Aumenta l’interesse del mercato verso gli investimenti ESG
ESG – Il mondo sta prendendo coscienza dei cambiamenti climatici
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— di Francesco Megna —
I Green Bond sono probabilmente uno dei migliori veicoli oggi disponibili per accelerare la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. In pratica i capitali dei green bond sono utilizzati esclusivamente per finanziare progetti legati a tematiche ambientali. Secondo l’organizzazione Climate Bonds Initiative nel 2021 i green bond hanno visto emissioni per oltre 500 mld di dollari, con una crescita del 75% rispetto all’anno precedente. Questi trend, secondo ClimateBond Initiative, dovrebbero portare l’emissione annua di green bond oltre i mille miliardi già nel 2023, e a 5mila miliardi nel 2025.
I cambiamenti climatici
In un mondo che sta prendendo coscienza dei cambiamenti climatici e con i governi impegnati a costruire nuovi quadri normativi, la sostenibilità consente di guardare con meno preoccupazioni al medio-lungo periodo. Gli investimenti ESG sfruttano le opportunità generate dallo sviluppo sostenibile, un fenomeno in grado di creare ricchezza e di avviare un processo di cambiamento in cui lo sfruttamento delle risorse è coerente anche con i bisogni futuri. Una tendenza che è proseguita anche durante la pandemia che ha visto i fondi di investimento azionari composti da aziende con bassi rischi ESG ad aver registrato raccolta netta positiva nonostante la volatilità dei mercati finanziari. Lo stesso dicasi per il mercato obbligazionario dove le obbligazioni emesse da società con elevato score ESG si sono distinte per una performance migliore rispetto alla media del mercato.
Strategia e selezione
Per quanto riguarda invece le strategie, secondo l’ultima indagine condotta dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, le esclusioni sono la strategia ESG più diffusa, indipendentemente dall’asset class cui vengono applicate. C’è poi la selezione delle ‘best in class’: approccio che seleziona o pesa gli emittenti in portafoglio secondo criteri ambientali, sociali e di governance, privilegiando gli emittenti migliori all’interno di un universo, una categoria o una classe di attivo. Oppure la preferenza per i cosiddetti ‘tematici’, orientati a generare un impatto positivo in determinati settori, sempre nel comparto ESG.
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I green bond
Nell’ambito del debito sostenibile sono però ancora i green bond a prevalere, anche se vi sono strumenti che stanno emergendo con forza come i sustainability-linked loans, cioè quei prestiti strettamente legati alle performance di sostenibilità dell’azienda. Sono tutti i tipi di strumenti di prestito che incentivano il raggiungimento di predeterminati obiettivi di performance di sostenibilità. Le performance aziendali vengono misurate attraverso dei target di performance di sostenibilità , che comprendono indicatori di performance, rating esterni e/o metriche equivalenti che rilevano i miglioramenti del profilo di sostenibilità del mutuatario.
Un’altra tipologia di obbligazioni ESG sono i sustainability bond cioè obbligazioni volte a finanziare o rifinanziare una combinazione di Progetti Green e di Progetti Sociali; cresciute del 23% grazie al balzo degli emittenti (+180% c.) che ha controbilanciato il calo del valore medio delle singole operazioni. Dopo i green bond, la crescita dell’attenzione alle tematiche sociali ha portato sugli scudi i social bond. Trattasi di obbligazioni emesse per finanziare progetti con impatto sociale positivo e consentono l’attuazione di iniziative che migliorano la condizione di persone disagiate e comunità sociali deboli.
Secondo la Climate Bonds Initiative i volumi di queste emissioni hanno raggiunto la cifra di circa 220 mld di dollari, in crescita del 18% rispetto all’anno precedente. E’ prevista un’ulteriore espansione anche per il 2022. L’altra arma della finanza green sono i transition bond. Queste obbligazioni consentono alle entità che altrimenti non sarebbero qualificate per emettere obbligazioni verdi di ottenere finanziamenti legati alla sostenibilità. Nonostante il potenziale, le obbligazioni di transizione hanno però finora svolto solo un piccolo ruolo come soluzione di finanziamento per decarbonizzare i settori difficili da affrontare
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