La malattia della regina Elisabetta
Il decesso della regina Elisabetta II, avvenuto l’8 settembre 2022, ha sollevato interrogativi su cause e condizioni di salute che hanno preceduto la sua morte. Sebbene il certificato di morte firmato dal dottor Douglas Glass indicasse le “cause naturali”, sono emerse speculazioni su diagnosi meno trasparenti. Gli esperti e biografi, come Gyles Brandreth, avevano già ipotizzato che la regina potesse soffrire di mieloma, una forma di cancro del midollo osseo. I rumor legati al Covid e all’insufficienza cardiaca hanno ulteriormente complicato il quadro.
In un recente memoir, Boris Johnson ha rivelato dettagli inquietanti sulla salute della sovrana. Secondo l’ex primo ministro britannico, la regina era affetta da “una forma di cancro alle ossa”, una situazione di cui era a conoscenza già da più di un anno. I medici della monarchia sarebbero stati cauti riguardo alla rapidità con cui la sua condizione poteva aggravarsi, rendendo evidente che, nonostante la sua età e i segni di decadimento fisico, la regina manteneva sempre una mente lucida.
Questo contesto clinico si intreccia con la vita e il ruolo che la sovrana ha avuto per più di settant’anni nel servizio al suo Paese, portando a una riflessione più ampia sulla dignità e il compito di una figura così emblematicamente legata alla storia britannica.
Le rivelazioni di Boris Johnson
Il deterioramento della salute
Le rivelazioni di Boris Johnson ci offrono uno scorcio allarmante del progressivo deterioramento della salute della regina Elisabetta II. Già nei mesi che hanno preceduto la sua morte, i segnali di una condizione critica erano palpabili. I medici del Palazzo realizzarono che la salute della sovrana era in netto peggioramento, in particolare durante l’estate del 2022, un periodo cruciale che ha preceduto il suo decesso. Durante l’incontro del 6 settembre, Johnson notò immediatamente il cambiamento significativo nella sua apparenza: “Sembrava pallida e più curva” e presentava “lividi scuri sulle mani e sui polsi”, indicatori evidenti di una condizione medica seria, probabilmente dovuta a trattamenti farmacologici intensivi.
I lividi, che furono ripresi dai fotografi in occasione del suo ultimo impegno ufficiale, furono il simbolo di una salute fragile. La regina, figura iconica e simbolo di stabilità nel Regno Unito, sembrava ora vulnerabile, segnando un triste ingresso in un capitolo finale della sua storica vita pubblica. Nonostante questo, rimase salda e determinata, continuando a svolgere i suoi doveri fino all’ultimo giorno, un gesto che ha colpito e commosso il pubblico e i suoi sostenitori. Le condizioni mediche sottostanti fanno emergere un confronto tra il suo imperituro senso del dovere e il corpo che, per quanto forte possa essere stato, cominciava a cedere sotto il peso della malattia.
Il deterioramento della salute
L’ultimo incontro con Boris Johnson
Il 6 settembre 2022, due giorni prima del decesso della regina Elisabetta II, si svolse un incontro tra la sovrana e l’allora primo ministro Boris Johnson al castello di Balmoral. Questo colloquio, apparentemente routine all’interno delle tradizionali udienze reali, assunse un significato profondo alla luce delle rivelazioni successive sulla sua salute. Johnson, consapevole della gravità della condizione della regina, percepì immediatamente il suo stato di fragilità. Anche se i medici avevano già segnalato un significativo deterioramento durante i mesi estivi, l’ex premier si rese conto della situazione solo osservandola.
Nel momento in cui si trovò davanti a lei, notò i segni tangibili della malattia: la regina appariva pallida, curve erano le sue spalle e lividi scuri decoravano le sue mani e polsi. Questi dettagli, tratti da una descrizione sincera di Johnson, non solo evidenziarono il suo stato di salute precario, ma suscitarono anche una profonda empatia nel pubblico che aveva sempre visto in lei un bastione di stabilità. Durante il colloquio, tuttavia, nonostante il suo corpo tradisse segni di sofferenza, la mente della sovrana si mostrava lucida e vigile, capace di illuminare l’ambiente con un sorriso che rifletteva una bellezza intramontabile.
