Che cos’è il lavoro agile? Uno smart working deve avere dei princìpi
di Alessia Scorrano
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A Milano dal 22 al 26 maggio è in corso la “Settimana del lavoro agile“, promossa dal Comune di Milano. Doxa, ideatrice delle ricerche di mercato in Italia, vi aderisce tracciando le tendenze di un fenomeno in costante crescita destinato a rivoluzionare la vita professionale di tutti noi. Ma che cos’è il lavoro agile?
Vilma Scarpino, amministratore delegato di Doxa, ha illustrato in maniera molto chiara ed esaustiva i concetti chiave di questo nuovo modo di “fare lavoro”. Tutto nasce dalla creazione di nuove metodologie di relazione in corrispondenza allo sviluppo delle nuove tecnologie; le differenti e nuove problematiche riguardo la conciliazione tra sfera pubblica e privata, senza doverne sacrificare una a scapito dell’altra, sono state oggetto di una ricerca che negli anni ha portato sempre di più a delle proposte concrete di soluzione. Si è provato a ridistribuire il lavoro agli individui in maniera più omogenea, negando il sistema di gerarchizzazione tipico della catena di montaggio del modello aziendale fino alla fine degli anni ’90, definita Scientific Managment, che doveva garantire la massima efficienza attraverso la standardizzazione di ruoli ben precisi, legati a dei precisi luoghi, in una precisa fascia oraria.
LE NUOVE TECNOLOGIE COLLABORATIVE
Tuttavia, la carriera e la ricerca di affermazione nell’ambito lavorativo, portavano ad una ingiusta secondarietà tutti gli aspetti della vita privata del lavoratore. La proposta di un’organizzazione sociale, invece, dovrebbe aiutare a mantenere un equilibrio tra questi due aspetti della persona, cercando in contemporanea di far fronte alle nuove tecnologie collaborative, alla sostenibilità ambientale, tema che ne risentirebbe in positivo in maniera sensibile e lo sviluppo della diversity, che non si limita più alla sola differenziazione di genere, ma anche alla compresenza di più generazioni nello stesso ambito di lavoro, con obiettivi e modi di operare, anche di pensare, differenti. Inoltre, la competizione globale è sempre in costante aumento e il supporto di una solida e valida organizzazione aiuta a raggiungere con successo gli obiettivi sia personali, sia aziendali. Lo smart working, quindi, prevede che il lavoro si faccia, ma non importa dove e quando: ogni luogo ed ogni ora, con i mezzi appropriati, può diventare il proprio orario e il proprio luogo di lavoro.
I PRINCIPI DEL LAVORO AGILE
Il lavoro agile per essere considerato veramente uno smart working deve avere dei principi che ne regolino il corretto funzionamento:
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– collaborazione e comunicazione. Ancora più importante del solito è la condizione della comunicazione, alla base di una buona collaborazione. Quando un team di lavoro non prevede la presenza di tutti i suoi membri nello stesso luogo contemporaneamente, comunicare diviene essenziale per la buona, anzi ottima riuscita del lavoro da portare a termine. In questo modo tutti i talenti presenti vengono valorizzati, sentendosi equamente partecipi al lavoro e al raggiungimento degli obiettivi della squadra;
– responsabilizzazione e autonomia. Un lavoro non sottoposto allo stretto e costante controllo da parte dell’azienda, comporta un ottimo grado di autonomia responsabile e consapevole, ovvero la capacità di autogestirsi nella maniera più efficiente possibile, senza rallentare il lavoro degli altri del tuo team;
– flessibilità. La flessibilità diviene l’ingrediente principale della ricetta dello smart working, data la sua configurazione sia causale sia di effetto nel gioco delle relazioni lavorative e della gestione dei tempi. Questo carattere non deve essere unilaterale per il buon andamento del progetto aziendale: infatti, la flessibilità deve anche essere messa in atto dalle aziende stesse;
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– relazioni basate sulla fiducia. L’autonomia, per rimanere totale, deve basarsi su un rapporto di fiducia sia tra lavoratore e azienda, che tra componenti dello stesso gruppo di lavoro.
L’ORGANIZZAZIONE DELLO SPAZIO
Fondamentale è l’organizzazione dello spazio dove si lavora, non necessariamente dai caratteri compositivi del classico “loculo” o stanza d’ufficio. Sono da favorire ambienti e spazi in grado di accogliere più gente per il lavoro collettivo, di trasmettere positività attraverso il buon business, perché anche i sensi vogliono la loro parte. Inoltre le tecnologie digitali, per consentire situazioni lavorative eque, attraverso l’uso degli stessi mezzi operativi, si accompagnano necessariamente a delle ottime policy organizzative.
