Investimenti: energie pulite e rinnovabili mettono il turbo al portafoglio
Gli investimenti in energie pulite stanno passando dalla nicchia al mainstream attestandosi tra le aree dell’asset management che registrano la maggiore crescita sia tra i clienti privati che tra gli istituzionali. Di EUGENIO MONTESANO (tratto da www.focusrisparmio.com). Articolo pubblicato su FR MAGAZINE | Dic 2017 – Gen 2018 |
La transizione energetica verso fonti sempre più sostenibili, innovative e concorrenziali è uno dei trend dei prossimi decenni. Sospinta dalla forte domanda di fotovoltaico, l’Agenzia internazionale dell’energia (AIE) ha recentemente rivisto al rialzo le stime sulla produzione di energie rinnovabili, prevedendo che entro il 2022 saranno resi disponibili mille gigawatt di potenza da energie pulite, pari alla metà dell’attuale capacità energetica globale del carbone.
Una crescita che secondo le stime dovrebbe verificarsi più rapidamente del previsto: ricerche di un team delle università di Stanford e Berkeley guidato dal docente di ingegneria ambientale Mark Jacobson affermano che 139 paesi del mondo potrebbero funzionare al 100% a energia rinnovabile già entro il 2050. La ’ricetta’ di Jacobson prevede un mix energetico composto per il 58% da solare, 37% da eolico, 4% da energia idroelettrica e 1% da geotermico, moto ondoso e maree.
“Ci sono Paesi dove questo piano è facilmente applicabile, come l’Italia”, ha affermato l’accademico. “Avete abbondanza di luce solare, buone risorse idriche, eoliche e geotermiche”. Non a caso, negli anni il nostro paese si è dimostrato una tra le nazioni più attive in ambito ambientale avendo molto investito per aumentare la quota di rinnovabili. L’ultimo tassello è il varo, a novembre della Strategia energetica nazionale 2030, che prevede la chiusura di tutte le centrali a carbone entro il 2025 e fissa l’incidenza delle fonti energetiche rinnovabili al 28% sui consumi complessivi entro il 2030 (nel 2015 era il 17,5%). E il crescente interesse di cittadini e governi per la sostenibilità ambientale ha messo il turbo anche agli investimenti collegati alle rinnovabili. In Italia i fondi che investono in società quotate del settore sono emessi da cinque Sgr per un totale di 17 differenti share class.
Secondo i dati Morningstar, i loro rendimenti da inizio anno sono tutti positivi in un intervallo compreso tra il 22,11% e il 6,28% e con una performance media dell’11,5% (al 31 ottobre 2017). “La domanda di energia continua a crescere, sospinta dall’aumento della popolazione, dall’industrializzazione dei mercati emergenti e dalle tendenze di consumo della popolazione globale”, analizza Pascal Dudle, gestore del Vontobel Fund – New Power. “Gli eventi meteorologici estremi di quest’anno – uragano Harvey in primis – potrebbero servire come avvertimento che un’azione concreta verso politiche climatiche sostenibili debba essere attuata rapidamente. Ecco perché le aziende con tecnologie leader e scalabili, attive in settori come le energie rinnovabili e l’efficienza energetica, saranno in grado di ottenere tassi di crescita interessanti nei prossimi anni”. E sebbene l’amministrazione Trump abbia iniziato il processo formale per ritirare gli Usa dall’accordo sul clima di Parigi, molti grandi paesi come la Cina si stanno muovendo nella direzione opposta. Proprio nelle società legate al settore cinese del clean tech energetico investe la strategia China Enviromental di East Capital. “In termini di posizionamento, il tema dei veicoli elettrici è senza dubbio l’esposizione maggiore all’interno del portafoglio con quasi il 30%; le energie rinnovabili godono della seconda maggior allocazione al 20%.
Proprio su questo tema la Cina ha già raggiunto oggi i target che si era data per il 2020”, spiega Daniele Mellana, director di East Capital. Tuttavia, riflette l’esperto, quello degli investimenti in energie rinnovabili rimane un tema da affrontare con cautela in quanto legato “alle politiche di ciascuno Stato in cui si desidera investire: il tema degli incentivi o dei sussidi non deve essere trascurato. Noi abbiamo scelto di investire in Cina perché siamo allineati col governo, che ha messo questi temi al centro degli investimenti del piano quinquennale”.