Centro di ascolto su Whatsapp: l’idea di un’associazione padovana
Nuovo esperimento su Whatsapp per promuovere l’ascolto
L’associazione “Telefono Amico” di Padova ha avviato un nuovo esperimento su Whatsapp. Si tratta di un progetto partito due settimane fa, non se n’è parlato molto dunque è passato in sordina. È il primo in Italia nel suo genere e sembra proprio che stia funzionando.
Il progetto promuove nuovi strumenti di ascolto. L’obiettivo è quello di combattere il disagio, la solitudine, le angosce e le paure che nascono dal senso di inadeguatezza che si prova nell’avere a che fare con il “mondo” digitale. Gli operatori di Telefono Amico, dunque, hanno avviato un nuovo servizio con l’intento di raggiungere anche coloro che fanno fatica a chiedere aiuto.
Centro di ascolto su Whatsapp: iniziativa del comune di Padova ora diffusa su scala nazionale
Insomma, un vero e proprio centro di ascolto digitale. Basta digitare sulla tastiera e inviare poche righe ad un consulente. Non serve far sentire la propria voce, non occorre rispondere a telefonate, basta scrivere. Il progetto è attualmente attivo dal martedì al venerdì, dalle ore 18 alle ore 21. Basta scrivere al numero 345 0361628 e, un volontario preparato ad hoc, garantirà una risposta.
A detta degli ideatori il centro di ascolto è stato contattato prevalentemente da giovani in età compresa tra i 20 e i 30 anni. I 20 volontari dall’altro capo della cornetta hanno cercato di creare con loro una sorta di area protetta fatta di comprensione e dialogo.
L’iniziativa proseguirà in via sperimentale per un anno grazie al sostegno del comune di Padova. Dopodiché saranno valutati i risultati e si deciderà se e come sviluppare il progetto che, per ora, sta funzionando benissimo.
Una ricerca israeliana qualifica Whatsapp come promotore di fiducia
Secondo una ricerca israeliana, tra l’altro, sembra che Whatsapp fornisca ai giovani diversi modi informali per esprimersi. Lo studio è stato condotto da Arie Kizel ed ha coinvolto un ristretto gruppo di volontari in età compresa tra i 14 e i 17 anni.
Nel caso di Whatsapp i giovani interpellati hanno spiegato che scrivendo nei gruppi si instaura una certa fiducia tra i componenti. In questo modo aumenta la possibilità di sentirsi in contatto. Insomma, non sempre le chat o i social network generano effetti negativi. In questo caso, ad esempio, i gruppi possono funzionare per creare elementi di rimescolamento sociale.