Il Sole 24 Ore scopre la criptovaluta di JP Morgan
“JP Morgan è la prima delle grandi banche di Wall Street a scommettere sulla blockchain e sulle criptovalute, con una mossa che potrebbe rivoluzionare il mondo bancario” scrive Pierangelo Soldavini sul Sole 24 Ore del 15 febbraio 2019. Infatti il quotidiano finanziario titola “JP Morgan prima grande banca Usa a lanciare la sua criptovaluta”.
Non vorremmo sembrare irriverenti, ma non ci sembra un grande scoop, visto che da mesi ne parliamo su Assodigitale. Come riportato dalla stampa internazionale, la JPMorgan è stata generalmente ostile nei confronti delle criptovalute: il CEO Jamie Dimon, molti ricorderanno, una volta che si parlava di bitcoin, mesi fa, la definì una frode. L’azienda è da anni leader nello sviluppo di applicazioni blockchain aziendali, che cercano di capitalizzare i vantaggi della tecnologia DLP (distributed ledger technology) in un ambiente privato e autorizzato, in particolare attraverso lo sviluppo e la promozione del Quorum.
JPM COIN
Confermiamo quanto pubblica Il Sole 24 Ore: “L’istituto ha infatti annunciato di aver creato e sperimentato con pieno successo la sua criptovaluta: il JPM Coin è basato sulla tecnologia blockchain, esattamente come il Bitcoin, e sarà utilizzato dalla banca per il trasferimento istantaneo di pagamenti tra conti istituzionali”. Tecnicamente il JPM Coin è una “stablecoin”, in questo caso una criptovaluta legata alla parità con il dollaro. “In sostanza la si può immaginare come un criptodollaro, in grado di coniugare la garanzia di stabilità del biglietto verde, senz’altro ben diversa dall’alta volatilità del Bitcoin e delle sue “sorelle”, ai vantaggi di sicurezza e certezza della blockchain” scrive il Sole 24 Ore. Ovviamente non va del tutto trascurato, diciamo noi, il rischio implicito nell’utilizzare una valuta garantita da un emittente privato, pur solido come una banca di questa portata, rispetto a un dollaro … garantito dalla FED. Per approfondimenti qui il link all’articolo pubblicato sul web a firma Pierangelo Soldavini. La blockchain di cui parliamo è privata – permissioned, come si dice in gergo tecnico – nel senso che l’accesso sarà consentito solo ai soggetti autorizzati dalla banca.
IL FENOMENO CRIPTOVALUTE ESPLODE FRA I MILLENNIALS
Anche Facebook ha allo studio una criptovaluta da usare su WhatsApp. Logicamente dovrebbe essere una stablecoin, con qualche parametro di riferimento assimilabile alle hamburger utilizzate da un temibile competitor come la catena di fast food Burger King. Come già ampiamente anticipato su Assodigitale, Burger King ha lanciato la sua criptovaluta, chiamata WhopperCoin, in Russia, area test che sarà certamente allargata al resto del mondo in caso di successo. I clienti del fast food potranno richiedere una unità di “whoppercoin” per ogni rublo che spendono per il panino Whopper. Con 1.700 whoppercoin si potrà acquistare un Whopper. Non ci sarà forse la parità con il dollaro, ma certamente gli hamburger si possono mangiare. Questa criptovaluta non varrà mai zero, finché ci sarà un locale Burger King aperto.
LE FONTI FINTECH & BLOCKCHAIN FORUM
Tutti questi argomenti, e molti altri estremamente attuali, verranno trattati a Palazzo Mezzanotte, sede di Borsa Italiana, il 6 Marzo 2019 a “LE FONTI FINTECH & BLOCKCHAIN FORUM”. L’evento è riservato ai professionisti del settore, solo su invito. Michele Ficara Manganelli, direttore di Assodigitale, sarà fra i relatori durante la tavola rotonda su crypto e blockchain.
Sarà presente anche Paolo Brambilla direttore responsabile di Trendiest e di MarketWall.