La teoria del lotus: un supercar a tre posti
Lotus ha presentato un intrigante concetto di supercar chiamato Theory 1, che segna un’affermazione audace nel mondo delle auto sportive elettriche. A differenza di quanto si potrebbe pensare, non si tratta di una reinterpretazione elettrica della leggendaria Esprit, ma piuttosto di un progetto che guarda verso il futuro, mantenendo al contempo viva la tradizione del marchio. Il nome, privo di un’indicazione tipica come “Tipo” o una “E” all’inizio, è una scelta deliberata per evidenziare l’innovazione tecnologica che Lotus sta pianificando, lasciando intravedere potenziali sviluppi futuri di supercar.
Ben Payne, vicepresidente del design di Lotus, ha rivelato in un’intervista esclusiva a WIRED la filosofia alla base di questo progetto: “Volevamo ricatturare quel senso di purezza, ma non fare una sorta di pastiche dell’Esprit, perché non ha senso. È più una questione dello spirito di quell’auto, della logica del design e di come è controllata la sua esecuzione.”
La Theory 1 è stata progettata per avvicinarsi al concetto di leggerezza che Lotus ha sempre abbracciato. Con un obiettivo di peso inferiore a 1.600 kg (3.500 lbs), il che la rende significativamente più leggera rispetto a modelli come l’Evija da 2,3 milioni di dollari, il veicolo incorpora tecnologie avanzate e materiali innovativi. Utilizzando solo 10 materiali “A-surface” visibili, rispetto a una media di 100 nell’industria, la Theory 1 punta a una riduzione complessiva del peso senza compromettere l’estetica o la funzionalità.
La scelta di una configurazione a tre posti, con il sedile del guidatore al centro e due passeggeri ai lati, offre non solo un aspetto distintivo ma anche una visione chiara e non ostacolata della strada. Con dimensioni ragionevoli rispetto ad altre supercar moderne, la Theory 1 è progettata per armonizzarsi con il guidatore, mixando comfort e prestazioni sotto un’inconfondibile silhouette futuristica.
Prestazioni e tecnologia della Theory 1
La Theory 1 è presentata come un supercar estremamente veloce, pur non gareggiando con le massime prestazioni di alcuni concorrenti del 2024. Con una potenza di 987 CV (1.000 PS), Lotus ha deliberatamente evitato la tentazione di esagerare come alcuni possono fare, puntando piuttosto su un equilibrio più ragionevole. La vettura è dotata di un sistema di trazione integrale con il motore posteriore montato direttamente sulla sospensione, un approccio che i progettisti descrivono come “alla moda motorsport”.
La Theory 1 è in grado di accelerare da 0 a 100 km/h (0 a 62 mph) in meno di 2,5 secondi, con una velocità massima dichiarata di 322 km/h (200 mph). Il suo design propone non solo velocità ma anche praticità, con un intervento decisivo sul peso: con un obiettivo di meno di 1.600 kg (3.500 lbs), questo modello risulta circa 300 kg più leggero rispetto alla propria sorella, l’Evija. Questo focus sulla leggerezza è supportato dall’uso di materiali avanzati come fibra di carbonio e leghe di alluminio riciclato, i quali insieme contribuiscono a un’accelerazione più agile e a una manovrabilità superiore.
In aggiunta, la Theory 1 vanta una batteria da 70 kWh, che offre una autonomia di 250 miglia, assicurando prestazioni sostenibili senza compromettere il brivido della guida. Nella sua progettazione, Lotus ha integrato tecnologie moderne come luci laser avanzate e materiali riciclati, dimostrando un impegno verso l’innovazione ecosostenibile.
Con questi dettagli, la Theory 1 non è solo una dichiarazione di prestazioni, ma segna anche un passo avanti nel definire il futuro delle auto sportive nella nuova era dell’elettrificazione, mantenendo il focus sulla connessione tra guida e tecnologia.
Design innovativo e leggerezza
Il design della Theory 1 si distingue non solo per il suo aspetto futuristico, ma anche per l’approccio minimalista che Lotus ha adottato, in linea con la filosofia del marchio di semplificare e alleggerire. La carrozzeria, interamente in carbonio, mira a raggiungere un obiettivo di peso inferiore a 1.600 kg (3.500 lbs), riducendo il peso di circa 300 kg rispetto alla Evija, una delle supercar più prestigiose della casa. Questo non è semplice spicciarsi di estetica, ma piuttosto un principio fondamentale che supporta le prestazioni dinamiche e la maneggevolezza della vettura.
Le dimensioni della Theory 1 sono ragionevoli: una larghezza di 2.000 mm (78,7 pollici), una lunghezza di 4.490 mm (176,8 pollici) e un’altezza di 1.140 mm (44,9 pollici) la rendono un’auto ben proporzionata nel panorama delle supercar moderne. Il design aerodinamico, invece di ricorrere a strutture aerodinamiche eccessive, incorpora elementi utilitaristici come le maniglie delle porte discretamente integrate e una visione chiara della strada, grazie alla configurazione a tre posti. La posizione centrale del guidatore non solo offre un’esperienza di guida più coinvolgente, ma crea anche un sensibile equilibrio tra il comfort e le prestazioni.
