Allarme WhatsApp e Telegram adesso spiare chat e foto è facilissimo: rivelato il metodo
WhatsApp e Telegram, scatta l’allarme. C’è un bug che mette in fibrillazione due delle app più usate dagli utenti in tutto il mondo, specialmente dai più giovani (ma non solo).
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A rivelarlo è InTheCyber, una società lombarda che si occupa della sicurezza informatica.
Come riportano gli esperti sul Corriere della Sera, violare un account WhatsApp e Telegram sarebbe abbastanza semplice grazie alla facilità di accesso delle segreterie telefoniche da parte di alcuni gestori.
In questo modo diversi malintenzionati, senza l’ausilio di particolare strumenti ma solo con qualche conoscenza di base, potrebbero avere accesso alle chat di WhatsApp e a quelle di Telegram.
E così i testi dei messaggi che tutti i giorni e ad ogni ora milioni di persone inviano pensando di essere riservati invece non avrebbero più segreti per chi sfonda il muro di carta della sicurezza e della tutela della privacy.
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Il tutto avverrebbe usando soltanto il numero di telefono della vittima. Ed è proprio sulla segreteria che si concentra la porta d’accesso ai segreti degli utenti di WhatsApp e Telegram.
La verifica dell’utenza può essere fatta anche con un codice comunicato telefonicamente da una voce sintetizzata. Quando il telefono della vittima è spento, la chiamata finisce in segreteria, portando con sé nell’insicuro contenitore il codice di sicurezza.
Secondo gli esperti questo problema di fatto è sottovalutato: “WhatsApp, da noi informata della vulnerabilità, si è detta semplicemente “non interessata al problema” perché, secondo la società, la responsabilità sarebbe degli operatori telefonici.
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Telegram invece non ha risposto alla nostra segnalazione, come anche i gestori che abbiamo contattato”.
Questa vulnerabilità può essere chiusa facilmente con la collaborazione delle telco e dei fornitori di servizi — spiega Paolo Lezzi, Ceo e fondatore di InTheCyber — ma è solo la dimostrazione dello stato non ottimale in cui versa la sicurezza dei sistemi informatici e digitali”.
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