L’importanza dell’intimacy coordinator nel cinema moderno
Momenti di passione, scene hot e baci sono elementi che accendono le fantasie del pubblico, ma ciò che avviene realmente sul set è frutto di un lavoro preciso e meticoloso. Il ruolo dell’Intimacy Coordinator, figura professionale fondamentale per garantire il rispetto e il comfort degli attori durante le riprese di scene intime, sta acquisendo sempre più rilevanza nell’industria cinematografica, sia a livello internazionale che locale. Negli Stati Uniti, questa figura è già parte integrante del processo di produzione, con molte piattaforme che ne promuovono l’obbligo.
In Italia, sebbene la professione stia appena iniziando a farsi strada, il suo impatto è già evidente. Arianna Quagliotto, una delle nuove professioniste in questo campo, sottolinea come la presenza di un Intimacy Coordinator possa desessualizzare l’atto messo in scena, rendendo così gli attori più sereni e a proprio agio sul set. Uno degli aspetti cruciali del suo lavoro è posto sul consenso, un elemento fondamentale nelle scene di sesso. Tuttavia, come evidenziato da Arianna, non sempre il consenso tra attore e regista si manifesta in modalità veramente libere, e qui entra in gioco il ruolo di mediazione dell’Intimacy Coordinator.
L’importanza di questa figura non risiede unicamente nella gestione tecnica delle scene, ma si estende anche alla realizzazione di un ambiente sicuro e rispettoso per tutti coloro che sono coinvolti nella produzione. Con un contesto professionale in continua evoluzione e una maggiore attenzione alle tematiche di genere, il contributo dell’Intimacy Coordinator diventa essenziale per affrontare le sfide moderne dell’industria cinematografica.
Il percorso di Arianna nel mondo della produzione filmica
Arianna Quagliotto ha tracciato un cammino professionale variegato e ricco di esperienze che l’ha portata a diventare una delle prime Intimacy Coordinator italiane. Nata a Montebelluna, in provincia di Treviso, si è laureata al Dams di Bologna, dove ha approfondito temi legati alla produzione e alla critica cinematografica. Grazie a un bando europeo, ha potuto seguire un corso che l’ha avvicinata al funzionamento delle produzioni, avviandola così verso una carriera nel settore.
Vanta quasi un decennio di esperienza, inizialmente come parte di una casa di produzione e successivamente nel mondo dei set cinematografici. La sua passione per una rappresentazione più libera della sessualità l’ha portata a unirsi al collettivo Inside porn, dove si promuovono visioni di prodotti pornografici queer e indipendenti, creando spazi di discussione privi di pregiudizi. Arianna ha scoperto il ruolo di Intimacy Coordinator solo all’inizio del 2023, mentre lavorava come Covid manager su un set televisivo.
Durante le riprese di Love Club a Bologna, ha incontrato Luisa Lazzaro, la prima Intimacy Coordinator in Italia, che ha svolto un ruolo cruciale nel suo percorso. Arianna ha partecipato a un workshop con l’Anica Academy, supportato da Netflix e Sky, dove ha approfondito il concetto di consenso e le complesse dinamiche che ne emergono. La formazione ha incluso ottimi spunti sull’importanza della mediazione nel processo creativo, stabilendo così una base solida per il suo lavoro futuro nel rispetto della privacy e del benessere degli attori.
Grazie a queste esperienze, Arianna ha acquisito competenze uniche nel settore, fondamentali per il suo operato come Intimacy Coordinator, e continua a spingere per una maggiore inclusività e consapevolezza nelle dinamiche di produzione cinematografica in Italia.
Dinamiche del consenso tra attori e registi
Il consenso è un concetto fondamentale nel lavoro di un’Intimacy Coordinator, ma la sua applicazione pratica sul set può presentare sfide significative. Arianna Quagliotto sottolinea che, sebbene il consenso sia cruciale per le scene di sesso, non sempre si manifesta in modo del tutto libero tra attori e registi. La dinamica di potere che esiste sul set può influenzare le decisioni e le interazioni, creando situazioni in cui l’attore potrebbe sentirsi costretto a dire di sì a determinate richieste per paura di intaccare il proprio ruolo o la propria carriera.
Per affrontare queste problematiche, Arianna e altri Intimacy Coordinator hanno un ruolo di mediazione. La loro presenza aiuta a facilitare una comunicazione aperta, consentendo agli attori di esprimere le proprie necessità e preoccupazioni senza timore di ripercussioni. «Siamo lì per verificare anche il consenso, per assicuraci che ogni decisione venga presa in un contesto di sicurezza e rispetto», spiega Arianna. Questo non solo protegge gli attori, ma contribuisce anche a creare un clima di lavoro più sereno e produttivo.
