Cécile Prakken incontra l’artista Anne Marie Delaby, la pittrice – alchimista
L’incontro con l’artista Anne Marie Delaby
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Cécile Prakken intervista Anne Marie Delaby
Anne Marie è una donna caleidoscopica: è artista, è pittrice-alchimista, è arteterapeuta ed è stilista. Anne Marie, di origine Francese, della Normandia, segue varie scuole di disegno in Francia.
Nel 1985 si trasferisce a Milano ed è proprio in Italia che Anne Marie studia la pittura con il metodo antroposofico di Rudolf Steiner e la teoria dei colori di Goethe. L’incontro con il colore determinerà l’orientamento della sua vita: ne scopre il carattere morale, l’energia e la vita segreta. Sono il colore e la luce che trascendono le ombre e il buio.
In un primo momento Anne Marie sceglie la tecnica dell’acquarello che gioca e lavora sulle trasparenze, poi quella dell’olio per esprimere la ricca vita interiore che si manifesta in immagini suggestive. Infatti i suoi dipinti dai colori evocativi sono viaggi verso la Libertà dell’anima e verso l’Assoluto; un percorso iniziatico fatto di prove e conquiste: la Ricerca del Graal.
Bisogna entrare nelle sue opere alla scoperta di figure nascoste, esseri elementari o angelici che uno sguardo superficiale non scorge, e che sembrano svelarsi solo a chi apre gli occhi dell’anima, quasi opere riservate agli iniziati.
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Arte che nutre
Vieni da una famiglia di artisti, in particolari di pittori?
Luna Piena 2008 oil on canvas
“No, non provengo da una famiglia di artisti, tutt’altro. Sono nata in Libano e siamo tornati in Francia quando io ero ancora bambina e lì scopro che disegnare è per me una necessità, quasi un rimedio. Non ho avuto un artista modello umano a cui ispirarmi ma la fonte della mia ispirazione è invece quella che ritengo l’Artista più grande, la Natura.
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Le mie opere sono improntate sulla sintesi tra Natura e Uomo, e sull’incontro tra Cielo e Terra. Gli elementi naturali sono gli stessi che troviamo all’interno del corpo umano. Dobbiamo prendere coscienza che siamo un tutt’uno con il creato e quindi rispettarlo. Questo è il punto di partenza nei miei quadri ma anche nei workshop, nell’arteterapia e negli abiti che dipingo.”
Ti definisci pittrice alchimista, che cosa vuol dire?
“Negli ultimi anni la mia pittura simbolista si è evoluta verso una palese trasmutazione delle tenebre nella luce, o della materia verso lo spirito. Il punto di partenza è sempre il colore e mi lascio guidare dall’immagine che si presenta: il dipinto finale è sempre una sorpresa.
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E’ da un po’ di tempo che sto lavorando sull’alchimia, sulla Grande Opera, che oggi è la trasmutazione del sè. Dobbiamo diventare noi la pietra filosofale, e questo processo porta per risonanza simpatica, alla trasformazione degli altri. Questa tanto agognata pietra filosofale è oggi l’attitudine a provocare l’amore in sè-stessi attraverso un utilizzo cosciente del centro del cuore, e ad indirizzarla nelle opere magiche quali la trasmutazione e la guarigione.
Nell’opera Nigredo, cioè la prima tappa della Magnum Opus, ho usato il nero per la prima volta, per caratterizzare la materia, il piombo, la putrefazione, l’inverno… che poi sfocia nel bianco di Albedo, il secondo stadio in cui lo spirito entra nella materia e la Luce trasforma, illumina, perdona cambiando prospettiva; è l’acqua, la primavera, la giovinezza.
La terza tappa è Citrinitas, l’aria, la ricostruzione dell’Io, l’estate e la maturità, che spesso viene sorpassata per passare direttamente a Rubedo, che è l’unione tra gli opposti e tra anima e spirito, tra materia e spirito, la fenice che rinasce nell’Uno. (Le 3 opere sono visibili sul sito https://www.annedelaby.com/artworks/last-works/ ).
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La soglia tra Terra e Cielo
Osservando I quadri di Anne Marie ci si trova spesso alla soglia tra Terra e Cielo, tra caos e ordine, tra ombra e luce. E lo sguardo ci spinge oltre la soglia verso un mondo di luce dove non ci sono né ombre, né dubbi.
Invece sui dipinti realizzati nel periodo tra il 2010 e il 2012 Anne Marie dice:”La mia pittura è un grido: se l’uomo non esce dal pensiero dualistico che lo divide dalla vita, dalla natura, e dalla sua Essenza divina, il mondo va diretto alla rovina! Non c’è più tempo per scuse o storie. Questa è la sfida di oggi: scegliere tra Essere e vivere o avere e morire”.
“Come artista io sento una grande responsabilità – continua Anne Marie – perché come dice il grande Kandinsky che amo citare, il compito dell’arte è di portare verso l’alto il pesante carro dell’umanità. L’artista dovrebbe portare una visione di bellezza e di verità, almeno così dovrebbe essere, messaggero dello Spirito… Le opere dovrebbero nutrire l’anima. Noi dobbiamo essere sinceri e autentici, essere umili e non “produrre” per un mercato pensando solo a fare soldi. Cioè non dobbiamo prendere in giro noi stessi e sicuramente non prendere in giro il pubblico. Oggigiorno la vita d’artista non è facile, perché il tempo dei Mecenati è tramontato e c’è chi fa business alle nostre spalle con il pretesto della visibilità, chiedendo agli artisti di pagare per fare una mostra… Un paradosso! Infatti l’arte è diventata un commercio, un sistema nel quale non conta più tanto il talento e il contenuto, ma si punta su tecniche nuove e sull’innovazione, la cosidetta opera deve scioccare, più volgarità crei e più scandaloso è il messaggio, più viene messo alla luce dal sistema. Di quest’arte io non faccio parte e non voglio farne.
