Più volte, Jorge Mario Bergoglio ha dato prova di essere un Papa un po’ “stravagante”, sin da quel primo «Buonasera», pronunciato davanti al mondo intero qualche minuto dopo la sua nomina.
Ha continuato a sorprenderci con i frequenti cinguetti, con le telefonate fatte ai fedeli, con il battesimo di una bambina, figlia di una coppia sposata solo civilmente.
E ci ha stupiti anche ieri, quando, in relazione alla 48esima Giornata delle Comunicazioni Sociali, prevista per domenica primo giugno, ha dato ad Internet la sua benedizione, definendo la rete un «dono di Dio» perché in grado di «offrire maggiori possibilità di incontro e di solidarietà tra tutti».
Chi avrebbe mai detto che un giorno il pontefice si sarebbe espresso con tali parole nei confronti di uno strumento spesso tacciato come negativo e, addirittura, pericoloso? Con il suo discorso, Papa Francesco apre ufficialmente le porte della Chiesa all’ambiente digitale, consapevole che bisogna «inserirsi nel dialogo con gli uomini e le donne di oggi, per comprenderne le attese, i dubbi, le speranze, e offrire loro il Vangelo».
L’invito rivolto ai fedeli è esplicito e diretto: «Non abbiate timore di farvi cittadini dell’ambiente digitale». Ma ad una condizione, ossia il recupero della “lentezza”: «la velocità dell’informazione – infatti – supera la nostra capacità di riflessione e giudizio e non permette un’espressione di sé misurata e corretta».
Così, all’ottavo giorno, Dio creò Internet.