Le banche e le origini delle attuali problematiche economiche
È opinione comune e consolidata che la crisi che ha portato al dissesto di alcune banche, con il conseguente grave danno procurato a risparmiatori e imprese, sia stata prodotta nella maggior parte dei casi dal comportamento dissennato dei manager dei singoli Istituti e amplificato da una crisi economica senza precedenti.
Pur condividendo questa analisi, credo che nessuno ancora abbia evidenziato il comune denominatore all’origine di tutto: le acquisizioni di sportelli e banche minori a prezzi privi di qualsiasi logica economico finanziaria.
Il fenomeno va collocato temporalmente tra il 2007 e il 2009 e nasce con la prima grande operazione di cessione di sportelli bancari effettuata da Intesa Sanpaolo a valle della fusione per eliminare le sovrapposizioni di sportelli che si era venuta a creare.
Posso affermare, per conoscenza diretta e senza timore di poter essere smentito, che già in questa prima grande operazione, banche di territorio che desideravano crescere rapidamente furono disposte a pagare, per un numero considerevole di sportelli, un prezzo talmente elevato da non essere sostenibile sia in ottica di rendimento sul capitale impiegato che di payback period, anche presupponendo di aumentare la redditività di ogni sportello acquisito con politiche commerciali “aggressive”.
In seguito ci fu un crescendo di “delirio da acquisizione”.
Nel caso, ad esempio, degli sportelli ceduti da UBI Banca (nata dalla fusione tra il Banco di Brescia e la Banca Popolare di Bergamo), la Banca Popolare di Vicenza li acquistò ad un prezzo talmente alto da non avere alcuna giustificazione economico finanziaria, tanto che, informalmente, gli stessi venditori dissero di esserne rimasti felicemente sorpresi. Così si susseguirono numerose operazioni che culminarono con l’acquisizione di Antonveneta da parte di MPS a valori spropositati e senza alcun criterio economico finanziario.
La conseguenza di tutte queste operazioni, in anni durante i quali l’importanza della presenza territoriale degli sportelli bancari tendeva ad affievolirsi per lo sviluppo del web, ha creato problemi più o meno grandi nei bilanci delle banche che avevano effettuato le acquisizioni.
Chi aveva acquisito di più e a prezzi non giustificabili, si è trovato, con la crisi economica, a dovere far fronte a carenza di capitale e talvolta anche di liquidità.
Ecco allora che le cronache finanziario giudiziarie ci hanno fatto sapere come ha operato il vertice di MPS, come hanno incrementato il proprio capitale la Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca e con quali conseguenze per il tessuto economico di riferimento.
Ora sarebbe interessante capire come e per quale motivo fu consentito a tante banche di operare in sede di acquisizione in modo così imprudente e fare luce anche sulle responsabilità di tutti, soprattutto di chi avrebbe dovuto vigilare.
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