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I BENEFICI
Il lavoro agile porta sicuramente, così come presentato, dei forti benefici alle aziende, come ai singoli lavoratori, che hanno la possibilità di organizzare i propri tempi e spazi in base alle specifiche esigenze, lasciandosi del tempo (almeno il 20% rispetto a quello impiegato al lavoro) per attività di incontro e convivialità, altra chiave vincente dello smart working. I risultati sono maggior lavoro, il quale non pesa se distribuito in modo ottimale durante la giornata, maggiore resa e qualità del lavoro svolto, con chiari benefici generalizzati.
IDENTIKIT DEL LAVORATORE AGILE E ZAINOCRAZIA
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Secondo le ultime stime, i lavoratori agili in Italia sarebbero circa 250.000, l’8% sul totale, di età media sui 40 anni. Ma è un fenomeno in costante crescita, che diviene quasi una continuità naturale dell’odierno stile di vita. Ed è proprio in merito a questo che Leonardo Previ, docente di Risorse Umane dell’Università Cattolica di Milano parla di Zainocrazia. Il nuovo lavoratore medio ha con sé una semplice, ma costante dotazione: uno zaino, un computer o un tablet per essere connessi alla rete, biglietti per i mezzi pubblici, un taccuino e un metro, per poter misurare la realtà intorno a sé e spazio vuoto in abbondanza. Una visione molto romantica, ma efficace per capire l’essenza della Zainocrazia, pensata come un’antitesi della burocrazia, la quale dà l’idea di staticità, in favore, invece, del nomadismo professionale, dalle seguenti caratteristiche: mobilità, leggerezza, prontezza, esplorazione, convivialità.
La Zainocrazia va oltre al concetto stesso di lavoro agile, per fotografare un vero e proprio modo d’essere, ovvero quello di imprenditore di sé stesso, cogliendo le opportunità offerte dal mondo del lavoro, ovunque esse siano.
LA LEGGE
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In un quadro normativo ancora non definito e in attesa dell’attuazione di una legge organica e sistematica che disciplini tale istituto, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro, attualmente, è affidata alla normativa dei congedi genitoriali tramite l’applicazione delle disposizioni del D.lgs. 151/2001; mentre la flessibilità oraria viene spesso identificata con il solo part-time, oppure, con la banca ore in alcuni settori.
Le disposizioni comunitarie sul lavoro innovativo e agile (Accordo Quadro 6 luglio 2002) non prevedono l’adozione di una direttiva sul tema, ma lasciano che la regolamentazione venga definita tramite la contrattazione collettiva di ogni Stato membro. In Italia, la contrattazione collettiva, in particolare aziendale, ha assunto un ruolo fondamentale nella sperimentazione di nuovi strumenti, soprattutto rispetto al telelavoro su cui le parti sociali hanno tracciato una cornice d’azione con l’Accordo Interconfederale del 9 giugno 2004.
Nel Jobs Act Autonomi, approvato il 10 maggio scorso con il via libera in terza lettura dal Senato, l’attenzione è stata posta anche sul lavoro agile. La normativa nazionale è sempre più in definizione e garantisce stesso stipendio, parità contrattuale e diritto alla disconnessione a chi lavora in remoto.
CRITICITA’
Per il lavoratore, un maggiore controllo nel bilanciare il rapporto lavoro-famiglia e i ritmi lavorativi con quelli giornalieri implica un aumento della propria soddisfazione lavorativa con ripercussioni positive anche in termini di produttività e contenimento dei tassi di assenteismo. Dall’altro lato, gli aspetti negativi riguardano un minor coinvolgimento nelle dinamiche di apprendimento del know-how attraverso l’osservazione dei colleghi, l’isolamento e la mancata integrazione rispetto al team di lavoro.
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SMART WORKING A MILANO
Milano è una città che di certo non rimane indietro in fatto di trend ed è per questo che si sta attrezzando, da qualche anno, alla diffusione della rete dello smart working, facilitando il lavoro agile a chi lavora in questo modo. Cristina Tajani, Assessora alle Politiche del Lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse Umane del Comune di Milano, parla di come sia cambiata Milano nel tempo, adeguandosi e rendendosi, allo stesso tempo, pioniera all’affermazione del lavoro agile.
“ Gli Zainocrati sono i nostri figli, coloro che con l’aiuto di uno zaino sono in grado di affrontare al meglio la volatilità, l’incertezza, la complessità e l’ambiguità dell’odierno mercato del lavoro, sfruttando al meglio le proprie capacità fisiche e mentali”. L’apertura di spazi appositi per la città e l’osservazione delle conseguenze di questo fenomeno economico ha portato non solo benefici di carattere finanziario, ma anche ambientale: la diminuzione del traffico, per lo più composto da lavoratori, ha comportato una sensibile diminuzione delle emissioni di CO2, la cui curva sul grafico tende ad un aumento costante.
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Alessia Scorrano
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