Manovra, l’Italia non ha fatto bene i compiti. La Bce ci bacchetta
L’Italia no è un alunno diligente e la Bce ci bacchetta per la manovra. “Disattende l’obiettivo di bilancio”. I conti restano il principale problema del nostro Paese, quel saldo strutturale che ora è diventato il parametro di Bruxelles per misurare l’andamento delle finanze di un paese membro dell’Unione Europea.
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Nel periodo tra i primi di settembre e i primi di dicembre l’Italia è il Paese dove si è registrato “l’incremento maggiore dei differenziali sul debito sovrano”, un aumento “principalmente riconducibile all’incertezza politica derivante dal referendum costituzionale tenutosi il 4 dicembre”.
Ma l’Italia non è l’unico paese che preoccupa. L’attività economica mondiale ha mostrato un miglioramento nella seconda metà dell’anno e dovrebbe continuare a rafforzarsi, ma cresce a un ritmo inferiore a quello antecedente la crisi, spiega la Bce nel suo ultimo Bollettino mensile.
Insomma luci e ombre nell’andamento dell’economia. Tornando all’Italia Francoforte, richiamandosi alle valutazioni fatte dalla Commissione europea, ricorda lo scostamento sui conti pubblici nella manovra dagli obiettivi fissati dal Patto di stabilità e crescita. Insomma l’Italia deve fare meglio i compiti.
Le prospettive future nell’area euro sono ottimistiche. “Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro formulate a dicembre dagli esperti dell’Eurosistema indicano un incremento annuo del PIL in termini reali dell’1,7 per cento nel 2016 e nel 2017 e dell’1,6 per cento nel 2018 e nel 2019”, si legge nel bollettino della Bce.
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I tassi ai minimi e le misure adottate dalla Bce hanno “sorretto la dinamica della moneta e del credito”. E anche le banche hanno favorito la ripresa dei prestiti grazie a una riduzione dei tassi attivi e a un miglioramento dell’offerta di credito.
Insomma le prospettive per l’economia dell’area euro sono buone grazie a una serie di misure messe in pratica dalla Bce e dalle banche. L’Italia deve però fare di più e meglio nei conti se non vuole essere il tallone d’Achille dell’Europa.
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