Il gruppo Campari dice addio ai vini fermi cileni Lapostolle
Li aveva acquistati a giugno ma ora il gruppo Campari ha deciso di rivendere i vini cileni Lapostolle per 30 milioni di euro. Con questa operazione il gruppo milanese conferma la sua strategia di “uscire completamente dal business dei vini fermi, seguendo una strategia di razionalizzazione delle sue attività non strategiche e di concentrazione sul core business degli spirit”, afferma la società.
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L’attività dei vini cileni (13,6 milioni di fatturato nel 2015) tornerà quindi entro due mesi ad Alexandra Marnier Lapostolle. Casa Lapostolle possiede 370 ettari di vigneti e vende i suoi prodotti in 60 paesi.
La storica azienda francese è stata fondata nel 1827 ed è specializzata nella vendita di liquori premium per 684 milioni di euro. Il gruppo Campari inizia la sua attività aprendo il suo primo piccolo bar a Novara nel 1862. Le sue origini risalgono all’arrivo di Gaspare Campari a Milano dove apre il Caffè Campari prima sotto “il coperto dei Figini”, sul lato destro della piazza del Duomo poi all’angolo tra piazza del Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II. Ed è nel retro bottega che Gaspare allestisce un laboratorio in cui crea gli elisir che lo avrebbero reso famoso oggi anche in tutto il mondo, primo fra tutti il Bitter e successivamente il Cordiale.
A fine giungo Campari aveva rilevato la Societe des Produits Marnier Lapostolle (Spml) che controlla anche il marchio Grand Marnier. Il gruppo italiano ha però firmato un accordo per la distribuzione in esclusiva del Gran Marnier in tutto il mondo con un contratto che sarà valido fino al 31 dicembre 2021 con possibilità di rinnovo per altri cinque anni dopo il 2021.
Campari quindi lascia la sua attività di vini fermi per tornare alle sue origine e ai suoi elisir che lo hanno reso famoso in Italia e in tutto il mondo. In Italia l’aperitivo si fa col negroni o negroni sbagliato, spritz Campari.
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