Kaspersky, uno dei migliori antivirus sul mercato, a rischio sanzioni
Il conflitto Russia-Ucraina colpisce ingiustamente un software che non ha più niente a che fare con la Russia
Ieri a Palazzo Chigi si sono riuniti sul tema “sicurezza informatica” il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli, i ministri Daniele Franco, Vittorio Colao e Giancarlo Giorgetti e hanno affrontato anche il tema del “golden power” ovvero l’esercizio dei poteri speciali rispetto a tutte le società, pubbliche o private, che svolgono attività considerate di rilevanza strategica. Erano presenti anche il ragioniere generale dello Stato Biagio Mazzotta, il vicedirettore del Dis Alessandra Guidi e l’agenzia per la cybersicurezza nella persona di Nunzia Ciardi.
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Pare ormai certo che l’ACN Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale, che garantisce il coordinamento di tutte le iniziative in materia di cybersecurity a livello nazionale, chiederà la rimozione all’antivirus Kaspersky a tutta la pubblica amministrazione.
Però va spesa qualche parola a difesa di uno dei software che per anni ha garantito prestazioni di altissimo livello a migliaia di famiglie italiane e a uffici pubblici e privati.
La posizione di Kaspersky Italia
Già nei primi giorni del conflitto Russia-Ucraina Cesare D’Angelo, General Manager di Kaspersky Italia, dichiarava “Siamo consapevoli che in questi giorni le preoccupazioni e le domande siano state tante, ed è per questo che vorremmo ribadire alcuni principi e valori fondamentali su cui si basa la nostra Azienda e che ci garantiscono solidità e affidabilità. Kaspersky è un’Azienda privata di livello internazionale, la cui Holding è registrata nel Regno Unito. Le nostre attività locali sono gestite da Entità locali, il che ci dà la possibilità di controllare in modo efficace e indipendente le operazioni internazionali e locali. L’Azienda opera in più di 200 paesi e territori”.
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In effetti già dal 2008 il modello operativo di Kaspersky si basa su un sistema finanziario diversificato e le aziende locali agiscono indipendentemente in termini di operazioni finanziarie. In particolare, Kaspersky ha da tempo trasferito l’elaborazione e l’archiviazione dei dati in Svizzera, con due data center situati a Zurigo.
I Transparency Centers
“Abbiamo creato una rete globale di Transparency Centers” aggiungeva Cesare D’Angelo “per la revisione del nostro codice sorgente, di tutte le versioni delle nostre build e dell’AV-database, dello sviluppo del software e della gestione dei dati – incluse le revisioni dei tipi di informazioni che, generalmente, i prodotti Kaspersky inviano al nostro Kaspersky Security Network (KSN) basato su cloud. Inoltre, forniamo anche l’accesso al nostro codice sorgente per ricostruirlo e assicurarsi che corrisponda ai moduli disponibili al pubblico. Kaspersky fornisce anche una distinta dei materiali software (SBOM) per i suoi prodotti. I nostri Transparency Center si trovano a Zurigo (Svizzera), Madrid (Spagna), Kuala Lumpur (Malesia), San Paolo (Brasile) e New Brunswick (Canada)”.
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In effetti l’azienda ha confermato la sicurezza e l’affidabilità delle pratiche ingegneristiche e dei data service con due rigorose valutazioni di terze parti e ha superato con successo l’audit SOC 2 (Service Organization Control for Service Organizations) Type validando controlli di sicurezza nel processo di sviluppo e rilascio degli aggiornamenti contro il rischio di modifiche non autorizzate. Inoltre, ha ricevuto la certificazione di conformità allo standard ISO/IEC 27001:2013 da parte di TÜV Austria.
“Per fornire anche una maggiore trasparenza nella gestione delle vulnerabilità” conclude Cesare D’Angelo “Kaspersky ha svelato anche i suoi Five Ethical Principles for Responsible Vulnerability Disclosure”
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