Ammodernare i data center per un futuro sostenibile
L’industria IT è sempre più consapevole dell’impatto ambientale dei suoi processi, in particolare per quanto riguarda i data center, che sono tra i consumatori energetici più elevati. Queste strutture non solo devono alimentare i server, ma richiedono anche potentissimi sistemi di raffreddamento, contribuendo in modo significativo alle emissioni di CO2 a livello globale. È evidente che una trasformazione radicale è necessaria per ridurre questa impronta ecologica.
Il report “Improving Sustainability in Data Centers 2024”, realizzato da Atlantic Ventures per Nutanix, sottolinea come l’ammodernamento dei data center possa orientare il settore verso un futuro più sostenibile. Le architetture di nuova generazione, come quelle basate su hyper-converged infrastructure (HCI), potrebbero facilitare una notevole riduzione dei consumi energetici e, di conseguenza, delle emissioni di carbonio.
Le stime indicano che, ristrutturando i data center esistenti e adottando queste nuove architetture, si potrebbe evitare l’immissione in atmosfera di ben 19 milioni di tonnellate di CO2 equivalente (tCO2e) nell’area EMEA. Questo corrisponde all’impatto ambientale generato da oltre 4,1 milioni di automobili, un dato che rende palpabile l’importanza di questa transizione.
In un ambito economico, si prevede che entro il 2030 i risparmi complessivi potrebbero raggiungere i 25 miliardi di euro, un contributo significativo in un contesto in cui le risorse devono essere gestite con saggezza. L’introduzione di tecnologie innovative non solo offre vantaggi ambientali, ma anche opportunità di ottimizzare i costi operativi per le organizzazioni.
Nella sola Italia, il potenziale di riduzione dei consumi energetici è di 4,2 TWh, un passo importante per il nostro paese nella lotta contro il cambiamento climatico. Questa quantità di energia potrebbe essere risparmiata semplicemente utilizzando soluzioni progettate per massimizzare l’efficienza degli impianti. L’adozione di architetture più avanzate, come quelle HCI, non rappresenta solo una scelta strategica, ma è un passo verso una economia più verde.
In un contesto in cui l’intelligenza artificiale e altre tecnologie emergenti stanno accelerando la domanda di potenza di calcolo, ammodernare i data center è fondamentale. Investire in infrastrutture più sostenibili non solo beneficia il pianeta, ma posiziona anche le aziende in modo vantaggioso per affrontare le sfide future.
L’impatto ambientale dei data center
I data center rappresentano un elemento cruciale dell’infrastruttura digitale moderna, ma il loro impatto ambientale è significativo. Oltre a contribuire con il loro fabbisogno energetico, i data center richiedono sistemi di climatizzazione efficienti che, uniti ai consumi provenienti dai server, li rendono responsabili di un’importante porzione delle emissioni globali di CO2. Attualmente, si stima che questi centri di elaborazione dati incidano per circa il 2% delle emissioni di carbonio a livello mondiale, un dato che non può essere ignorato in un’epoca in cui la sostenibilità è diventata una priorità per molti settori.
La necessità di energie rinnovabili e pratiche più efficienti diventa quindi vitale, poiché la domanda di potenza continua a crescere, incentivata dall’aumento dell’utilizzo di servizi cloud e dalle applicazioni ad alta intensità computazionale, come l’intelligenza artificiale. La combinazione di questi fattori sta aumentando le pressioni sui data center, chiamati oggi a un rethinking radicale delle loro operazioni per ridurre l’uso di energia e le relative emissioni di CO2.
I dati forniti dallo studio “Improving Sustainability in Data Centers 2024” evidenziano l’urgenza di affrontare queste problematiche. In particolare, la diffusione di architetture più efficienti e la transizione verso soluzioni più sostenibili possono ridurre significativamente il consumo di energia. Attraverso un rinnovamento degli impianti e l’implementazione di tecnologie avanzate, è possibile ottenere un risparmio quantificabile in milioni di tonnellate di emissioni annue, contribuendo a limitare il riscaldamento globale.
Il futuro dei data center deve passare necessariamente per innovazioni che non solo ottimizzano il consumo di energia ma anche incrementano l’affidabilità e le prestazioni operative. L’adozione di best practices in termini di efficienza energetica, come l’utilizzo di materiali e tecnologie dedicate al raffreddamento a bassa energia, non rappresenta solo un vantaggio competitivo, ma è anche un imperativo etico nell’attuale panorama economico.
