Intervista all’editore Mariangela Mincione un nome da dolce angelo dentro una personalità di ferro.
DALLA NOSTRA INVIATA CINZIA ALIBRANDI.
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Come si immagina una titolare nonché fondatrice di una casa editrice?
Per quel che mi riguarda la prima volta che ho conosciuto Mariangela a Roma, dove vado spesso per lavoro, la vera sorpresa è stata lei! Botticelliana nell’aspetto ma già dopo poco battute una donna di quelle giuste: forte e vera! Tant’è che ha creato una casa editrice romana la ‘Mincione edizioni’ che gestisce con grinta e serietà intellettuale rare, in un mondo, quello dell’editoria, che non è dei più semplici.
1- Chi è Mariangela Mincione: descriviti ai nostri lettori.
Sono un editore e lo dico con molto orgoglio: mi ci sono voluti undici anni ed è un traguardo di grande pienezza. Riempie di conoscenza i grandi buchi dell’ignoranza e riempie di tante possibilità dopo l’errore. A 24 anni ho avuto la grande fortuna di conoscere Giampiero Rubei con cui ho iniziato a lavorare. “Voglio il teatro a Villa Celimontana quest’anno” mi disse. E io ideai “Teatropen” la mia prima rassegna, senza la paura (lecita) che si prova quando ti si chiede di fare qualcosa che non hai mai fatto. Qualche risposta la troverò nei libri, pensavo.
Teatropen è durata tre anni e nel settembre del 2008 ho aperto la libreria “Nero su bianco” che ha retto quasi sette anni compreso un cambio di sede: anche qui, senza esserne consapevole, ho vissuto un’esperienza formativa che avrebbe giovato molto al mio lavoro di oggi. Essere librai vuol dire comunicare con le persone più disparate, attraverso un libro. Nel mio caso anche attraverso la musica: la libreria aveva un ampio settore di jazz e nel corso degli anni ho organizzato diversi concerti. Ma ogni spunto partiva e parte sempre da un libro che incontro. Nel 2013 ho iniziato una stretta collaborazione con una casa editrice e l’anno seguente ho deciso di aprire un mio marchio.
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2- Come si arriva a 34 anni a fondare una Casa Editrice?
Credo di aver già risposto sopra..
3- Qual è il libro che avresti voluto editare, il tuo preferito e perché?
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Non c’è un libro che avrei voluto editare. Non ho un mio libro cult. A loro modo tutti lo sono stati. Il libro che avrei voluto editare sono quelli che ho editato.
4- Tu hai creato anche dei festival letterari, per esempio quello di Mentana, me ne parli?
Le mie manifestazioni sono o almeno vorrebbero essere delle grandi librerie all’aperto, dove respirare la stessa allegria intellettuale che si respira in una libreria sana. Il diminuire di questi luoghi fisici d’incontro è in parte la conseguenza dell’assenza di ascolto e dell’assenza di curiosità
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5- L’Italia oltre ad essere un paese di allenatori tecnici della “nazionale di calcio” è nazione di scrittori: come ti muovi nella selezione di un autore, qual è la linea guida da te seguita?
La scrittura è diventata una tra le forme più chic del protagonismo, quindi la prima regola per me è la sincerità della scrittura. L’utilità e la bellezza. Per quest’ultima mi affido al gusto personale: rischioso commercialmente ma è inevitabile se sei l’imprenditore di te stesso.
6- L’ambiente dell’editoria è pieno di insidie quali sono i tuoi punti fermi comportamentali e lavorativi: è importante un’etica?
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L’etica è fondamentale a rendere più forte la categoria. Ma le unioni nel nostro settore sono difficili e quindi ognuno ha dei suoi punti fermi che hanno radici diverse, esperienze in anni diversi.
Il mio punto fermo è la ricerca. Un manuale dell’editore ancora non esiste, ma esistono ad esempio “I verbali del mercoledì” pubblicati da Einaudi qualche anno fa..
7- Oggi la pluralità editoriale è quasi annientata: come si sopravvive da indipendenti e pesci piccoli senza essere inghiottiti dagli squali delle majors?
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Io sono soddisfatta. Da un lato essere un pesce piccolo ti porta a sognare grandi mari, spinta non da poco ; dall’altro lato fatichi perché per te il giro è più largo… . Il sogno per ora ha la meglio.
8- Racconta i tuoi prossimi progetti: fiere, manifestazioni nuove pubblicazioni.
Sto lavorando ad una manifestazione culturale a Fonte Nuova dove la direzione artistica che prenderò si concentrerà sul modo in cui è nato questo comune a mezz’ora da Roma: aggregazione spontanea tra abruzzesi , marchigiani e siciliani. Interessante no? Sempre in questo comune stiamo cercando di costruire una biblioteca: la mia idea è sempre quella di un polo culturale che dia un’alternativa di come trascorrere del tempo ai ragazzi e non solo.
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L’ultima iniziativa è già in essere con il Liceo Tasso di Roma dove svolgo degli incontri letterari con le classi che di volta in volta aderiscono. Da ciò è nato un progetto a lungo termine che prevedrà una pubblicazione curata dagli studenti.
9- Invita i nostri lettori a leggere: un piccolo slogan..
Chi legge, trova!
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Tacco e stacco: e a tutti voi auguro di trovare sempre un libro nel vostro cammino!
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