La formazione ricevuta da Arianna presso l’Anica Academy ha enfatizzato l’importanza di comprendere le dinamiche del consenso e di rispettare i confini di ciascun attore. Durante il corso, è stata posta particolare attenzione alle sfumature del consenso, discutendo come possa variare in base all’interazione con il regista. La capacità di rinegoziare il consenso in tempo reale durante le riprese è una competenza essenziale per un Intimacy Coordinator e permette di affrontare imprevisti che possono sorgere. Arianna sostiene che il gruppo di lavoro deve sempre essere consapevole delle emozioni e dei segnali non verbali degli attori, in modo da garantire che tutti si sentano a proprio agio e rispettati.
In questo modo, il ruolo dell’Intimacy Coordinator si estende oltre la semplice supervisione, diventando un elemento chiave per garantire un ambiente di lavoro positivo, dove il consenso non è solo una forma, ma una pratica viva e condivisa fra tutti i membri del cast e della troupe.
Tecniche e strumenti utilizzati sul set
Il lavoro di un’intimacy coordinator si basa su una serie di tecniche e strumenti specifici che permettono di gestire le scene intime nel modo più professionale e rispettoso possibile. Durante un corso in presenza seguito a Roma, Arianna Quagliotto ha avuto l’opportunità di apprendere tecniche di mascheramento, fondamentali per creare coreografie di movimento che simuleranno atti sessuali senza compromettere il comfort degli attori. Questo approccio permette di girare scene di sesso simulato in maniera che il contatto tra i corpi sia minimizzato, mantenendo un alto standard di professionalità.
Tra gli strumenti utilizzati sul set ci sono i modesty garments, indumenti specifici che gli attori indossano per coprire le parti intime durante le riprese. Questi possono variare da copricapezzoli a indumenti progettati per coprire il seno e i genitali, assicurando che ogni membro del cast si senta sicuro e rispettato. Inoltre, Arianna menziona l’uso di cuscinetti e palle da yoga disposte tra i corpi, che servono ad evitare qualsiasi contatto diretto e inappropriato durante la simulazione di atti sessuali.
- Mascheramento: Spiegare le posizioni per girare scene intime senza contatto effettivo.
- Modesty garments: Indumenti e accessori utilizzati per coprire le parti intime degli attori.
- Barriere fisiche: Utilizzo di cuscinetti e oggetti per mantenere il distanziamento durante le riprese.
- Salviette nasali e amuchina: Strumenti utilizzati per promuovere l’igiene durante le riprese.
Questo tipo di preparazione e cura non solo facilita il lavoro sul set, ma contribuisce anche a creare un ambiente più sereno e professionale. Ogni aspetto è studiato per garantire che gli attori possano esprimersi senza sentirsi vulnerabili o inibiti da pressioni esterne. Grazie a queste pratiche, l’intimacy coordinator si pone come un ulteriore elemento di sostegno, assicurando che le scene intime siano girate con il maggior rispetto possibile per il benessere di tutti i coinvolti.
Ruolo dell’intimacy coordinator nella psicologia degli attori
Il lavoro di un’Intimacy Coordinator non è limitato alla semplice gestione tecnica delle scene, ma si estende anche al benessere psicologico degli attori coinvolti. Arianna Quagliotto sottolinea l’importanza di saper interpretare le emozioni e i segnali non verbali di chi lavora sul set. Spesso, un attore potrebbe non sentirsi a proprio agio a esprimere le proprie riserve direttamente al regista, e in questi casi, l’Intimacy Coordinator diventa una figura cruciale per favorire una comunicazione aperta e onesta.
«Dobbiamo capire se ci sono imbarazzi, studiare i piccoli movimenti per comprendere se c’è del disagio», spiega Arianna. Il nostro ruolo è quello di allentare le tensioni e di creare un ambiente in cui gli attori si sentano al sicuro nel condividere le proprie preoccupazioni. Tuttavia, Arianna è chiara nel far sapere che l’Intimacy Coordinator non si sostituisce a un professionista della salute mentale. «Non siamo psicologhe, ma siamo formate per assistere e dare supporto al cast», afferma. Questo supporto permette di affrontare, ad esempio, il momento delicato in cui un attore potrebbe rendersi conto che il consenso inizialmente dato non è più valido, richiedendo una rinegoziazione in tempo reale.
La presenza di questa figura professionale permette quindi di smontare le barriere che spesso impediscono un dialogo aperto. Arianna evidenzia che il consenso è un elemento che può e deve essere rinegoziato. Questo approccio non solo supporta un’atmosfera di lavoro più serena, ma aiuta anche a prevenire situazioni di disagio o pressione non necessaria sugli attori. La sua missione è di garantire che ogni membro del cast senta di avere il diritto di esprimere le proprie opinioni e preoccupazioni, contribuendo così a un ambiente di lavoro più rispettoso e inclusivo.
Il ruolo dell’Intimacy Coordinator costituisce una forma di mediazione fondamentale nell’industria cinematografica, dove le dinamiche di potere possono influenzare la libertà di espressione. Questa figura lavora per promuovere un clima di comprensione e supporto, assicurando che la creatività artistica possa fiorire senza compromettere il benessere psicologico degli attori.