Il fotografo JR: il Banksy parigino che si definisce “photograffeur”
Il fotografo JR, un po’ artista giramondo, un po’ attivista globale, già nel 2015, al grande corteo di Parigi contro il terrorismo, invitava i manifestanti a esporre dei mega pannelli da lui ideati con gli occhi di “Charb”, il direttore di “Charlie Hebdo” ucciso insieme ai disegnatori del giornale satirico.
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Un altro esempio: JR ha inaugurato lo scorso settembre un’enorme installazione di scaffalature sul lato messicano del confine tra Stati Uniti e Messico. La sua opera si vedeva meglio dal lato americano del confine. Un’immensa immagine di Kikito (vedi foto), un bambino di un anno della città di Tecate, guarda scherzosamente oltre il famigerato muro di confine. Kikito e la sua famiglia non possono purtroppo attraversare il confine per vedere l’opera dal punto di vista ideale.
I filmati di JR sono pubblicati on line, ma non su Youtube. Sono sul suo sito. JR li spedisce gratis a chi organizza una proiezione per la propria comunità, basta chiederli attraverso il sito web . «È troppo facile oggi guardare qualcosa sullo smartphone da soli, in treno.
Voglio che le persone si riuniscano per condividere un’esperienza che resterà nella loro memoria», ha spiegato l’artista un paio d’anni fa all’Observer New Review, il magazine del quotidiano britannico “The Guardian” che gli aveva dedicato la copertina, in occasione dell’uscita della monografia “JR: Can Art Change the World?” (Phaidon).
ANTEPRIMA
Continuiamo a pescare notizie dall’interessantissimo servizio di informazione quotidiana ANTEPRIMA dove Giorgio Dell’Arti di primo mattino parla un po’ di tutto in quella che lui stesso definisce “spremuta di giornali”. Oggi Giorgio Dell’Arti riporta un pezzo de “La Stampa” che ripubblichiamo qui sotto.
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JR
JR, fotografo, 37 anni, madre tunisina e padre dell’Est europeo, gira il mondo a fotografare facce, poi ingrandisce queste foto fino a dimensioni capaci di coprire un palazzo e le appiccica sui condomìni di mezzo mondo. Documentario con la regista ottantanevenne Agnes Varda intorno all’indifferenza. Espulso da scuola a 17 anni. Telefonavano a casa: «Venga a riprenderselo». La madre rispondeva: «Tenetevelo». «A 28 anni ha già fatto installazioni pirata nei quartieri topaia in India, Cambogia, Kenya, Sud Sudan. Va all’Avana dove riempie i muri, abituati solo alle immagini del Che e di Fidel, con i volti rugosi di vecchi isolani. A Ellis Island ripopola i luoghi dove sbarcavano gli immigrati con foto e sagome a grandezza naturale.
Nel 2008 fa scalpore a Rio de Janeiro, dove tre giovani della più antica favela brasiliana erano stati uccisi per strada nell’indifferenza generale. JR è andato dove né la polizia né le ambulanze osavano entrare. Ha parlato con le persone, ha vissuto con loro, ha fotografato i loro volti e poi ha attaccato sulle baracche le gigantesche immagini degli occhi di quelle persone. L’installazione è stata filmata dagli elicotteri delle televisioni di mezzo mondo: volti e persone, la favela non era più invisibile. Sempre a Rio, per le Olimpiadi, ha installato su un palazzo un saltatore alto cinque piani» [Soffici, Sta]
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