Università degli Studi di Milano e Plef per un lavoro dignitoso
crescita di benessere e qualità della vita
— di Annachiara De Rubeis — Lavoro dignitoso, crescita di benessere e qualità della vita: quali sono gli obiettivi di un’impresa sostenibile e come raggiungerli
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Recentemente Università degli Studi di Milano e Plef hanno discusso sul Sdg 8, l’obiettivo dell’Onu di incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile per tutti
Sdg sta per “Sustainable Development Goals”, cioè Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile. Essi consistono in 17 punti, individuati dall’Onu nel 2015 con un orizzonte che arriva fino al 2030. In questo nuovo incontro del ciclo di seminari promossi da Università degli Studi di Milano e Planet Life Economy Foundation (PLEF) sull’impresa sostenibile, si è discusso dell’Obiettivo 8: incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti.
L’Sdg8 cosa ci dice? Cosa focalizza?
Secondo Luciano Pilotti, professore di Scienze e Politiche Ambientali all’Università degli Studi di Milano, il tema del lavoro dignitoso, della crescita di benessere e della qualità per la vita è il vero tema su cui bisogna concentrarsi nell’organizzazione del lavoro. Esso riduce le disuguaglianze, trasforma la crescita da un tipo quantitativo ad uno qualitativo e ne orienta la traiettoria includendo i Paesi in via di sviluppo. Proprio questi tre fattori insieme migliorano le performances delle persone e dell’economia puntando sugli ecosistemi. Tutto questo sarebbe possibile solo coinvolgendo le persone nell’organizzazione del lavoro, nelle modalità di remunerazione, e anche con imprese in cui i lavoratori partecipano al capitale. Infatti, come il professore sostiene:
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“Ai rischi che la pandemia ci ha consegnato abbiamo bisogno della partecipazione anche dei lavoratori. Rischi che non sono più a breve o medio termine, ma dovremo portare le imprese a guardare a bilanci a 10 anni, che poi andranno corretti nel tempo in base alle variabili in campo”.
Tema della qualità della crescita: preoccuparsi dell’ambiente al di là delle mura
Come uscire dalle distorsioni della globalizzazione degli ultimi 50 anni e dalle diseguaglianze del neoliberismo? Una parola: resilienza. Ci vuole una prosperità che sia resiliente. Quindi bisogna mettere insieme locale e globale, fattori micro e macro allo sviluppo umano, migliorare la corporate social responsibility, la fiducia che attribuiamo alle persone, programmare le nostre imprese a lungo termine, portare ad un’ibridazione non solo delle città, ma anche tra istituzioni di mercato e istituzioni no profit e, dato estremamente importante, aumentare l’attività femminile sul lavoro, promuovendo più servizi alla famiglia.
“Quando vanno al supermercato le persone guardano di cosa sono fatti i prodotti, guardano che cosa le persone fanno per le comunità, perché è parte di quell’ambiente che sta al di là delle mura”.
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La piattaforma degli Sdgs dovrà investire le filiere, l’edilizia e i sistemi contabili: tutto è alimentato da relazioni umane, dalle reti che connettono le filiere ai mercati, fino al consumatore.
L’esempio di Leroy Merlin
Luca Pereno, Responsabile Sostenibilità e CSR di Leroy Merlin, spiega in che modo l’azienda ha dato dei contributi a questa responsabilità ribadendo che il suo obiettivo è realizzare un valore sui 4 capitali, economico, ambientale, sociale e umano attraverso la metodologia del BES (Benessere Equo Sostenibile).
Il processo è annuale e comporta tre fasi: la traduzione degli indicatori Istat del BES (prendiamo ad esempio l’impegno dell’azienda per l’ambiente, quindi le emissioni di CO2, oppure il benessere economico, soggettivo e così via); la valutazione dei risultati sui 4 capitali, attraverso un questionario per i loro Stakeholder; e la valorizzazione del BES nel corso degli anni.
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La cultura del management oggi
Anche Stefano Zane, Amministratore Delegato della Vitale-Zane & Co. racconta di come con la sua società di consulenza e direzione sia fondamentale spiegare ai nuovi ragazzi cos’è l’impresa, riportandola al valore dello stakeholder.
Lontana dal neoliberismo di Milton Friedman, dei Chicago Boys e dello shareholder value, secondo cui l’obiettivo dell’impresa è la massimizzazione del profitto per gli azionisti, la definizione di impresa consiste, al contrario, nell’equilibrio che deve avere la componente della formula competitiva (il mercato) con la formula sociale (gli stakeholders), con l’obiettivo di durare nel tempo.
Come scrisse l’economista Peter Drucker nel 1978: “Le imprese sono organi della società, non sono fini a se stesse, ma esistono per svolgere una determinata funziona sociale. Esse sono strumenti per assolvere fini che le trascendono”.
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