Bitcoin mania: che cosa ne pensano i grandi della finanza
La valuta digitale ha ancora molti critici. Così sembrerebbe secondo un bell’articolo pubblicato a Hong Kong da www.channel3000.com a firma Daniel Shane. Le maggiori critiche si concentrano sulla volatilità del prezzo, l’assenza di attività sottostanti e la mancanza di regolamentazione. Ecco alcune delle citazioni più significative di figure di alto profilo nel mondo finanziario:
GLI AMMIRATORI
Peter Thiel: “Grande potenziale”.”Se il bitcoin finisse per essere il cyberequivalente dell’oro, avrebbe un grande potenziale residuo”, ha detto Peter Thiel, investitore tecnologico miliardario in una conferenza di investimento lo scorso ottobre. Thiel, uno dei primi investitori su Facebook, ha detto che pensa che le persone stiano “forse sottovalutando” Bitcoin. “È solo una riserva di valore, in realtà non è necessario utilizzarlo per effettuare pagamenti”, ha affermato.
Cameron Winklevoss: “Un asset da molti milioni di dollari”. “A lungo termine, a livello tendenziale, è una risorsa da molti milioni di dollari”, ha detto a dicembre Cameron Winklevoss, che ha fondato la piattaforma bitcoin Gemini con il fratello gemello Tyler. I fratelli, che si sono ormai accordati con l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg per la loro sfida legale (lo accusavano di aver rubato l’idea del noto social network), nel 2017 sono diventati i primi bitcoin miliardari del mondo.
Tim Draper: “La più grande tecnologia in internet”. “Questa è la più grande tecnologia da quando internet è creato una trasformazione sociologica”, ha dichiarato Tim Draper, venture capital della Silicon Valley in novembre. Draper ha precedentemente supportato progetti del calibro di Tesla e Skype. Ha investito in bitcoin tre anni fa, acquistando migliaia di monete virtuali, che ora valgono più di $ 13.000 ciascuna.
GLI SCETTICI
Jamie Dimon: “Se sei abbastanza stupido da comprarlo …”. “Se sei abbastanza stupido da comprarlo, pagherai il prezzo per un giorno”, ha detto Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, in ottobre, pronosticando che alla fine i governi “lo schiacceranno”. Dimon è stato un critico frequente dell’ascesa di bitcoin. In precedenza l’aveva liquidato come una “frode” e minacciava di licenziare i suoi dipendenti che lo scambiavano – sebbene abbia ammesso che sua figlia ne possedeva qualcuno.
Janet Yellen: “È una risorsa altamente speculativa”. “Non è una fonte stabile di valore e non costituisce una moneta a corso legale, è una risorsa altamente speculativa”, ha detto Janet Yellen, presidente della Federal Reserve, il mese scorso. Ma ha minimizzato le preoccupazioni per una bolla di bitcoin che possa portare a una vera e propria crisi finanziaria, affermando che può creare solo rischi “limitati”.
Warren Buffett: “Una vera bolla”. “Non si può valutare il bitcoin perché non è un bene che produce valore”, ha dichiarato il noto investitore Warren Buffett in ottobre. Ha aggiunto che il suo prezzo imprevedibile lo rende una “vera bolla in quel genere di cose”. Il CEO di Berkshire Hathaway è uno scettico a lungo termine. Ha etichettato la moneta digitale come un “miraggio” nel 2014, quando il suo prezzo era di poco superiore ai $ 600.
Lloyd Blankfein: “Un veicolo per perpetrare frodi”. “Qualcosa che si può muovere del 20% in una sola notte non sembra una valuta, è un veicolo per perpetrare frodi”, ha detto a novembre Lloyd Blankfein, CEO di Goldman Sachs. Ha detto che Goldman non aveva una strategia bitcoin in quel momento. Ma ha lasciato unospiraglio perché la banca scambi la valuta digitale in futuro se diventa meno volatile.
Joseph Stiglitz: “Dovrebbe essere messo fuori legge”. “Bitcoin ha successo solo a causa del suo potenziale di elusione, non ha alcuna funzione socialmente utile”, ha detto il premio Nobel Joseph Stiglitz a novembre. L’ex capo economista della Banca Mondiale ha avvertito che il bitcoin “dovrebbe essere messo al bando”.
CRITICHE ANCHE IN ITALIA
Un mese fa anche il quotidiano La Repubblica si mostrava un po’ scettico, pubblicando un pezzo a firma Alessandro Guzzini, amministratore delegato Finlabo sim, dal titolo “La bolla dei bitcoin ed il sonno dei regulators”. Vediamo di seguito quali sono le ragioni portate e perché i regulator “farebbero bene ad intervenire prima che sia troppo tardi”. Citiamo testualmente:
“Trasparenza del mercato e procedure antiriciclaggio: il bitcoin consente agli utenti di effettuare transazioni non tracciate anche per importi sostanziali. Di fatto quindi l’utilizzo del bitcoin consente di bypassare le procedure antiriciclaggio a cui tutti gli intermediari finanziari sono obbligati ad ottemperare.
Tutela del risparmio: la vendita di bitcoin non viene considerata attualmente un’offerta di prodotti finanziari e non è soggetta pertanto alle valutazioni di adeguatezza ed appropriatezza che sarebbero altrimenti obbligatorie.
Market abuse: gli scambi di bitcoin avvengono su circuiti non regolamentati che non sono dunque soggetti ai controlli relativi a possibili reati di “market abuse” che sono invece presenti nei mercati finanziari.
Stabilità del sistema: la capitalizzazione del bitcoin e delle altre criptovalute sfiora ormai i 200 miliardi, e un possibile crollo del mercato potrebbe avere un impatto tutt’altro che marginale. Basti considerare che la Lemhan brothers produsse perdite per circa 300 miliardi e fu la causa scatenante della crisi del 2008″.
Ci sono poi altre considerazioni che non riguardano direttamente il sistema finanziario ma che sono altrettanto preoccupanti, secondo l’autore dell’articolo.
“Si stima che i cosiddetti miners, ovvero i soggetti che cercano i bitcoin utilizzando supercomputer e software speciali allo scopo, siano arrivati a consumare una quantità di corrente elettrica pari a quello di un paese come il Marocco. Una quantità di risorse enorme per un costo annuale di 1,5 miliardi di dollari letteralmente bruciata per uno scopo a dir poco inutile.
La speculazione in bitcoin e loro derivati non genera alcun effetto socialmente utile in quanto a differenza ad esempio dell’investimento in borsa o nel mercato obbligazionario non c’è alcuna ricaduta economica positiva dall’investimento in bitcoin”.