“Capitale urbano”: Milano tira le somme
di Letizia Dehò
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Essendo ormai arrivata a metà del secondo mandato, Cristina Tajani (Assessore a Politiche del lavoro, Attività produttive, Commercio e Risorse umane del Comune di Milano) ha organizzato l’appuntamento dal titolo “Capitale Urbano” per fare il punto di quanto realizzato fino ad ora. Attraverso uno stimolante dibattito, che vede coinvolte personalità molto attive nel panorama milanese e italiano, viene offerta ai cittadini interessati e agli esperti di settore la possibilità di avere un’idea generale delle azioni che il Comune di Milano sostiene nei diversi ambiti: innovazione sociale, smart city, lavoro, manifattura, formazione, commercio, cibo…
INNOVAZIONE INCLUSIVA
L’idea di fondo di questo mandato è di sostenere e sviluppare l’innovazione per favorire le capacità della città di anticipare i cambiamenti e nello stesso tempo di evitare che Milano cresca a più velocità, lasciando indietro fasce di territorio e di popolazione. Il paradigma da seguire è dunque: innovazione inclusiva . “L’innovazione capace di produrre inclusione è stata scelta come proposta per uscire dal contesto di difficoltà post crisi” sono le parole di Tajani.
A sostegno di quanto detto si riporta l’esempio del progetto #ManifatturaMilano grazie al quale le aree urbane più dismesse possono diventare sedi di attività manifatturiere che favoriscono rigenerazione urbana e buon lavoro. Infatti abbracciare un’innovazione capace di fare inclusione non basta. È necessario anche che l’inclusione, a sua volta, sia capace di garantire contesti di lavoro sani e ben vissuti.
SHARING CITIES
Le sharing cities sono un altro esempio in cui la dicotomia innovazione e inclusione è necessaria per garantire un business capace di restituire valore non solo al cliente ma anche agli stessi lavoratori e ai cittadini. Le piattaforme digitali come Airbnb, Uber,… (celebri esempi di sharing cities) sono state prese in considerazione da uno studio presentato al “Sharing Cities Summit” tenutosi a novembre 2018 a Barcellona (città in stretti rapporti con Milano). Durante l’evento 50 città si sono confrontate sul forte impatto che queste piattaforme stanno avendo a livello economico e sociale e interrogandosi, di conseguenza, su che posizione la città debba prendere nei loro confronti. Il risultato dell’incontro è molto interessante: si è evidenziata un’emergenza di cooperativismo. La soluzione: un dialogo più chiaro e diretto con queste nuove realtà digitali e che, allo stesso tempo, preservi la sovranità della città.
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CAPITALE URBANO
Il titolo della conferenza, “Capitale urbano”, è stato scelto come chiave per leggere le continue trasformazioni della città. In questo senso è stato declinato in due direzioni: in primo luogo “Capitale Urbano” è inteso come un titolo onorario per cui Milano diventa “capitale” del lavoro. Come ci ricorda Rosangela Lodigiani (Professore Associato, Dipartimento di Sociologia, Università Cattolica del Sacro Cuore): “Il lavoro e il fare in generale sono nel DNA di questa città, che proprio facendo e mettendo in campo risorse è riuscita a risollevarsi dalla crisi”. In secondo luogo il termine “capitale” acquista il significato prettamente economico: “Milano riconosce un capitale nel lavoro e porta capitale al lavoro” sono ancora le parole di Rosangela Lodigiani.
Così Milano dimostra di aver capito il ruolo fondamentale del lavoro come opportunità di crescita e sviluppo non solo a livello economico, ma anche sociale.
MILANO oggi e domani
Il grande successo di Milano degli ultimi anni è stato costruito attraverso la vigorosità del settore terziario. Non i media, i giornali, l’architettura, le banche, ma piuttosto il turismo, l’economia della cura, la formazione superiore, la gestione e lo sviluppo hanno permesso alla città di diventare un’eccellenza europea. Si è dimostrata aperta, attrattiva e pronta a catalizzare tutti gli stimoli provenienti dall’Europa e dal mondo.
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A proposito l’Assessore Cristina Tajani ricorda: “Ma se c’è un modo per ribadire il ruolo di centralità di Milano come modello da seguire è di immaginare una città che si mette a servizio di una macroregione sempre più ampia: dalla Lombardia all’Italia intera”.
Letizia Dehò
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