La regina, consapevole dell’imminente fine, dimostrò una determinazione straordinaria nel continuare a espletare i suoi doveri. Il colloquio con Johnson, così come l’ultimo incontro con la nuova premier Liz Truss, rappresentò un atto di servizio verso il suo Paese, un impegno che aveva mantenuto per tutta la vita. Questo ultimo scambio di idee mette in luce il contrasto tra il ferreo senso del dovere della sovrana e la vulnerabilità che la malattia le aveva imposto.
L’ultimo incontro con Boris Johnson
La promessa di servizio della sovrana
Nel suo lungo regno, durato settanta anni, la regina Elisabetta II ha incarnato uno spirito di servizio incommensurabile, concretizzato nella celebre promessa fatta durante il suo ventunesimo compleanno. “Tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà al servizio vostro e del nostro Paese”, dichiarò con una convinzione che avrebbe risuonato nel corso della sua esistenza pubblica. Questa dedicazione inedita alla sovranità e al benessere della nazione ha guidato ogni sua decisione e ogni intervento pubblico, anche nelle ore più buie e nei momenti di maggiore difficoltà personale.
L’ultimo incontro con Boris Johnson e il suo successivo colloquio con Liz Truss, avvenuto due giorni dopo, non sono stati solo eventi formali ma l’epitome di una vita dedicata al servizio. Nonostante il deterioramento della sua salute, la regina ha scelto di mantenere i suoi impegni, riconoscendo il significato di quell’atto nei confronti del popolo britannico. Il sorriso che illuminava il suo viso durante queste conversazioni rifletteva non solo la sua resilienza, ma anche il suo amor patrio, un’ode indelebile ai princìpi monarcali che ha sempre rappresentato.
La sua promessa, quindi, non è stata solo una dichiarazione di intenti, ma un riflesso pratico di come, anche negli ultimi momenti, Elisabetta II desiderasse servire e rimanere alla guida della sua nazione. Questo impegno senza compromessi ha lasciato una traccia indelebile nella storia della monarchia, sottolineando il profondo legame tra la regina e il suo popolo, un legame che continuerà a ispirare le generazioni future.
La promessa di servizio della sovrana
Nel suo regno durato settant’anni, la regina Elisabetta II ha incarnato un ideale di dedizione e servizio che ha segnato la storia britannica. La famosa dichiarazione rilasciata in occasione del suo ventunesimo compleanno, in cui affermò: “Tutta la mia vita, breve o lunga che sia, sarà al servizio vostro e del nostro Paese”, ha risuonato come un mantra della sua esistenza pubblica. Questa promessa non è stata semplicemente una retorica giovanile, ma una guida costante nelle sue azioni e decisioni.
Nei momenti di sfida e difficoltà personale, la sovrana ha sempre dimostrato un impegno indomito verso i suoi doveri. L’ultimo incontro con Boris Johnson due giorni prima della sua scomparsa rappresenta un esempio significativo di questo spirito di servizio. Nonostante le avvisaglie di una malattia grave, la regina non si è tirata indietro, consapevole dell’importanza del suo ruolo nei confronti del popolo britannico. La sua determinazione a svolgere le prerogative reali fino all’ultimo momento riflette un’altezza di carattere raro, dimostrando non solo resilienza, ma anche un profondo senso di responsabilità.
Elisabetta II ha costantemente messo le esigenze della nazione al di sopra delle sue condizioni personali, restando un simbolo di stabilità nella fluttuante storia del Regno Unito. La serenità mostrata durante gli incontri, anche nei giorni finali, mette in evidenza come la sua vita sia stata dedicata al benessere della collettività, rappresentando un ideale monarcali che continuerà a vivere nel cuore dei cittadini.