Doxa e WIN pubblicano l’indagine: 1 persona su 4 è un volontario
Aiutare gli altri non è un passatempo occasionale, ma una vera e propria missione alla quale dedicare tempo ed energie, speranze e sogni, perché fare del bene al prossimo è fare del bene anche a noi stessi – di Letizia Dehò –
L’indagine di DOXA e WIN
Il fatto che le associazioni di volontariato siano proliferate negli ultimi anni in varie forme e con diverse aree di intervento, operazioni sul territorio o missioni in paesi stranieri, è il segnale di un aumento esponenziale delle persone che si dedicano a questo tipo di attività. Hanno condotto un’indagine a questo proposito le due società (e network) internazionali per ricerca di mercato e di opinione pubblica: DOXA e WIN. Il sondaggio è stato fatto in 41 paesi a livello globale, coinvolgendo 31.980 persone. Ciò che è emerso ci lascia ben sperare.
I risultati del 2018
I risultati della ricerca relativi allo scorso anno ci evidenziano che più di 1 persona su 4 nel mondo ha dedicato parte del proprio tempo a una organizzazione senza scopo di lucro senza avere in cambio nessun compenso. Questo numero coincide con il 28,5% di tutte le persone intervistate . Maschi e femmine fanno volontariato in egual misura e la percentuale più alta di persone impegnate in attività di volontariato è nella fascia d’età 18-24 anni (33%) e tra gli over 65 (29%) . Inoltre coloro che hanno raggiunto un livello di istruzione superiore sono più impegnati in attività di volontariato (42%) rispetto a quelli che hanno un grado di istruzione inferiore (18%)
Vilma Scarpino
Vilma Scarpino, amministratore delegato di BVA Doxa e presidente di WIN, ha dichiarato: «Il ruolo dei volontari è sempre più cruciale. È importante che i nostri media, i nostri governi e le nostre istituzioni continuino a premiare e a incoraggiare il volontariato. Oltre ad aiutare gli altri, il volontariato ha dimostrato di migliorare anche il benessere dei volontari stessi. È naturale che ognuno si senta appagato dopo avere aiutato qualcuno. La nostra indagine globale con dati provenienti da 31.890 persone in 41 Paesi, ha anche rilevato che ci sono differenze molto ampie a livello nazionale rispetto al tema del volontariato e, come WIN, ci auguriamo che possano ridursi».
In Italia
Tra i tutti i paesi coinvolti a livello globale l’Italia risulta uno di quelli che registra il più basso tasso di volontariato, solo il 7% contro il 57% del Paraguay e della Cina. Ma, forse, una scusante a nostro favore c’è. Il dato italiano ha una sua peculiarità: probabilmente gli intervistati italiani hanno risposto in modo più scrupoloso attenendosi esclusivamente alle attività di volontariato svolte in modo regolare/sistematico (e non solo occasionale) e soprattutto limitandosi a quanto fatto per conto di organizzazioni no-profit, escludendo dunque tutto ciò che fanno su iniziativa individuale o per conto di altri tipi di realtà (es. parrocchie, scuole, associazioni, società sportive, comunità, gruppi di cittadini, e così via)
Nei Paesi Esteri
All’estero la situazione è ben differente. Il record è raggiunto a pari merito da Cina e Paraguay con il 57% di tasso di volontariato. Livelli molto elevati di volontariato sono registrati anche in Australia (46%), Sudafrica (44%), India (43%) e Stati Uniti (42%). Livelli bassi invece si registrano in Indonesia (10%), Giappone (14%) e Pakistan (16%). In generale ci si può ritenere soddisfatti dei risultati raggiunti che ci fanno guardare al futuro con un po’ più di ottimismo.
Letizia Dehò