Re del bitcoin: Cameron e Tyler gemelli Winklevoss.
Quando gli elegantissimi fratelli Winklevoss annunciarono nel 2011 che stavano rinunciando ad adire le vie legali contro Facebook e Mark Zuckerberg, a proposito della primogenitura nella creazione del noto social, si comprese che il rimborso di circa 65 milioni di dollari da parte di Facebook aveva avuto un ruolo determinante. Meglio pochi, maledetti e subito, anziché attendere anni per aver riconosciuta la propria ragione. E, comunque, pochi i dollari non erano. Restò loro anche la sodddisfazione di essere parodiati in un episodio di The Simpsons chiamato … The D’oh-cial Network.
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NASCONO I BITCOIN
Poi si iniziò a parlare sempre più di bitcoin. E i due gemelli decisero di investire una piccola parte (si fa per dire) del risarcimento ottenuto da Mark Zuckerberg nella nuova avventura. Cioè 11 milioni dei loro originari 65 milioni, acquistando circa 100.000 coins (1% dell’intera fornitura) nel 2013 quando il prezzo era 120 dollari, Insomma oggi si può dire, dopo l’ascesa incontrollabile del valore della criptovaluta, che loro due siano i primi miliardari in criptovaluta. Non a caso Tyler Winklevoss l’anno scorso ha dichiarato: “Consideriamo il bitcoin come il più grande social network di tutti” prendendosi una bella rivincita sull’amico-nemico Zuckerberg.
UN’ARIA DI CLASSE
La coppia “porta un’aria di classe nel business dei bitcoin”, che spesso viene descritto in America come come una banda di “cowboys e speculatori”, afferma Bitcoinist.com. Quando hanno lanciato la loro piattaforma di trading Gemini nel 2015, ha dichiarato Tyler, “volevamo costruire una borsa simile al Nasdaq o al NYSE per la valuta digitale. Volevamo qualcosa con cui Wall Street e Main Street si sentissero a loro agio “. Come ha scritto il New Yorker: “I Winklevii non sono – e non dovrebbero essere – facilmente etichettati come un paio di buffi pagliacci”.
Educati ad Harvard, poi a Christ Church Oxford, dove hanno vogato nella Blue Boat, i Winklevoss “sembrano quasi una parodia dello sportivo dell’età del Jazz”, ha osservato Vanity Fair nel 2011. Ma non nascono dal nulla. In realtà, sono i figli privilegiati di un padre che ha trasformato una laurea in una cattedra a Wharton, poi ha fondato Winklevoss Technologies, una società di software finanziario che ha fatturato 20 milioni di dollari già nel 2011.
I gemelli sono cresciuti nella “upper class“, dividendo il loro tempo tra una tenuta di Greenwich e una casa al mare di Quogue. Ma hanno sempre avuto un occhio per le possibilità della nuova tecnologia e una inclinazione imprenditoriale. I semi di Facebook sono stati effettivamente gettati quando hanno reclutato Zuckerberg per lavorare sul loro nuovo sito di appuntamenti universitari denominato Harvard Connection (aka ConnectU).
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IN TRIBUNALE CONTRO ZUCKERBERG
Come dicono i fratelli, hanno perso una fortuna a causa del “gioco di prestigio” di Zuckerberg quando hanno ideato il loro accordo sulle azioni del 2008. Ma quando Facebook è esploso nel 2012, il suo valore aveva già raggiunto i 200 milioni di dollari, rendendo difficile dimostrare di essere stati maltrattati dall’avversario. I gemelli sostengono di non avere rimpianti per la loro infruttuosa “lotta in tribunale” con Zuckerberg, secondo il Financial Times.
Hanno imparato molto dalla velocità con cui Facebook si è evoluto da una “moda” a un fenomeno globale, e questo li ha incoraggiati a scommettere su una proiezione simile per bitcoin. Zuckerberg ha un patrimonio netto di 70,7 miliardi, quindi i Winklevi hanno molto da recuperare. Ma già 100.000 bitcoin è un buon inizio.
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