Doge criptovaluta pericolosa senza Musk rischi crescenti e nuove minacce inarrestabili

Il doge senza Musk: un potere silenzioso e pervasivo
Il doge continua a influenzare profondamente l’apparato federale statunitense, nonostante l’uscita di scena pubblica di Elon Musk. L’immagine spettacolare e rumorosa è stata sostituita da un’operatività meno vistosa ma più capillare e strutturata, che permea ogni livello dell’amministrazione. La sua presenza non è più associata a gesti plateali, ma a un’infiltrazione silenziosa e sistematica all’interno delle agenzie governative, rendendo qualsiasi tentativo di rimuoverlo inefficace come tentare di eliminare una tinta dissolta nell’acqua.
In questa fase, il doge non punta più alla ristrutturazione visibile del personale federale con licenziamenti di massa, ma concentra le proprie energie nell’integrazione e nell’analisi di enormi volumi di dati provenienti da fonti disparati. Queste informazioni, in origine destinate a rimanere separate, vengono ora combinate per sorvegliare specifiche categorie di individui, con particolare attenzione agli immigrati, supportando le operazioni legali del Dipartimento di Giustizia, soprattutto riguardo alle accuse di frodi elettorali.
Nonostante Musk dichiari di essersi defilato, i suoi collaboratori stretti rimangono solidamente posizionati nelle strutture di controllo e regolamentazione federali. Secondo alcune fonti, il doge sta impiegando Grok, un’intelligenza artificiale sviluppata da xAI, società legata a Musk, per elaborare dati personali sensibili di milioni di cittadini, alimentando modelli di AI con informazioni governative senza precedenti.
Al centro di questa rete di potere permane inoltre un giovane figura online noto come “Big Balls”, simbolo della continuità e della misteriosa influenza che il doge esercita all’interno dell’amministrazione. Questo scenario evidenzia come la sua affermazione sia ormai indipendente dalla presenza di Musk e radicata nel funzionamento quotidiano dello stato federale statunitense.
L’uso controverso dei dati e l’intelligenza artificiale nel controllo governativo
Il Doge ha affinato la sua capacità di sorveglianza sfruttando la raccolta e l’elaborazione di dati personali con strumenti di intelligenza artificiale avanzata, sollevando preoccupazioni significative sul rispetto della privacy e sui limiti della legalità. L’impiego di Grok, il chatbot sviluppato da xAI, permette di mettere in relazione dati che in passato venivano trattati separatamente, creando un livello di monitoraggio senza precedenti sugli individui, soprattutto su categorie vulnerabili come gli immigrati.
La metodologia adottata si basa su analisi incrociate di database sensibili, che coinvolgono dati personali, spostamenti, comunicazioni e attività online, trasformati in strumenti di intelligence per supportare azioni giudiziarie, in particolare quelle relative a presunti brogli elettorali. Questo uso massiccio e non trasparente di informazioni solleva interrogativi sul bilanciamento tra sicurezza nazionale e diritti civili, soprattutto in assenza di adeguati controlli indipendenti.
Nonostante l’apparente distacco di Elon Musk, la continuità nell’utilizzo di questi sistemi di intelligenza artificiale riflette una strategia consolidata che persiste nel tessuto istituzionale. La possibile esposizione di milioni di cittadini a un trattamento dati senza precedenti rischia di compromettere i principi fondamentali della democrazia e alimenta dubbi sulle implicazioni etiche di delegare sempre più potere decisionale a sistemi automatizzati.
La continuità delle politiche: dalla gestione Musk alla nuova fase del doge
La transizione dal periodo di controllo diretto di Elon Musk a una gestione più discreta ma strutturata non ha impresso un’inversione di marcia nelle politiche portate avanti dal Doge. Al contrario, la continuità delle strategie è garantita da figure chiave all’interno della macchina amministrativa che hanno ereditato e affinato gli obiettivi imposti nella fase precedente. In particolare, Russell Vought, direttore dell’Ufficio per la Gestione del Bilancio della Casa Bianca, è emerso come il principale artefice della prosecuzione della linea di rigore fiscale e controllo delle spese pubbliche, mantenendo salda la pressione sulle agenzie federali per l’attuazione delle direttive imposte.
Le politiche di taglio e riorganizzazione non si manifestano più con attacchi plateali, ma piuttosto attraverso una gestione più sottile e sistematica, che utilizza leve amministrative e tecniche di monitoraggio evolute. Ciò dimostra una maturazione dell’approccio adottato dal Doge, che ora mira a consolidarsi nell’apparato statale senza destare eccessivo attrito pubblico.
Questa nuova fase non solo preserva la struttura precedentemente istituita, ma la innesta in un sistema di governance più resiliente e meno vulnerabile alle oscillazioni politiche. Il risultato è un’organizzazione in grado di perpetuare le proprie prerogative di sorveglianza e controllo, rafforzando il potere esecutivo attraverso strumenti tecnologici e gestionali senza soluzione di continuità rispetto all’era Musk.
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