A favore dei bitcoins si schiera Forbes con un bell’articolo
Non sono molti quelli che scrivono a favore dei bitcoins. Chuck Jones, che scrive spesso di innovazione tecnologica e di economia internazionale su Forbes, si è improvvisamente accorto dei bitcoins e forse se ne è innamorato.
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“9 motivi per cui Bitcoin potrebbe raggiungere $ 100.000 o più” titolava il suo articolo poche ore fa sul sito di Forbes. Va chiarito che dappertutto Forbes ricorda che il parere dei suoi redattori non necessariamente rispecchia quello dell’editore … Certo però che l’autorevolezza del magazine americano aiuta molto nel prendere in considerazione i suoi messaggi, anche se l’editore non dovesse condividerli appieno.
“Le cryptocurrencies, ci ricorda Chuck Jones, nel 2017 hanno ammaliato gli investitori … Bitcoin ha quasi raggiunto $ 20.000 portando Bitcoin e altre criptovalute ad ottenere un’enorme esposizione mediatica e la creazione di migliaia di nuovi investitori”. Ovviamente tutto dipende da domanda e offerta, ma Chuck Jones aggiunge “Per avere un’idea di cosa potrebbe far aumentare significativamente il prezzo del Bitcoin, ho delineato 9 motivi”
Il numero di bitcoins è limitato a 21 milioni
Il primo è stato estratto il 3 gennaio 2009 e attualmente ci ne sono circa 16,8 milioni in “circolazione”. Ma è sempre più difficile creare bitcoins aggiuntivi, e comunque al massimo si arriverà a 21 milioni, un fatto matematico legato alla funzione logaritmica con la quale vengono “estratti”. Il combinato della difficoltà di estrazione e del limite di quanti possono essere creati, influenza pesantemente il lato dell’offerta. Ciò che è unico per Bitcoin rispetto ad altre criptovalute è che è stata la prima ad essere sia inventata, sia accettata dagli investitori, oltre ad aver avuto la maggiore attenzione da parte dei media: questi tre aspetti, in mancanza di un sottostante reale, creano un effetto sinergico e aiutano a creare domanda.
La paura di perdere un’occasione
La paura di perdere un’occasione ha contribuito a creare un effetto “imitazione”. Gli investitori non vogliono perdere il treno o addirittura vogliono vantarsi di possedere bitcoin, come forma di modernità e intelligenza.
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Password perse
Le persone perdono le cose che possiedono o dimenticano facilmente password o codici di accesso: questo sorprendentemente è successo anche per gli indipensabili codici che permettono di gestire le criptovalute. Kimberly Grauer, Chief Economist di Chainalysis, stima che il 23% delle chiavi sia stato perso, il che riduce paradossalmente ancoradi più l’offerta sul mercato.
Alcune grandi istituzioni aggiungono credibilità
Il Chicago Board Options Exchange e il CME Group hanno creato un mercato in opzioni Bitcoin lo scorso dicembre. Ad esempio anche Goldman Sachs ha dichiarato che potrebbe iniziare a negoziare le criptovalute. Gli investitori privati deducono che queste grandi istituzioni finanziarie non metterebbero risorse e persone in questo mercato se non lo valutassero potenzialmente redditizio.
Estrarre criptovalute è sempre più costoso e difficile
Il mining di Bitcoin è stato impostato in modo che, a mano a mano che ne vengono creati altri, diventa più difficile produrre il successivo. E poiché l’estrazione è compiuta esclusivamente dai computer, occorre sempre più potere di calcolo per crearli. Questo porta a maggiori costi sia nell’impostazione dei sistemi, sia di energia. Se i costi di estrazione aumentano, potrebbe rallentare la rapidità con cui vengono creati nuovi bitcoin, il che limiterebbe l’offerta a breve termine rendendola più preziosa.
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Incetta
Nella procedura di inserimento nelle piattaforme, potrebbero verificarsi accaparramenti di bitcoins in quanto i loro produttori si aspettano che il loro valore aumenti. Questo finirebbe col rendere ancor più limitata l’offerta di Bitcoin. Del resto questo si potrebbe verificare con qualsiasi risorsa. Solo a un certo prezzo i proprietari decideranno di reimmetterli su mercato.
Valuta rifugio
Il dollaro USA è considerato la valuta “più sicura” al mondo poiché ha la piena fiducia e il sostegno del governo degli Stati Uniti. Però un certo numero di persone cerca alternative, più o meno sicure. Bitcoin e altre criptovalute al momento riscuotono successo per le loro caratteristiche intrinseche, cui è attribuita una notevole dose di sicurezza. Bitcoin ha iniziato a guadagnare fiducia quando ha risolto casi particolari, ad esempio per persone che vivono o inviano denaro a Paesi i cui governi non permettono trasferimenti, come lo Zimbabwe, o dove l’inflazione è molto alta, come il Venezuela.
Attività illegali
Sfortunatamente le criptovalute sono state, e continueranno ad essere, utilizzate per attività illegali. Dal momento che gli utenti di Bitcoin possono rimanere anonimi e possono lavorare da qualsiasi parte del mondo, ciò potrebbe portare ovviamente ad un aumento della domanda, al di là degli utilizzi legali che ne fanno gli altri utilizzatori.
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Quanto potrà durare?
Come per la maggior parte delle risorse, non esiste una risposta univoca, soprattutto in un mercato del tutto nuovo. D’altra parte se ci fidiamo dei computer quando operiamo sul nostro conto corrente online né ci preoccupiamo di dove finiscano i bonifici che ordiniamo di eseguire al computer centrale della nostra banca, o più in generale continuiamo ad usare le carte di credito, è perché la tecnologia ha raggiunto livelli oltremodo affidabili. Beh, le criptovalute lo fanno ancora meglio, tramite la tecnologia blockchain.
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