Al fine di raggiungere obiettivi concreti in materia di sostenibilità, le aziende devono integrare queste soluzioni all’interno delle loro strategie operative. Investire in data center più intelligenti e sostenibili non è una mera opportunità, ma una necessità per garantire la continuità e la compatibilità delle operazioni aziendali con le crescenti esigenze di responsabilità sociale e ambientale.
Risultati dello studio Nutanix
I risultati emersi dallo studio “Improving Sustainability in Data Centers 2024” commissionato da Nutanix offrono uno spaccato realistico e illuminante sull’impatto che le architetture moderne potrebbero avere sulla sostenibilità dei data center. La ricerca di Atlantic Ventures indica chiaramente come la transizione verso infrastrutture più efficienti potrebbe ridurre considerevolmente il consumo energetico, con stime che superano il 27% annuo nel confronto con le infrastrutture tradizionali. Questo cambiamento non solo è auspicabile, ma necessario, per affrontare la crisi climatica.
Quantificando i benefici, si prevede che, adottando architetture di nuova generazione, si possano evitare emissioni nocive, equivalenti a 19 milioni di tonnellate di CO2e nell’area EMEA entro il 2030. Ciò si traduce in un risparmio energetico che potrebbe raggiungere 92 TWh, con un notevole calo dei costi operativi per le aziende. In Italia, l’impatto è altrettanto significativo, con una potenziale riduzione dei consumi energetici di circa 4,2 TWh, contribuendo in modo sostanziale alla lotta contro il cambiamento climatico.
La ricerca evidenzia anche che il passaggio a piattaforme basate su HCI in contesti di co-location o nel cloud pubblico amplifica i vantaggi, consentendo risparmi energetici fino al 54% rispetto alle tradizionali configurazioni on-premise. Questo si deve alla maggiore efficienza energetica e alla flessibilità che le soluzioni cloud pubbliche possono fornire. Un fattore chiave in questa transizione è rappresentato dal PUE (Power Usage Effectiveness), che rivela come i fornitori di cloud pubblico possano ottenere risultati molto migliori rispetto ai data center tradizionali.
Sammy Zoghlami di Nutanix sottolinea che i data center, pur essendo una colonna portante dell’economia digitale, sono tra i maggiori consumatori di energia, consumando annualmente oltre 98 TWh di energia nella sola area EMEA, equivalenti al fabbisogno energetico di un intero paese come il Belgio. Questo sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale, dato che le soluzioni HCI approvate dallo studio offrono un’opportunità non solo per ridurre l’impatto ambientale, ma anche per migliorare l’efficienza operativa e contenere i costi.
Carlo Velten di Atlantic Ventures osserva come i leader IT debbano affrontare nuove sfide, in particolare con l’aumento della domanda di potenza di calcolo e capacità di archiviazione, accentuato dall’emergere dell’intelligenza artificiale. In un contesto in cui i budget vengono compressi e i costi energetici crescono, ottimizzare l’efficienza energetica delle infrastrutture IT è diventato cruciale per garantire sia la sostenibilità finanziaria che quella ecologica. Le architetture iperconvergenti si delineano quindi come una soluzione strategica per i data center del futuro, tali da promuovere un mondo più sostenibile e socialmente responsabile.
Vantaggi delle architetture HCI
Le architetture iperconvergenti (HCI) emergono come una soluzione innovativa per affrontare il crescente fabbisogno energetico dei data center, fornendo numerosi vantaggi sia in termini di sostenibilità che di efficienza operativa. La migrazione verso queste architetture non si limita a una semplice modernizzazione tecnologica, ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nella gestione delle infrastrutture IT. Grazie alla loro natura integrata, le architetture HCI permettono di combinare risorse di calcolo, archiviazione e networking in un unico sistema coeso, riducendo così la complessità e il numero di componenti hardware necessari.
Uno dei principali benefici delle soluzioni HCI è la loro capacità di ridurre il consumo energetico. Secondo l’analisi della ricerca condotta da Atlantic Ventures per Nutanix, il passaggio a un’architettura HCI può comportare una diminuzione del consumo energetico annuale superiore al 27% rispetto alle infrastrutture tradizionali. Questo calo non solo si traduce in risparmi sui costi operativi, ma consente anche di ridurre drasticamente le emissioni di carbonio. Nella sola area EMEA, l’adozione di queste tecnologie potrebbe tradursi nel risparmio di 92 TWh di elettricità dal 2024 al 2030, un impatto significativo in termini di sostenibilità ambientale.
