Milano. Inizia la stagione accademica dell’università LUM Jean Monnet
MILANO. LUM, LIBERA UNIVERSITA’ MEDITERRANEA JEAN MONNET
di Letizia Dehò
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È da oggi ufficialmente iniziata la stagione accademica 2018/2019 della sede milanese dell’università LUM Jean Monnet, che inaugura i nuovi corsi di master presso la settecentesca Villa Clerici, in via Terruggia 8 (zona Niguarda).
I PRESENTI
Tra i presenti alla cerimonia di inaugurazione numerose figure influenti del mondo politico e accademico: Emanuele Degennaro (Rettore della LUM), Antonello Garzoni (Preside della Facoltà di Economia), Francesco Albergo (Direttore Operativo della LUM), Massimo Garavaglia (Sottosegretario e Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze), Attilio Fontana (Governatore della Regione Lombardia). Gli interventi sono stati moderati da Alessandro Galimberti (Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Regione Lombardia) e si sono conclusi con la riflessione di Francesco Manfredi (Direttore della School of Management LUM Jean Monnet) sul tema delle autonomie.
In foto il prof. Emanuele Degennaro, Magnifico Rettore della LUM, il prof. Antonello Garzoni,Preside della Facoltà di Economia LUM, il prof. Francesco Manfredi, Direttore della School of Management, il prof. Francesco Albergo, Direttore Operativo della School e il Dott. Felice Gnagnarella, Direttore Amministrativo LUM.
LUM
La School of Management, LUM Jean Monnet, è presente sul territorio nazionale già da 20 anni offrendo ai propri studenti Corsi e Master di alto livello e di grande successo: “Un’offerta formativa studiata in base alle esigenze del mercato” sono le parole del Prof. Emanuele Degennaro nel suo intervento durante la cerimonia di inaugurazione. La “formazione professionalizzante” dell’università è essenziale per testare con mano il mondo del lavoro e per essere spesa sia nelle aziende private, sia nel settore pubblico. Due prospettive in stretta sinergia tra di loro e con la stessa unità d’intenti: il bene comune.
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La Facoltà si è sviluppata in Puglia, nella sede di Bari, ma il numero in constante crescita di studenti iscritti (il 20% in più ogni anno) ha spinto l’università verso una nuova avventura: “una sede nel fertile territorio milanese” al quale si guarda come un orizzonte di crescita e una grande opportunità di sviluppo.
PERCHE’ MILANO?
Milano è oggi la città più internazionale d’Italia e, in questo senso, diventa un contesto di estremo interesse per una facoltà che trasferisce agli studenti, da tempo, contenuti spendibili immediatamente nel mondo lavorativo nazionale e internazionale. E’ la patria delle industrie creative (basti pensare alla moda, al design, al Made in Italy), ma anche delle professioni, della tecnologia, delle start-up e dell’innovazione. Portare una sede accademica a Milano significa avvicinare l’alunno alla concretezza del mondo della finanza, dell’impresa e della politica: elementi di spicco del capoluogo lombardo da studiare in confronto (e non in contrasto) con quelli delle altre regioni, in cui sono affrontati in modi diversi . In quest’ottica la doppia sede Bari-Milano dà un valore aggiunto alla formazione proposta dalla LUM. Milano sembra essere il posto giusto al momento giusto per generare valore e benessere sociale a partire dall’insegnamento accademico.
UNA SCOMMESSA
L’inaugurazione della nuova sede è un esperimento accademico da sud a nord.
Da un lato si deve testare se il territorio lombardo possa arrivare ad equiparare il successo della risposta avuto nel sud, e, come si spera, anche superarla. Dall’altro lato la vera sfida è giocata proprio dal sud, che deve dimostrare le proprie capacità di inserirsi in modo qualitativamente eccellente nel panorama nazionale: “La nuova sede come momento di inclusione importante” sono le parole di Alessandro Galimberti. Una doppia scommessa che l’università si troverà a gestire nei prossimi mesi e anni.
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AUTONOMIA
La proposta di autonomia avanzata da alcune regioni italiane è stata presa come riferimento per il dibattito proposto in occasione della cerimonia d’inaugurazione della LUM. Un tema di stampo naturalmente politico giustificato dal fatto che LUM è una testimonianza e un esempio di cosa concretamente si intende per autonomia. Il Governatore della Regione Lombardia, Attilio Fontana dice: ”Con questa iniziativa si dimostra cosa vogliamo dall’autonomia”. Un’università privata che lavora meglio, in modo più veloce ed efficiente raggiungendo grandiosi risultati, grazie alla sua libertà rispetto ai lunghissimi tempi della burocrazia statale. Nello stesso modo anche l’autonomia di una parte del Paese sembra essere la soluzione al momento più efficace per lo sviluppo italiano sul piano sociale, economico, culturale, ecc.
Così come Milano è la punta di diamante della Lombardia soprattutto grazie ad un territorio circostante ricco di altrettante eccellenze, anche le regioni, considerate più veloci e capaci, devono essere lasciate libere di correre facendo poi da traino per l’Italia intera. Se il sud continuerà a vivere solo di assistenzialismo allora lo sviluppo del Paese è ancora molto lontano. Il senso dell’autonomia è dunque sintetizzabile in: velocità di decisione e attuazione, efficienza e responsabilità. Sostenere questa responsabilità sarà la “sfida” (parola che richiama al paragrafo precedente) della Lombardia in piena autonomia.
FRANCESCO MANFREDI
Il Direttore della LUM conclude le riflessioni facendo riferimento al ruolo delle comunità e sostiene che: “Ultimo argine al globalismo sono le comunità”. È necessaria quella che chiama: “deglobalizzazione selettiva”. Una serie di azioni che permettano di ridistribuire valore e che fermino l’odierno e dilagante globalismo, che è ciò che limita lo sviluppo delle aziende, del cittadino, i diritti dei consumatori e dei produttori. Le comunità sono intese come comunità di intenti, che orientano i comportamenti verso i valori di riferimento per lo sviluppo.
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Letizia Dehò
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