Super Bowl: dai bonus stellari ai giocatori, alle cifre da capogiro per la pubblicità
—-di Emanuele Salamone – Trendiest News —- Le cifre del Super Bowl: cifre da capogiro per 30 secondi di spot. Ma c’è anche un impatto sui mercati
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Nella notte tra domenica e lunedì si è tenuto il Super Bowl, l’evento televisivo annuale più seguito in America e quindi il più ambito dagli inserzionisti. La cronaca sportiva ha visto la squadra di casa, i Tampa Bay Buccaneers, dominare sui campioni in carica dei Kansas City Chiefs: 31-9. Ma la vera stella della serata è stato il quarterback, Tom Brady, 43 anni, per la settima volta vincitore del trofeo, per la quinta miglior giocatore della stagione. “Umuliato” il rivale Patrick Mahomes, 25 anni, che non è riuscito a ripetere l’impresa dello scorso anno, quando portò sul podio più alto i Chiefs che non vincevano da 50 anni.
Ma il Super Bowl non è solo la finale della Nfl, la lega di football americano professionistico, è l’evento dell’anno se guardiamo ai numeri. L’audience televisiva è immensa. La prima stima è circa 100 milioni di americani, più almeno altri 30 milioni nel mondo. Poi ci sono i guadagni stellari dei giocatori e delle squadre, e gli spot pubblicitari attesissimi tanto quanto la partita. La CBS, che quest’anno aveva i diritti, ha stabilito cifre da capogiro, ben 5,6 milioni di dollari, corrispondenti a circa 4,6 milioni di euro per uno spazio pubblicitario di 30 secondi. E infine le ripercussioni sui mercati.
Ma andiamo con ordine. Lo show sportivo più seguito degli Stati Uniti, tanto che nella classifica delle 10 trasmissioni più seguite negli Stati Uniti 9 su 10 sono le finali di Super Bowl, genera un giro d’affari incredibile.
Oltre a portare a casa l’ambito trofeo Vince Lombardi, i giocatori della squadra vincente incassano ciascuno un bonus di 130.000 dollari circa. Guardando al 2020, se si aggiunge anche il compenso per le partite giocate nel postseason (ovvero a conclusione del campionato regolare) il guadagno complessivo dei giocatori vincitori arriva a 211.000 dollari. Nella squadra perdente ogni componente si aggiudica 65.000 dollari, il totale del compenso, però, arriva a 149.000 dollari.
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Tutt’altro che secondario è il momento degli spot pubblicitari, “l’altra” partita. Quest’anno alcune aziende, come Budweiser, Coca Cola e Pepsi Cola, hanno deciso di dirottare le risorse per pubblicizzare la campagna di vaccinazione. Ha invece deciso di partecipare l’app Robinhood, protagonista dei blitz in Borsa sul titolo GameStop schizzato alle stelle. Così come i 5 secondi acquistati dalla piattaforma Reddit, coinvolta nelle stesse operazioni a Wall Street.
Tra le tante star protagoniste degli spot del 2021 spicca Bruce Springsteen che alla guida di una Jeep invita gli americani all’unità, a incontrarsi in “the middle”, nel mezzo. Ma anche Timothee Chalamet che è Edgard Manidiforbice, il figlio di Edward del famoso film di Tim Burton, e Winona Ryder nel nuovo spot che vuole lanciare il modello elettronico di Cadillac, chiamato Lyriq, e Matthew McConaughey in due dimensioni per lanciare le nuovissime Doritos 3D.
Abbiamo detto che il Super Bowl è l’evento più ambito dagli inserzionisti. Ma aiuta a far salire i prezzi delle azioni delle società?
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Storicamente c’è una correlazione positiva tra il successo dello spot pubblicitario di una società durante il Super Bowl e il prezzo delle sue azioni in seguito. Secondo uno studio condotto dalla School of Management dell’università di Buffalo e dalla Cornell University nel 2009, una reazione positiva a un determinato annuncio pubblicitario fa salire il prezzo delle azioni di quella società.
Lo studio ha esaminato più di 500 spot pubblicitari, andati in onda durante 17 Super Bowls e ha concluso che le società con gli annunci giudicati più positivamente dal pubblico hanno registrato acquisti di azioni più elevati del normale nei giorni successivi alla partita. Ma i ricercatori hanno anche precisato che le pubblicità non gradite al pubblico non hanno avuto un effetto negativo sulla domanda di azioni. Va anche detto che è impossibile prevedere quanto una pubblicità possa avere successo quindi non c’è modo di sapere quali azioni potrebbero potenzialmente trarre vantaggio nel breve termine.
Infine c’è un altro aspetto correlato all’impatto del Super Bowl sul mercato azionario, l’indicatore Super Bowl. In sostanza il vincitore dell’evento può prevedere se il mercato sarà rialzista o ribassista nel corso dell’anno successivo.
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Secondo l’inventore, il giornalista sportivo del New York Times Leonard Koppett, che ha coniato il termine nel 1978, se il vincitore proviene dalla conference AFC (American Football Conference), i mercati saranno ribassisti, e se il vincitore è della NFC (National Football Conference), i mercati saranno rialzisti. Ad oggi non ci sono prove che giustifichino la veridicità e affidabilità, ma finora l’indicatore si è rivelato corretto 40 volte su 54.
Il Super Bowl 2021 è stato vinto dai Tampa Bay Buccaneers, i campioni dell’NFC, quindi stando all’indicatore i mercati saranno rialzisti. Va però precisato che il 2020 ha finito per essere estremamente rialzista, e i vincitori furono i campioni dell’AFC, i Kansas City Chiefs, quindi l’ultima volta l’indicatore ha sbagliato.
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