Inoltre, le architetture HCI offrono anche un beneficio economico a lungo termine. La riduzione dei consumi energetici e dei costi operativi è accompagnata dalla capacità di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze aziendali. Le aziende possono scalare le loro risorse di calcolo in base alla domanda, senza dover investire in hardware costoso e inefficiente. Questa flessibilità si traduce in un uso più ottimale delle risorse, rendendo le operazioni quotidiane più agili e reattive alle fluttuazioni del mercato.
Il concetto di Power Usage Effectiveness (PUE) gioca un ruolo cruciale in questa transizione. Le soluzioni basate su HCI generalmente presentano un PUE più basso rispetto ai tradizionali data center on-premise, il che significa che una maggiore percentuale dell’energia consumata viene effettivamente utilizzata per le operazioni di calcolo, riducendo gli sprechi associati al raffreddamento e ad altre operazioni ausiliarie. Questo aspetto rappresenta un vantaggio competitivo per le aziende che adottano queste tecnologie, ponendole in una posizione avanzata nella loro strategia di sostenibilità.
La trasformazione in favore delle architetture HCI non solo contribuisce alla sostenibilità ambientale, ma offre anche opportunità significative di risparmio economico e operatività migliorata. La combinazione di efficienza energetica, flessibilità e riduzione dei costi rende le soluzioni HCI una scelta altamente strategica per le aziende, preparandole a fronteggiare le sfide attuali e future in un contesto sempre più orientato alla sostenibilità.
Strategie per la transizione energetica nel settore IT
Affrontare la questione energetica nei data center richiede un approccio strategico e multidimensionale. Le aziende devono sottoporre le loro infrastrutture a una revisione completa, considerandone non solo la tecnologia ma anche l’organizzazione e i processi operativi. L’adozione di modelli più sostenibili non si limita alla mera sostituzione delle apparecchiature, ma implica una riprogettazione delle architetture in modo da minimizzare l’impatto ambientale.
Una delle prime azioni da intraprendere è l’analisi dettagliata del consumo energetico attuale. Le aziende devono valutare le proprie risorse IT esistenti e identificare le aree in cui è possibile realizzare risparmi energetici significativi. Questo può includere l’implementazione di strumenti di monitoraggio avanzato per misurare l’efficienza energetica e ottimizzare l’uso delle risorse. Un’altra strategia cruciale è l’adozione di un approccio basato su architetture iperconvergenti (HCI) che consenta di ridurre il numero di dispositivi hardware fisici e migliorare la gestione dei carichi di lavoro.
Le iniziative per la transizione energetica dovrebbero anche prevedere un forte impegno verso l’uso di fonti rinnovabili. Integrare l’energia solare, eolica o altre tecnologie green può contribuire a ridurre la dipendenza da fonti energetiche tradizionali e a creare data center più sostenibili. Inoltre, le aziende possono considerare di collaborare con fornitori di energia che offrono contratti di fornitura elettrica green, incorporando così la sostenibilità nella loro catena di approvvigionamento.
Formare e sensibilizzare i dipendenti rispetto all’importanza della sostenibilità nei data center è un’altra strategia essenziale. Investire in programmi di formazione che insegnano pratiche sostenibili e incoraggiare comportamenti responsabili in termini di consumo energetico può portare a miglioramenti significativi. I dipendenti possono svolgere un ruolo attivo nel suggerire miglioramenti, contribuendo così a una cultura aziendale orientata alla sostenibilità.
Infine, è fondamentale che le aziende sviluppino un piano a lungo termine per monitorare i progressi e adattare le proprie strategie in base ai risultati ottenuti. Stabilire KPI (key performance indicators) chiari e obiettivi misurabili è essenziale per garantire la trasparenza e l’efficacia delle iniziative intraprese. Partnerships con esperti di sostenibilità e innovazione tecnologica possono arricchire ulteriormente questo processo, permettendo di accedere a nuove soluzioni e best practices.
Portare avanti queste strategie richiede una visione complessiva che veda la transizione energetica non solo come un imperativo ecologico, ma anche come un’opportunità economica. Le aziende che sapranno integrare questa visione nei loro modelli di business non solo contribuiranno alla salvaguardia dell’ambiente, ma miglioreranno anche la loro competitività nel mercato globale.