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Arte che cura: dall’Arte alla terapia
Già nell’antichità si sapeva che l’arte fa bene all’anima e che può addirittura essere curativa. Aristotele disse: “L’arte permette all’uomo di uscire dalla necessità”.
Anne Marie Delaby si è diplomata anche in Counseling e arteterapia nel 2003 con la Scuola di specializzazione in Arteterapia a Lecco, la Scuola di Terapia artistica steineriana ll Cinabro a Milano e la Formazione al clos Lieu con Arno Stern. Utilizza l’arte come strumento terapeutico, con i malati di Parkinson e gli anziani, con i bambini come valido aiuto per quelli iperattivi e disattenti ma anche per quelli più introversi o insicuri.
L’arteterapia aiuta a recuperare fiducia in sé e autostima in periodi di difficoltà, in una depressione, in casi di separazioni. Ognuno di noi desidera lasciare una traccia della propria vita, questa è un’esigenza primordiale. Lo vediamo in ogni civiltà, dalla pittura rupestre fino ai graffiti di oggi. All’interno di un percorso, l’arte non va considerata come sola forma di espressione che soddisfa l’istinto creativo o estetico, ma rappresenta gli stati d’animo più profondi dell’individuo e viene utilizzata come espressione, riparazione, compensazione. Essa consente di dare un significato simbolico ai sentimenti, alle emozioni ed impulsi che altrimenti rischierebbero di debordare o di sopraffare.
Come hai strutturato i tuoi percorsi di arte-terapia?
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Ho lavorato per 20 anni con i pazienti di Parkinson (AIP di Como) – risponde Anne Marie – con i bambini e i ragazzi all’interno di progetti contro il disagio giovanile, nei Centri di Aggregazione Giovanili (CAG), biblioteche, scuole ed associazioni, con i pazienti psichiatrici e i disabili, con gli anziani in case di riposo (Ca’d industria di Como) e con gli adulti nell’area del benessere. Ora tengo prevalentemente incontri, seminari e workshop di crescita personale e consapevolezza per adulti, che ho ribattezzati “Arte e Alchimia”, in Centri o Associazioni in Italia e in Svizzera.
Arte che veste
Dietro il bocciolo si cela il fiore quale realtà ancora invisibile ma possibile e necessaria. E se consapevolezza fa rima con bellezza, chi si avvicina all’Arte di Anne, un’Arte che rivela, risveglia e cura, renderà possibile e necessaria la Bellezza in essere nell’anima e nel corpo. E così che da qualche anno Anne Marie disegna abiti e dipinge i vestiti.
Come è nato il tuo brand <Vestire d’Arte>?
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Io amo Il Bello – risponde Anne Marie – e la moda è la mia seconda passione: la vedo non come tendenza di un periodo ma come una persona venga valorizzata da ciò che indossa.
L’idea di dipingere i vestiti è nata per caso, con una macchia che non andava più via su un mio pantalone bianco. Stavo dipingendo teli per la mia associazione “Cavalieri del Lago”, e mi è venuta l’idea di dipingere qualcosa sui miei pantaloni per salvarli! Ho fatto dei cavalli nella spuma del mare, e la cosa piacque tantissimo alle mie amiche, tanto che mi chiesero di farlo per loro… ho trasformato così alcuni vestiti macchiati in “nuovi” capi da indossare, e ho iniziato a dipingere tshirts o abiti presi al mercato. Però così il mio lavoro non veniva valorizzato, e ho deciso nel 2013 di creare il mio brand Vestire d’Arte: l’Arte scende in strada per vestire le donne in modo unico ed esclusivo, con tessuti rigorosamente naturali e di alta qualità, fatti sartorialmente, dando così la possibilità di poter uscire dalla standardizzazione di massa. Possono essere delle t-shirt o delle camicie ma anche abiti eleganti per occasioni speciali o vestiti di scena.
“Sono abiti per donne che amano l’arte e vogliono indossarla” dice ancora Anne Marie, e chi indossa un abito “Vestire d’Arte” cammina praticamente in un’opera d’arte, essa ti avvolge ed è fatta per te.
Anche sui vestiti il mio riferimento pittorico è quasi sempre la natura. Disegno i modelli con delle forme molto lineari e non troppo elaborate perché devono supportare la pittura, che è il tema centrale. Ogni donna ha il SUO abito, che sposa le sue forme e la valorizza; per questo motivo i miei modelli sono diversificati.
Una volta disegnato il vestito lo faccio confezionare da sarte professioniste e poi lo dipingo, pensando alla persona che lo indosserà. Nel mio modo di approcciare la vita, l’umanità e l’arte mi piacerebbe pensare di donare tutti giorni un poco più di amore, un po’ più di bellezza e di cercare il bene e sempre la verità.
Il vero porta al bello e al buono
Le opere di Anne Marie Delaby sono sparse nel mondo in varie collezioni private, oltre alle tante mostre personali alle quali Anne Marie è stata invitata e alle mostre collettive alle quali ha partecipato.
Grazie Anne Marie Delaby www.annedelaby.com ©Cecile Prakken, febbraio 2025
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