Lotus ha ridotto il numero di materiali “A-surface” a soli 10, in contrasto con la media di 100, optando per soluzioni innovative come fibre di vetro a base cellulosa, fibra di carbonio triturata e leghe di titanio. Questa riduzione è accompagnata dall’uso di materiali riciclati per le superfici di rivestimento, il che evidenzia l’impegno del marchio verso la sostenibilità senza compromettere la qualità o l’estetica.
Questa scelta di design, ispirata all’iconica Esprit senza volerla replicare, si concentra sulla funzionalità e sull’innovazione, con elementi estetici che rendono omaggio alla tradizione Lotus. Con la Theory 1, Lotus non solo riafferma la sua identità, ma anticipa anche un futuro in cui leggerezza e performance si uniscono per creare esperienze di guida senza precedenti.
Interni futuristici e interattivi
Aprendo le porte della Theory 1, che si sollevano verso l’alto e scorrono all’indietro creando un’ampia apertura, si è colpiti dall’essenzialità del design degli interni. Il conducente è posizionato al centro, flanked by two passengers, and all three occupants sit directly on the carbon tub. Fundamentals of racing are evident in the cabin, which evokes the feel of an extraterrestrial race car, yet is surprisingly comfortable once seated with the adjustable steering wheel and pedals brought within reach. The seating position is reminiscent of other Lotus models, aiming to provide an experience that is engaging rather than intimidating.
All’interno, un display heads-up proietta informazioni chiave come velocità e navigazione sulla superficie nera al piede del parabrezza, mantenendo il focus del guidatore sulla strada. Le immagini digitali che fungono da specchietti retrovisori sono collocate all’interno dei pilastri A, mentre i segnali luminosi vengono riflessi sul parabrezza, garantendo una visione non ostacolata. Componenti della sospensione emergono dal punto in cui ci si aspetterebbe di trovare il cruscotto, mentre il volante piatto, dotato di un display digitale, offre controlli intuitivi per un’esperienza di guida connessa.
Ma l’elemento più intrigante degli interni non è ciò che gli occupanti vedono, ma ciò che sentono. Immerse nei materiali delle porte, del volante e dei sedili, ci sono decine di pod gonfiabili, ciascuno controllato singolarmente attraverso una tecnologia chiamata fluidica. Questi pod operano similmente ai sedili massaggianti, ma su scala più piccola, fornendo una sensazione più rapida e precisa. Possono essere utilizzati per inviare feedback tattili al guidatore attraverso il sedile, o creare pulsanti fisici che emergono dalle superfici interne quando necessari.
Sviluppata dalla società berlinese MotorSkins, questa tecnologia è stata originariamente concepita per vestiti a exoscheletro destinati ad aiutare persone con debolezza muscolare. Per la Lotus Theory 1, la tecnologia è stata adattata in un tessuto reattivo, dove le superfici interne cambiano fisicamente in base alle necessità del guidatore. Facundo Gutierrez, managing director di MotorSkins, spiega: “La tecnologia è presente solo quando ne hai bisogno e poi scompare, come pulsanti a richiesta. Ad esempio, se stai guidando e c’è un’auto che si avvicina dietro di te, il tessuto del sedile può darti un lieve colpetto sulla spalla.”
Inoltre, il sistema audio della Theory 1, sviluppato in collaborazione con la specialista KEF, è integrato nei tre poggiatesta. Ogni passeggero può godere di un’esperienza audio personalizzata, grazie a un sistema che utilizza un lattice stampato in 3D per ottimizzare la resa sonora, creando un ambiente immersivo. L’innovazione non si ferma qui: il lattice permette anche diverse resistenze alla compressione, combinando comfort e protezione negli urti.
Lotus e il futuro dell’elettromobilità
Lotus affronta la transizione verso l’elettrificazione con una prospettiva unica, che riflette la sua lunga storia di innovazione e adattamento. In un mondo automobilistico in rapido cambiamento, la Theory 1 non è solo un concept car, ma un simbolo di ciò che il marchio rappresenta: un approccio ingegnoso e focalizzato sulla guida. Come afferma Ben Payne, “Lotus è sempre stata, in un certo senso, agnostica rispetto ai motori. Non abbiamo mai avuto un motore iconico, ma una tecnologia che serve a raggiungere determinati obiettivi.”
La strategia di Lotus si basa sul trasmettere emozioni uniche ai conducenti, indipendentemente dalla fonte di energia utilizzata. Con l’abbandono dei motori a combustione interna, la casa automobilistica britannica si impegna a mantenere viva l’essenza dell’esperienza di guida, concentrandosi su leggerezza, maneggevolezza e innovazione tecnologica.
Inoltre, la Theory 1 integra tecnologie all’avanguardia nel campo dell’elettromobilità, come la gestione energetica avanzata e materiali sostenibili, all’insegna di un impegno per un futuro più verde e responsabile. Lotus dimostra che l’elettromobilità non significa compromettere le prestazioni o il coinvolgimento del pilota, ma piuttosto un’evoluzione verso soluzioni più ecologiche e innovative.
Con la Theory 1, Lotus comunica un messaggio ottimistico ai fan del marchio, suggerendo che i valori di prestazioni e connessione con la strada continueranno a vivere anche nell’era dell’elettrificazione. La casa automobilistica si prepara a sfidare le convenzioni e a ridefinire quello che significa creare un’auto sportiva, sposando il progresso tecnologico con la tradizione storica del marchio.