comunità, in quanto ci sono più cose che possono fare insieme” dice Vitalik Buterin, fondatore di Ethereum, una piattaforma web 3.0 decentralizzata, e cofondatore di Bitcoin Magazine, un sito e una rivista cartacea che trattano di argomenti relativi ai Bitcoins. “Inoltre, se questi Estcoins vengono rilasciati con una blockchain (potrebbero anche essere emessi in più formati) sarebbe facile e conveniente utilizzarli all’interno di moderni contratti (smart contracts) e altre applicazioni”.
I fondi raccolti attraverso gli Estcoins potrebbero essere gestiti tramite un partenariato pubblico-privato e utilizzati solo come descritto nell’accordo per aiutare effettivamente a costruire la nuova nazione digitale. Ciò consentirebbe all’Estonia di investire in nuove tecnologie e innovazioni per il settore pubblico, dagli smart contracts all’intelligenza artificiale. Inoltre, una grande parte dei fondi potrebbe essere utilizzata come un fondo venture gestito per conto degli investitori. Questi soldi potrebbero poi essere utilizzati per sostenere le società estoni, comprese quelle avviate da altri e-residenti in rete.
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